martedì 31 luglio 2012

Umberto Tozzi - Gloria/Mamma Maremma (1980)












Due canzoni tratte dalll’album “Gloria” (in versione spagnola), che conferma il successo europeo del rosso torinese: ogni estate, nel periodo della mia adolescenza, si sapeva che sarebbe arrivata una canzone-tormentone di Tozzi, a partire da “Ti amo” (1977) fino a “Eva (1982), passando per “Tu” (1978), appunto “Gloria” (1979), “Stella stai” (1980) e “Notte rosa” (1981).
Il 1983 fu l’anno di “Nell’aria c’è”, che a me piaceva ancora ma che vendette molto meno rispetto ai precedenti, e che non fu seguita da nessun album, al contrario dei precedenti 45 giri.
E l’anno dopo fu la volta della francamente imbarazzante “Hurrah” (…alla marinara per te bella prigioniera…).
Ma ritorniamo indietro al 1979, e a queste due canzoni, “Gloria” e “Mamma Maremma”, tradotte in spagnolo da Oscar Gomez: sulla prima c’è poco da dire, è famosissima….mentre “Mamma Maremma” fa parte di quei brani di Tozzi meno conosciuti ma validi a volte anche più di quelli famosi.
Su una musica allegra e orecchiabile il testo, frutto evidentemente di ricordi di Bigazzi (“Grosseto è ormai metropoli…”), racconta di una contadina che prende a ben volere questo bimbo che arriva per le vacanze con la famiglia dalla città…la descrizione del treno che va sulla spiaggia si adatta a molti posti di vacanze, non ultima la Riviera di Ponente ligure….una canzone che per tanti motivi mi ha sempre fatto venire in mente la mia adolescenza e le estati a San Bartolomeo al Mare.
La traduzione mi pare tutto sommato fedele allo spirito dell’originale.
Ai cori, così come nella versione originale, Euro Cristiani.

1) Gloria (Oscar Gomez-Giancarlo Bigazzi-Umberto Tozzi)
2) Mamma Maremma (Oscar Gomez-Giancarlo Bigazzi-Umberto Tozzi)


lunedì 30 luglio 2012

AA.VV. - Ospedali & malattie

SERIE “LE GRANDI RACCOLTE PER LA GIOVENTU' “ - VOL. 7

Il blog riapre oggi, dopo qualche giorno di assenza per i motivi che sapete....ed a questo proposito ho pensato di ricominciare con il settimo volume della serie “Le grandi raccolte per la gioventù” (dal celebre slogan delle figurine Panini), raccolte (e non compilation, come si usa oggi) musicali virtuali, compilate in maniera tematica, per la gioventù in quanto si spera che possano essere utili per i più giovani lettori del blog....e, per rimanere in tema con l'assenza, ho pensato di trattare le canzoni che, in un modo o nell'altro, hanno a che fare con gli ospedali e le malattie.
Per chi fosse interessato, comunque: tutto è andato bene, c'erano più di cento calcoli, ed ora sono in convalescenza.












OSPEDALI & MALATTIE

La raccolta si apre con “L'amico” di Giorgio Gaber, tratto dall'album “I borghesi” del 1971, e racconta un dialogo con un amico malato terminale in ospedale; la canzone verrà ripresa anche dal vivo nello spettacolo “Dialogo tra un impiegato e un non so” l'anno successivo.
Gaber è l'unico autore di cui sono presenti due canzoni: l'altra è “Gildo”, successiva di dieci anni, in cui viene descritto il rapporto con un vicino di letto in ospedale.
Fabrizio De André è presente anch'egli come autore con due canzoni, “Un medico” e “Un malato di cuore”, ma di quest'ultima ho inserito la versione di Morgan nella reincisione dell'album “Non al denaro, non all'amore né al cielo”.
Jannacci, con "Natalia" (tratta da uno dei suoi capolavori, "Fotoricordo", del 1979) descrive un episodio di quella che è stata per anni la sua vera professione, il chirurgo, con un'operazione al cuore ad una bambina torinese.
In realtà non tutte le canzoni parlano di malattie in senso letterale: “Malatia” di Peppino Di Capri è, ad esempio, una canzone d'amore.
Pierdavide Carone e Dente sono due rappresentanti della nuova generazione della canzone d'autore, e la canzone di Carone in particolare ha un testo molto azzeccato; i Litfiba e i Prozac + sono due esponenti del rock italiano a cavallo tra gli '80 e i '90.
“No dottore” è uno dei testi di Mogol più particolari, trattando (seppur in maniera velata) di un omicidio, mentre il duetto di Mina e Beppe Grillo “Dottore” ha un elenco di medicinali (un ansiolitico, omeopatico, ecc...) che ben si adatta al tema.
Non poteva mancare “Pigliate 'na pastiglia” di Carosone (canta Napoli, Napoli in farmacia), mentre “Angelo Raffaeele” di Al Bano è l'inno ufficiale dell'ospedale San Raffaele di Milano (quello di don Verzé, per intenderci...).Completano la raccolta l'Equipe 84, la Berté, la Vanoni e Mal (quest'ultimo con una canzone tratta da un album del 1976), mentre la conclusione in chiave comica è affidata a Walter Chiari.

