mercoledì 29 febbraio 2012

AA.VV. - …in giro per i night clubs (1961)












Oggi ci occupiamo di una raccolta della Durium del 1961, che racchiude alcune canzoni che l’etichetta aveva pubblicato in quell’anno e in quelli precedenti, caratterizzate dal fatto di voler rappresentare, come scrive Aldo Locatelli sul retro di copertina, la musica che si ascoltava in quel periodo in giro per i night clubs alla moda.
Si tratta per lo più di brani strumentali, alcuni provenienti da colonne sonore, altri classici del periodo reinterpretai per l’occasione, come “Il cielo in una stanza” e “Sassi”, eseguiti da Luciano Sangiorgi.
Notissimo il brano di apertura, ‘’Il tango della gelosia’’, in una versione del quartetto di Marino Marini (che esegue anche la divertente ‘’Calcutta’’); l’autore del testo, Peppino Mendes, è riportato come Mendez (non è peraltro l’unico errore: ad esempio Klaus Guenter Neuman viene sdoppiato in due autori, Gunter e Neuman, così come Les Vandike).
La tromba di Gastone Parigi caratterizza “I magnifici sette” e ‘’Yo tengo una musica’’, mentre in “Wonderland by night” e “La ragazza con la valigia” possiamo ascoltare il sax di Fausto Papetti, all’inizio della sua carriera da solista (ma già da alcuni anni musicista di studio) .
Anche Little Tony era ad inizio carriera nel 1960: aveva avuto qualche successo con i fratelli in Gran Breatagna ed era stato uno dei pionieri del rock’n’roll in Italia, anche se ‘’Belle Marie’’ è invece una canzone lenta; torna invece al suo genere abituale in ‘’Bella pupa’’.
Infine il quintetto di Piero Bertani ed Edoardo Lucchina ci propongono alcune canzoni latinoamericane, tra cui dei “cha cha cha”, molto di moda nel periodo.
Un disco che restituisce la memoria di certi ambienti e di quegli anni sicuramente più spensierati di quelli attuali.

LATO A

1) Marino Marini - Il tango della gelosia (Peppino Mendes-Vittorio Mascheroni)
2) Gastone Parigi - I magnifici sette (Leonard Bernstein)
3) Fausto Papetti - Wonderland by night (Lincoln Chase-Klaus Guenter Neuman)
4) Luciano Sangiorgi - Il cielo in una stanza (Gino Paoli)
5) Little Tony - Belle Marie (Les Vandike)
6) Piero Bertani - Cucaracha cha (tradizionale)
7) Edoardo Lucchina - Los marcianos (Rosendo Ruiz)

LATO B

1) Little Tony - Bella pupa (Vito Pallavicini-Franco Cassano)
2) Fausto Papetti - La ragazza con la valigia (Nico Fidenco-Armando Trovajoli)
3) Marino Marini – Calcutta (io parto per Calcutta) (Heino Gaze-Hans Bradtke)
4) Luciano Sangiorgi - Sassi (Gino Paoli)
5) Piero Bertani Quartet - April in Naples (Mario Cenci-Art Crafer-Jimmy Nebb)
6) Gastone Parigi - Yo tengo una muneca (Bruno Pallesi-Juanito Tremble)
7) Edoardo Lucchina - Aguanta corazon (Graciela Olmos)

martedì 28 febbraio 2012

Henry Ferraris – EP (1961)












Il secondo EP di Henry Ferraris (o Henrj, come riportato sull’etichetta del disco) viene pubblicato dall’Emanuela Records nel 1961 e ricicla la copertina del precedente.
La canzone d'apertura,“Brindo”, ricalca un po’ certe atmosfere alla Buscaglione, di cui, come abbiamo ricordato, Ferraris ha anche inciso qualche canzone, e nel testo (di Bixio Cherubini, mentre la musica è di un non meglio precisato Coppola) riesce anche a citare Lorenzo il Magnifico.
“La rete” è un brano d’amore (scritto da Turi Golino) a ritmo di cha cha cha, che dominava in quel periodo le sale da ballo e i night club, con un pregevole assolo di sax….chissà chi era il bravo musicista.
L’etichetta del disco definisce “Uno qualunque” come rock, ma in realtà si tratta di un terzinato alla Platters, non particolarmente originale, mentre si torna al cha cha cha con “Prima di dormir bambina”, cover di un successo degli anni ’30 di Carlo Buti, che rispetto all’etichetta vede nel deposito Siae anche le firme di Aminta (pseudonimo di Nino Rastelli) e di Roberto Leonardi.
Tutte e quattro le canzoni furono pubblicate anche su 45 giri: “Brindo” e “La rete” sul
EM NP 1044 mentre “”Uno qualunque” e “Prima di dormir bambina” sul EM NP 1046

LATO A

1) Brindo (Bixio Cherubini-Coppola)
2) La rete (Ettore Minoretti-Turi Golino)

LATO B

1) Uno qualunque (Bixio Cherubini-Mario Schisa)
2) Prima di dormir bambina (Mario Panzeri-Aminta-Nino Casiroli-Roberto Leonardi)

lunedì 27 febbraio 2012

Checco Marsella con The Ghenga's Friend - Una chitarra per la mia ragazza/Fortuna che... (1964)












Abbiamo già parlato de La Ghenga, a proposito del disco di An’Neris, la cantante di cui in tutta la rete, finchè non è stato scritto nel blog, non c’era traccia del vero nome....oggi presentiamo un 45 giri del 1964 inciso da Checco Marsella con il gruppo The Ghenga's Friends.
Questo complesso era nato da "Gli Amici", il gruppo di accompagnamento di Guidone, ed era costituito da Sergio Maria Papes alla batteria (che in seguito adotterà il suo secondo nome, Enrico), Gianni Zinzone al basso (proveniente dai Ribelli), Mino Di Martino alla chitarra, Benedetto Pretolani al sax e lo stesso Marsella alle tastiere; è il complesso che suona in tutti i dischi dell'etichetta La Ghenga (da quelli della già citata An'Neris alle simpatiche Marzianine di "Vorrei ballare il surf)....e, come avrete capito leggendo i nomi, era il nucleo originale dei Giganti, nati con l'ingresso del fratello di Mino, Sergio, e con un'iniziale defezione di Marsella (assente nei primi 45 giri del gruppo), sostituito dapprima da Paolo Vallone, poi da Ignazio Garsia ed infine di nuovo nel gruppo dalla metà del 1965.
In queste due canzoni già si possono notare i caratteristici arrangiamenti vocali che renderanno celebri i Giganti, e la voce bassa di Maria Papes è perfettamente riconoscibile in "Una chitarra per la mia ragazza", scritta da Franco Franchi (di cui nel blog abbiamo già parlato) per il testo e da Guidone per la musica.
Sul lato B vi è "Fortuna che...", cover di "Some of these days" di Shelton Brooks (lanciata da Sophie Tucker ma incisa da moltissimi artisti, tra cui Cab Calloway, Django Reinhardt e Bing Crosby), con il sax di Pretolani in evidenza in un pregevole assolo.
Tornando al disco, il brano è cantato in italiano, ma in copertina non è indicato l'autore del testo; in SIAE risulta la firma di Giuseppe Gallazzi come autore delle parole italiane, e la cosa potrebbe essere possibile in quanto Gallazzi, titolare delle edizioni musicali Francis Day, si occupava spesso di cover.

1) Una chitarra per la mia ragazza (Franco Franchi-Guidone)
2) Fortuna che... (Shelton Brooks)

sabato 25 febbraio 2012

Michele L. Straniero - La Madonna della Fiat (1979)












Tra le tante cose che sono nate a Torino e poi sono state rimosse o dimenticate o portate da altre parti c’è anche (con la moda, il cinema, la radio) la canzone politica: non ci sarebbero mai stati i Dischi del Sole, il Canzoniere Internazionale, Paolo Pietrangeli, la Marini e tutto il movimento della nuova canzone che parte dalla seconda metà degli anni ’60 se non ci fossero stati, prima, i Cantacronache, che hanno in qualche modo aperto la strada; ed anche la canzone d’autore storica ha qui una delle sue radici, come ha spesso ricordato Francesco Guccini.
Il gruppo dei Cantacronache nasceva dall’incontro di intellettuali e cantautori (alcuni vicini all’Einaudi), come Italo Calvino, Sergio Liberovici con la moglie Margot, Fausto Amodei, Michele L. Straniero (la L sta per Luciano) ed altri; su di essi avremo modo di ritornare in altri post.
Nel 1979 Straniero pubblica un album per la Divergo, l’etichetta fondata da Mario De Luigi, lo storico direttore di “Musica e dischi”: il disco si intitola “La Madonna della Fiat”, dall’omonima canzone che racconta una vicenda che i non torinesi forse non conoscono.
Nel 1960 la direzione della Fiat aveva offerto il denaro, il metallo e il lavoro per installare una statua della Madonna (chiamata "La Madonna dei lavoratori") in un punto strategico della collina torinese, sulla piazzetta davanti al Monte dei Cappuccini, inserendo davanti un cancello donato dal vescovo di Lourdes in occasione di uno dei pellegrinaggi che la Fiat organizzava annualmente; a questa statua si riferisce appunto il brano di Straniero, che evidenzia il ruolo che la fabbrica aveva allora per la città, un'egemonia che, per molti versi, ha bloccato la modernizzazione di Torino: in certi anni Mirafiori aveva centomila dipendenti, oggi non arrivano a diecimila, ma Torino non è morta con la quasi scomparsa dell'industria, anzi ha diversificato la sua economia in molti altri settori (le nuove tecnologie informatiche e telematiche in primis) e di conseguenza il potere che la Fiat aveva sulla direzione delle politiche cittadine è scomparso (....e finalmente abbiamo potuto avere anche noi la metropolitana).
Tornando al disco, alcune delle altre canzoni erano state già incise in precedenza da Amodei ("Canzone del popolo algerino", ad esempio, o "Adeodato") e da altri cantanti dei Cantacronache.
Gli arrangiamenti del disco sono curati da Virgilio Savona del Quartetto Cetra, che suona anche le tastiere e le percussioni.

LATO A

1) Noi dentro la casa (Michele Luciano Straniero-Notis Marroudis)
2) Adeodato (Michele Luciano Straniero-Sergio Liberovici)
3) L’intellettuale (Michele Luciano Straniero-Sergio Liberovici)
4) Canzone del popolo algerino (Michele Luciano Straniero-Fausto Amodei)
5) Se non piove (Michele Luciano Straniero-Piero Santi)
6) Canzone di capodanno (Michele Luciano Straniero-Sergio Liberovici)
7) Filastrocca a costrasto (Michele Luciano Straniero-Fausto Amodei)

LATO B

1) La Madonna della Fiat (Michele Luciano Straniero-Fausto Amodei)
2) Partigiani fratelli maggiori (Michele Luciano Straniero-Fausto Amodei)
3) Per una lacrima perduta a poker (Michele Luciano Straniero-Margot)
4) Le parole che so dire (Michele Luciano Straniero-Antonio Virgilio Savona)
5) La ronda di via Lepetit (Michele Luciano Straniero-Paolo Ciarchi)
6) Chansonette de la vie (Michele Luciano Straniero-Margot)
7) Complainte de Rennes (Louis Marie Grignion de Montfort-Michele Luciano Straniero)

venerdì 24 febbraio 2012

Babette - Hey, tu!/Vivi (1959)












E dopo i post dedicati ai dischi sanremesi, oggi presentiamo un 45 giri di Giuseppina Callarà, in arte Babette, una delle tante cantanti uscite fuori alla fine degli anni '50 (come Angela, Brunetta e la stessa Mina).
Dopo aver studiato canto jazz, viene scoperta da Armando Trovajoli, che la presenta a Carlo Alberto Rossi, che la fa debuttare per la sua etichetta, la Juke-Box, per cui incide i primi 45 giri con dei rock'n'roll (secondo la moda del tempo) e delle canzoni più melodiche, come queste "Hey, tu!" e "Vivi".
In enrambi i brani Babette è accompagnata dal complesso “Jazz Polistrumentale” di Raoul Ceroni, autore della musica del brano sul lato B.
Dopo altri dischi per la Juke-Box (tra cui "Uccidimi", con cui nel 1960 partecipa alla "Sei giorni della canzone") Babette passa alla Titanus, con cui continua per qualche anno la carriera fino al ritiro.
Un'annotazione: guardate il retro della copertina forata, con l'elenco dei cantanti che nel 1959 incidono per la casa discografica di Carlo Alberto Rossi.....l'ultimo è un certo Mino Di Martino.....!

1) Hey, tu! (Luciana Medini-Giovanni Fenati)
2) Vivi (Luciana Medini-Raoul Ceroni)

domenica 19 febbraio 2012

Gilda - Ragazza del sud/Nina la bionda (1975)












Come sapete, il festival è stato vinto quest'anno da Emma: ma qui sul blog parliamo invece di un'altra vincitrice, quella dell'edizione del 1975, Rosangela Scalabrino da Masserano, cioè Gilda. Di lei abbiamo già parlato in questo blog, raccontando gli inizi della sua carriera nel 1965, ed oggi presentiamo la sua canzone più nota, quella con con cui ha vinto Sanremo nel 1975, entrando comunque nella storia di questa manifestazione, “Ragazza del sud”.
Sicuramente in quell'anno il festival toccò il suo punto più basso per quel che riguarda il successo e il seguito del pubblico, anche a causa del boicottaggio di alcune case discografiche, che non iscrissero nessun loro artista, ed alla conseguente non copertura da parte della Rai proprio per la mancanza dei nomi di richiamo (l'artista più noto era Rosanna Fratello, seguita in misura minore da Angela Luce e poi da Nico dei Gabbiani ed il gruppo La Quinta Faccia).
Ma torniamo a Gilda ed alla sua "Ragazza del sud": la canzone ha un andamento un po’ da sagra paesana, e l’arrangiamento è curato dal maestro Raf Cristiano, che abbiamo già conosciuto sul blog.
Il brano sul lato B, “Nina la bionda”, è invece arrangiato da Mario Battaini ed ha un andamento che ricorda il sirtaki; il testo racconta la storia di una ragazza che abbandona il paese per andare a vivere in città, dove ahimè non troverà altro che dedicarsi al mestiere più antico del mondo.
Gilda è autrice di entrambi i brani.
Con questo chiudiamo la serie di post legati al Festival di Sanremo.

1) Ragazza del sud (Gilda)
2) Nina la bionda (Gilda)

sabato 18 febbraio 2012

Natalino Otto - VIII° Festival de San Remo (1958)












Negli anni ‘50 i cantanti erano soliti registrare, oltre alle canzoni con cui erano in gara, anche alcune versioni dei brani presentati dagli altri artisti: Natalino Otto incise vari album di questo tipo, e quello che presentiamo oggi è l’edizione brasiliana di uno di questi dischi, dedicato all’edizione del 1958 che è passata alla storia, come tutti sanno, per “Nel blu dipinto di blu”: nel retro di copertina vi è una frase tratta da “Musica e dischi” che definisce questa edizione come la più rivoluzionaria ed interessante.
In effetti molte sono le canzoni degne di nota che Natalino Otto ripropone: sicuramente da ricordare è “L’edera”, uno dei brani che era considerato tra i favoriti per la vittoria e che Modugno travolse, mentre “I trulli di Alberobello” ha come autore della musica un giovane Umberto Bindi (ed è obiettivamente molto distante dai capolavori che il cantautore genovese scriverà in coppia con Giorgio Calabrese).
Solo una canzone è stata presentata al festival da Natalino Otto, ed è “Fantastica”, canzone che è anche legata a Torino: infatti il testo è di Armando Costanzo, uno dei più noti parolieri torinesi, partecipante a tre festival (oltre a questo, anche nel 1953 e nel 1956), autore per Fred Buscaglione e Fiorella Giacon, e che qui sul blog abbiamo conosciuto presentando il disco dei fratelli Artero, “Good Bye, Sauze d’Oulx”.
Torniamo a Natalino Otto: in questo album è accompagnato da Alberto Semprini e dal suo sestetto, che era costituito da Pupo De Luca alla batteria, Walter Beduschi al basso, Mario Migliardi all’organo hammond, Bruno De Filippi alla chitarra, Ebe Mautino all’arpa e lo stesso Semprini al pianoforte.
Un album interessante, anche ascoltato oggi a distanza di più di cinquant’anni.
A fianco dei titoli e degli autori, abbiamo inserito gli esecutori originali dei brani riproposti da Natalino Otto, interprete su cui torneremo presto in altre occasioni.

LATO A

1) Nel blu dipinto di blu (Domenico Modugno-Franco Migliacci-Domenico Modugno) Johnny Dorelli e Domenico Modugno
2) Timida serenata (Nisa-Gino Redi) Carla Boni & Gino Latilla, e Aurelio Fierro & Gloria Christian
3) Cos’è un bacio (Vincenzo Rovi-Giampiero Boneschi) Claudio Villa & Gino Latilla e Gloria Christian
4) Fragole e cappellini (Mario Panzeri-Saverio Seracini) Claudio Villa & Duo Fasano; Aurelio Fierro & Trio Joyce
5) La canzone che piace a te (Raffaele Cutolo-Marino De Paolis-Mario Ruccione) Nilla Pizzi & Aurelio Fierro e Claudio Villa & Duo Fasano
6) Giuro d’amarti così (Mario Panzeri-Vittorio Mascheroni) Claudio Villa e Nilla Pizzi

LATO B

1) L’edera (Vincenzo D’Acquisto-Saverio Seracini) Nilla Pizzi e Tonina Torrielli
2) I trulli di Alberobello (Giovanni Ciocca-Umberto Bindi) Duo Fasano e Aurelio Fierro & Trio Joyce
3) Fantastica (Armando Costanzo-Coriolano Gori-Piero Bentivoglio) Johnny Dorelli e Natalino Otto
4) Campana di Santa Lucia (Bixio Cherubini-Carlo Concina) Claudio Villa e Giorgio Consolini
5) Amare un’altra (Riccardo Pazzaglia-Giorgio Fabor) Gino Latilla e Nilla Pizzi
6) Nozze d’oro (Franco Conti-Giorgio Cavalli-Enrico Canelli) Tonina Torrielli & Duo Fasano e Trio Joyce

venerdì 17 febbraio 2012

Marco Carena - Serenata/Accessori auto (1991)












Nel terzo post dedicato a Sanremo ritorniamo, dopo Antonella Bellan, ad un cantante torinese che ha partecipato al Festival, Marco Carena, che nel 1991, l’anno dopo aver vinto quello di Sanscemo, concorre a Sanremo: la canzone presentata, “Serenata”, si basa su una serie di doppi sensi generati dalla ripetizione della prima sillaba di una parola che richiama un'altra (da “chia…chia…chia…chiacchiera con me” a “tro….tro…tro….trovo che sia tardi”), secondo un uso tipico della canzone popolare.
Sul retro la già conosciuta “Accessori auto”, tratta dal primo album, che dopo Sanremo, secondo un abitudine deleteria che è una delle tante cause della crisi del mercato discografico, verrà ristampato con l’aggiunta di “Serenata” ed il titolo cambiato.

1) Serenata (Marco Carena)
2) Accessori auto (Marco Carena)

giovedì 16 febbraio 2012

AA.VV. - I cantanti stranieri al Festival di Sanremo (1964)












Questa raccolta pubblicata dalla Derby racchiude le interpretazioni di alcune canzoni presentate al festival di Sanremo del 1964 da artisti stranieri, con due eccezioni (cioè reinterpretazioni di canzoni cantate da altri).
Le versioni originali sono quelle di Gene Pitney, Patricia Carli, Bobby Rydell, Frida Boccara, Gil Fields e i Fraternity Brothers e Richard Moser jr.
Le due reinterpretazioni sono “Ieri ho incontrato mia madre” di Mike Clark (al festival presentata da Antonio Prieto e dal suo autore Gino Paoli) e “Motivo d’amore”, sempre cantata da Mike Clark (in originale interpretata da Frankie Avalon e da Pino Donaggio).
La pronuncia non è sempre impeccabile, e non tutte le canzoni sono allo stesso livello, ma certo impressiona la qualità degli autori di quel periodo (leggete i nomi: c’è la storia della musica leggera italiana, da Carlo Alberto Rossi a Mario Panzeri, da Giorgio Calabrese a Gorni Kramer, da Nisa a Bruno Pallesi), soprattutto se paragonata ai festival degli ultimi anni.

LATO A

1) Gene Pitney - Quando vedrai la mia ragazza (Carlo Rossi-Enrico Ciacci)
2) Patricia Carli – Non ho l’età (Mario Panzeri-Nisa-Gene Colonnello)
3) Bobby Rydell - Un bacio piccolissimo (Giovanni Ornati-Gino Mescoli)
4) Frida Boccara – L’ultimo tram (a mezzanotte) (Giorgio Calabrese-Eros Sciorilli)
5) Mike Clark - Ieri ho incontrato mia madre (Gino Paoli)
6) Gil Fields e i Fraternity Brothers - La prima che incontro (Vito Pallavicini-Gorni Kramer)

LATO B

1) Patricia Carli – Così felice (Giorgio Gaber)
2) Bobby Rydell – L’inverno cosa fai? (Nisa-Gene Colonnello)
3) Gene Pitney – E se domani (Giorgio Calabrese-Carlo Alberto Rossi)
4) Mike Clark – Motivo d’amore (Pino Donaggio)
5) Richard Moser jr - Tu piangi per niente (Vito Pallavicini-Piero Soffici)
6) Gil Fields e i Fraternity Brothers – Sabato sera (Bruno Pallesi-Gualtiero Malgoni)

mercoledì 15 febbraio 2012

Antonella Bellan – Lettera/Il regno d’amore (1975)












Ieri è iniziato il Festival di Sanremo e quindi, a partire da oggi, il blog presenterà alcuni dischi legati a questa manifestazione, come al solito alternando artisti legati a Torino o al Piemonte con altri del resto del mondo....e cominciamo subito con il Festival del 1975, una di quelle edizioni considerate "minori" ma che aveva in realtà in gara alcune belle canzoni e molti artisti interessanti, come Antonella Bellan, di cui abbiamo già parlato presentando il suo 45 giri “Chitarra e blue-jeans”, pubblicato nell’autunno del 1975: oggi invece presentiamo la canzone che, qualche mese prima, aveva portato Antonella alla ribalta nazionale del festival di Sanremo.
Così aveva scritto lei stessa nel commento al disco nel blog, in merito a “Lettera”: “Io non entrai in finale essendo la prima esclusa della mia serata. Ero piccola e tutto mi sembrò come avvolto in una sfera magica. Esperienza indimenticabile anche se, in quel momento, mi faceva rabbia la canzone che portavo al Festival, assolutamente non adatta alla mia personalità. Ma tant'è, mi ha permesso di conoscere persone straordinarie che altrimenti non avrei mai conosciuto come il grande Enrico Simonetti che dirigeva l'orchestra, e moltissime altre che ricordo sempre con un una certa commozione”.
Devo dire che “Lettera” è comunque una canzone orecchiabile, certo senza pretese, che mette comunque in evidenza le doti vocali di Antonella che, ricordiamolo, al momento della partecipazione al festival aveva solo sedici anni; il testo di Renato Scala e Luciana Medini racconta di un amore a distanza.
Meno interessante il retro, “Il regno d’amore”.

1) Lettera (Renato Scala-Luciana Medini-Pier Benito Greco-Mario Mellier)
2) Il regno d’amore (Luciana Medini-Mario Mellier)

sabato 11 febbraio 2012

Sandro Giacobbe - Bimba (1977)












“Bimba” è il quarto album di Sandro Giacobbe, il secondo che presentiamo qui sul blog, e l’ultimo che incide per la CBS; dal successivo “Lenti a contatto” Giacobbe passerà alla CGD.
Il disco non presenta novità rispetto allo stile melodico già presente nelle precedenti incisioni del cantautore, e i testi sono tutti d’amore, raccontando la nascita e le varie fasi di una storia.
Tra le canzoni più interessarti c’è “Se vuoi nasconderti”, in cui la protagonista è scappata di casa, “Il tempo dell’amore” e la conclusiva “E Silvia”, oltre ai due brani pubblicati su 45 giri, “Bimba” e “Ieri”.
Tutte le canzoni sono scritte da Giacobbe per la musica e da Daniele Pace con Oscar Avogadro per i testi.
Tra i musicisti che partecipano all’incisione sono da citare i due chitarristi, Massimo Luca ed Alberto Radius,
Ma…secondo voi oggi, nel 2012, lo farebbero pubblicare a un cantante un disco con una copertina come questa?

LATO A

1) Preludio
2) Il vecchio Antonio
3) Chissà però
4) Amici
5) Se vuoi nasconderti
6) Bimba

LATO B

1) Il tempo dell’amore
2) Quel gioco stupido
3) Che cosa rimane
4) Ieri
5) Silvia

giovedì 9 febbraio 2012

Valerio Liboni - Magari poi/Nonostante te (1982)












Oggi ritorniamo a parlare di Valerio Liboni, ex batterista dei Ragazzi del Sole e della Strana Società, di cui nel blog abbiamo già presentato sia delle sue proposte da solista che collaborazioni varie.
Quello di oggi è un 45 giri del 1982 (la matrice è datata 16 marzo), pubblicato dalla Panarecord.
"Magari poi" è una ballata d'amore, con un inizio pianistico a cui si aggiungono gli altri strumenti, con un arrangiamento tipicamente anni '80 che, riascoltato oggi, risulta un po' datato; la melodia ha qualche eco del Fossati di quegli anni (avete presente album come "Panama e dintorni"?), e la canzone è tra le più note di Liboni in quanto è stata incisa anche dal cantante francese Michel Sardou.
Il retro, "Nonostante te", ricalca lo stile del primo brano, forse un po' "tozziana" in certe idee nell'arrangiamento.
Il disco è prodotto dal discografico torinese Gualtiero Gatto, ex componente dei Venegoni & CO, titolare degli studi di registrazione G7 e dell'etichetta "Gattocicova", mentre gli arrangiamenti sono curati da due musicisti torinesi, il bassista Guido Guglielminetti e il tastierista Roberto Zanaboni; quest'ultimo è anche coautore della musica di "Nonostante te".

1) Magari poi (Valerio Liboni)
2) Nonostante te (Valerio Liboni-Roberto Zanaboni-Valerio Liboni)

mercoledì 8 febbraio 2012

Massimo Vita - Non ho che te/Hai sbagliato, ho sbagliato (1979)













E dopo Augusto Vita , di cui abbiamo parlato a giugno, oggi è la volta di Massimo Vita, un altro cantante con cui non sono imparentato.
La voce di Massimo mi ricorda un po’ Walter Foini, ed anche lo stile di “Non ho che te” si colloca sulla linea dell’autore di “Una donna, una storia”; della canzone non esiste traccia in SIAE, e così non ho individuato chi possa essere il Renoldi citato nell’etichetta.
Più ritmata “Hai sbagliato, ho sbagliato”, con la musica scritta da Ninni Carucci (che cura gli arrangiamenti di entrambi i brani) che strizza l’occhio alla discomusic e ai Bee Gees.

1) Non ho che te (Andrea Lo Vecchio-Gino De Stefani-Gian Piero Ameli-C. Renoldi)
2) Hai sbagliato, ho sbagliato (Alberto Salerno-Ninni Carucci)

martedì 7 febbraio 2012

Mariolino Barberis - Il posto mio/Agnese (1968)












Si avvicina Sanremo, ed anche noi ci avviciniamo al festival: lo facciamo con un disco che contiene sì una canzone presentata a Sanremo nel 1968, ma non in questa versione: si tratta di "Il posto mio", bella canzone scritta da Alberto Testa e Tony Renis e cantata da quest'ultimo in abbinamento con Modugno.
Sicuramente queste due versioni le conoscerete già, mentre meno nota è l'incisioe che ne fece il cantante torinese Mariolino Barberis che, dopo i due dischi pubblicati con l’RCA Italiana (con cui vince per due anni di seguito il Cantagiro nella sezione Giovani), lascia l’etichetta romana (a causa dei motivi che Happy Ruggiero ci ha raccontato nell’intervista realizzata due anni fa) e passa alla DKF, con cui pubblica nella primavera del 1968 (dopo un 45 giri diviso a metà con Lina Chiusso) questo disco.
Una recensione del disco tratta da "Giovani"
“Il posto mio” nulla aggiunge e nulla toglie, in questa versione, a quelle più note, ed Happy Ruggiero non stravolge per nulla l’arrangiamento.
“Agnese” è una canzone melodica con sul sottofondo un’armonica a bocca che dà al brano un’atmosfera quasi country; Ruggiero è l’autore della musica con Luigi Ferracioli, mentre le parole sono di Bruna Giorgini Dunn, che abbiamo già incontrato come autrice del testo di Gina Gey, e raccontano il rimpianto per un amore del passato.
Torneremo sicuramente su Mariolino in altri post.

1) Il posto mio (Alberto Testa-Tony Renis)
2) Agnese (Bruna Giorgini Dunn-Happy Ruggiero-Luigi Ferracioli)

sabato 4 febbraio 2012

Gino Paoli - La ragazza senza nome (1978)












La Start, come sapete, era una delle serie economiche della Durium, ed in genere ristampava album pubblicati qualche anno prima dalla casa madre, con alcune eccezioni tra cui due dischi di Gino Paoli di cui ci occuperemo nel blog: il primo, “La ragazza senza nome”, lo presentiamo oggi.
Come scritto sul retro di copertina, si tratta in realtà di un disco che raccoglieva alcune canzoni pubblicate fino a quel momento solo su 45 giri, e quindi non più reperibili.
La title track e uno dei brani più interessanti, ed è un peccato che Paoli l’abbia dimenticata e non la riproponga più dal vivo; fu pubblicata in origine nel 1975 su 45 giri, con sul retro "E' facile amarti".
“Il tuo viso di sole”, di cui è coautore del testo Antonio Balducci, è qui nella versione originale del singolo del 1969, con la sola chitarra di Veraldo Paolini e il contrabbasso di Marco Ratti, ed in questa veste la canzone acquista in intensità, così come succede per “Albergo a ore” (che era il lato A dello stesso 45 giri e che pochi giorni fa abbiamo presentato nella versione originale di Herbert Pagani), “Accade così” e “Un po’ di pena” (in questi ultimi due brani, da un 45 giri del 1970, la chitarra è quella di Ettore Cenci).
Di “Invece no” (del 1971, con sul retro "Addio") esistono molte versioni: oltre a quella del suo autore, presente nel disco “Con il passare del tempo”, c’è quella di Nicola Arigliano, quella di Donatella Moretti (in “Storia di storie”).
Per "Monique", lato B di "Come si fa", del 1969, è assente sull'etichetta la firma di Mogol, coautore del testo in Siae.
Pur essendo, come abbiamo visto, canzoni risalenti a periodi diversi, l'ascolto del disco completo mette in evidenza più le cose comuni che le differenze, ed a tutti gli effetti sembra un album registrato in un unica occasione, un LP che conferma che il periodo Durium di Paoli è forse uno dei più interessanti della carriera del cantautore.

LATO A

1) La ragazza senza nome (Gino Paoli)
2) Il tuo viso di sole (Gino Paoli-Antonio Balducci-Gino Paoli)
3) Invece no (Giorgio Calabrese-Umberto Bindi)
4) E’ facile amarti (Gino Paoli)
5) Accade così (Gino Paoli)
6) Addio (Gino Paoli)

LATO B

1) Albergo a ore (Herbert Pagani-Margueritte Monnot)
2) Un amore di seconda mano (Gino Paoli-Lorenzo Raggi-Bruno Pallini)
3) Monique (Mogol-Michele Anzoino-Gino Paoli)
4) Un po’ di pena (Gino Paoli-Antonio Balducci-Gino Paoli)
5) I giorni senza te (Gino Paoli-M. Anzoino-Gino Paoli)
6) Dormi (Gino Paoli)

giovedì 2 febbraio 2012

Mario Scrivano - Ho provato a morire (1969)












Dopo il lavoro di Herbert Pagani, oggi parliamo di un altro album pubblicato nello stesso periodo, anche se questa è forse l'unica cosa in comune che hanno i due lavori: il primo album inciso da Mario Scrivano.
Dopo aver presentato alcuni 45 giri del cantautore pinerolese, finalmente ci occupiamo del suo 33 giri, intitolato “Ho provato a morire”, dal brano di cui abbiamo parlato qualche tempo fa; oltre a questo, nel disco sono raccolti anche le altre canzoni pubblicate su 45 giri, ed inoltre altre (come “I miei amici” o “Dimenticar”) verranno pubblicate in seguito.
Lo stile è comunque quello che abbiamo già conosciuto nei dischi precedenti, basato su costruzioni melodiche non banali ed arrangiamenti con in evidenza il sax e l’organo; molte banalità invece in quasi tutti i testi, tutti d’amore.
Da citare “E’ la solita storia”, “Dimentica me” e l’intensa “Dimenticar”.
Come al solito, quando si parla di dischi pubblicati dalla Kansas, ci sono discrepanze tra gli autori scritti sull’etichetta e quelli risultanti dal deposito SIAE: sono comunque presenti nomi noti come Franco Zauli, Vic Nocera, Barimar, Claudio Nobbio, i fratelli Serengay, Giorgio Santiano.....ed a proposito di Santiano: indovinate in quale notissima spiaggia della Liguria è stata scattata la foto di copertina?
Ovviamente a Diano Marina....

LATO A

1) Ho provato a morire (Domenico Serengay-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Alfonso Corsini-Franco Zauli)
2) Sole in città (Giorgio Serengay-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Giorgio Santiano-Mario Barigazzi)
3) E' la solita storia (Domenico Serengay-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Franco Zauli)
4) Dimentica me (Domenico Serengay-Vic Nocera-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Franco Zauli-Mario Barigazzi)
5) Il ritorno (Giorgio Serengay-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Franco Zauli)
6) Se tu sapessi amare (Giorgio Serengay-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Giorgio Santiano-Mario Barigazzi)

LATO B

1) I miei amici (Claudio Nobbio-Mario Scrivano)
2) Rido (Giorgio Serengay-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Giorgio Santiano-Mario Barigazzi)
3) Maria (Giorgio Serengay-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Giorgio Santiano-Mario Barigazzi)
4) Grazie amore ((Domenico Serengay-Vic Nocera-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Franco Zauli)
5) Dimenticar (Giorgio Serengay-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Franco Zauli-Mario Barigazzi)
6) Come il vento (Giorgio Serengay-Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Franco Zauli-Mario Barigazzi)

mercoledì 1 febbraio 2012

Da Mameli a Vasco - 150 canzoni che hanno unito gli italiani


Da  qualche settimana è disponibile in tutte le librerie d'Italia "Da Mameli a Vasco - 150 canzoni che hanno unito gli italiani", a cura di Maurizio Becker e pubblicato dalla Coniglio Editore.
Il volume raccoglie 150 schede, ordinate cronologicamente, ognuna dedicata ad una canzone che, in qualche modo e per qualche motivo, è entrata nella storia d'Italia: si parte, ovviamente, dall'inno di Mameli, cioè il "Canto degli Italiani", e attraverso evergreen come "Era de maggio", "Un'ora sola ti vorrei", "Malafemmena", "Il cielo in una stanza", "Caruso", ma anche brani più legati alla realtà storica in cui sono nati, come "La leggenda del Piave" o "Faccetta nera", si arriva fino a "Eh...già" di Vasco Rossi, l'ultima scheda.
Quello che ne viene fuori è una storia d'Italia attraverso le canzoni, una storia che spazia tra gli stili e i generi (dal liscio di "Romagna mia" alla canzone umoristica di "Ma la notte no", dalla canzone d'autore come "La canzone di Marinella" al pop di "Hanno ucciso l'uomo ragno").
Le schede sono redatte dai vari collaboratori di "Musica leggera", più qualche partecipazione straordinaria come quella di Fausto Cigliano, Giorgio Calabrese, Anna Graziani, Giorgio Conte, Antonio Sciotti, Mimmo Liguoro, Stefano Torossi, ed ovviamente ognuno degli autori ha caratterizzato le schede di cui si è occupato secondo le sue caratteristiche: in alcune quindi si privilegia l'aspetto storico, in altre l'analisi del testo, in altre ancora quella musicale o sociale.
I lettori di "Musica leggera" troveranno quindi nel libro alcune firme conosciute: Christian Calabrese, Annunziato Cangemi, Luciano Ceri, Enzo Giannelli, Melisanda Massei Autunnali, Michele Neri, Timisoara Pinto, Franco Settimo, Vito Vita e Franco Zanetti, oltre naturalmente al direttore Maurizio Becker. 
Il libro quindi è da consigliare a tutti gli appassionati di musica leggera, per ricuperare quello che è un patrimonio culturale, nel bene e nel male, del nostro paese, e che forse andrebbe valorizzato un po' di più.