  1) Giorgio Gaber - L'amico (1971)
  2) Peppino Di Capri - Malatia (1958)
  3) Pierdavide Carone - La ballata dell'ospedale (2010)
  4) Equipe 84 - Clinica Fior di Loto SPA (1973)
  5) Enzo Jannacci - Natalia (1979)
  6) Fabrizio De André - Un medico (1971)
  7) Morgan - Un malato di cuore (2005)
  8) Litfiba - Febbre (1986).
  9) Lucio Battisti - No dottore (1976)
10) Mina & Beppe Grillo - Dottore (1996)
11) Giorgio Gaber - Gildo (1981)
12) Ornella Vanoni - Sto male (1973)
13) Renato Carosone - Pigliate 'na pastiglia (1958)
14) Mal - Una malattia (1976)
15) Prozac + - Pastiglie (1996)
16) Loredana Bertè - Quanto costa dottore (1983)
17) Dente - Pastiglie (2003)
18) Al Bano - Angelo Raffaele (2001)
19) Walter Chiari - La strana malattia di Ciccio (1963)

sabato 14 luglio 2012

Mosé - Auxilium/Come ho voluto io (1972)












Prima di parlare di dischi, voglio segnalare a tutti gli amici del blog questa importante raccolta firme (che mi è stata segnalata da Franco Settimo e Valerio D'Angelo) per impedire la chiusura della Discoteca di Stato: invece di effettuare i tagli dove sarebbe opportuno che fossero fatti, si chiude un ente prestigioso e storico che ha raccolto e continua a raccogliere la memoria sonora della nazione...maggiori informazioni in merito, con le modalità per la raccolta firme, le potete trovare qui:

http://www.unita.it/culture/salviamo-la-discoteca-di-stato-firma-l-appello-1.429071

Quello di oggi è l'ultimo post pre-ricovero, e non so dire al momento quando ci sarà il prossimo...come ha scritto Mogol, lo scopriremo solo vivendo. E lo vogliamo dedicare ad uno dei musicisti che nella Torino dei primi anni ’70 animavano le serate nei vari locali cittadini, Nereo Villa, cantante e tastierista del gruppo di rock progressivo “Nicosia & C. Industria Musicale”, fondato da Nuccio Nicosia di cui abbiamo già parlato nel blog quiqui .
Villa ha anche collaborato con Misterbianco, altro artista già noto agli amici del blog, e proprio inserendo un commento nel tentativo di rintracciare Tony Ranieri Nereo Villa è entrato in contatto con il negozio di Euterpe.
A questo punto è ovvio procedere con la presentazione di un disco di Nereo Villa, inciso nel 1972 usando (chissà perché…) lo pseudonimo “Mosè”.
La canzone sul lato A, “Auxilium”, me la ricordo quando ero bambino: infatti mia madre seguiva, tutti i mercoledì, la trasmissione radiofonica “I Malalingua”, condotta da Luciano Salce e Bice Valori, al cui interno vi era la rubrica “Schif Parade”, dedicata alle canzoni peggiori della settimana.
E ricordo “Auxilium”, presente in molte puntate, peraltro in buona compagnia (a memoria ricordo “Messina” di Roberto Vecchioni, “38 luglio” degli Squallor, “Sugli sugli bane bane” delle Figlie del Vento, “Cara signora” di Selly e “Paleobarattolo” di Renato Zero).
Ascoltando oggi la canzone devo dire che Salce, al di là dell’ironia presente nell’idea della Schif Parade, in questo caso non ci aveva azzeccato: “Auxilium” è infatti un brano con influssi rhyrhm ‘n’ blues, mentre il testo è una richiesta di aiuto per guarire da una malattia d’amore; la voce di Mosè mi ricorda un po’ quella di Pappalardo, seppur meno roca.
La canzone sul retro, “Come ho voluto io”, con il piano e il basso in evidenza, è una canzone d’amore con un testo non banale ed una melodia un po’ battistiana.
Entrambe le canzoni, scritte dallo stesso Villa, sono arrangiate da Massimo Salerno, uno dei due figli di Nisa.

1) Auxilium (Nereo Villa)
2) Come ho voluto io (Nereo Villa)

venerdì 13 luglio 2012

Stefano Rosso - Letto 26/...ci siamo ancora noi (1976)












La prossima settimana sarò ricoverato in ospedale per un piccolo intervento...e quindi ho pensato di fare un post su una canzone nata appunto durante una degenza in ospedale di Stefano Rosso, "Letto 26" (che era il suo letto in ospedale). Nel suo caso l'intervento era una tonsillectomia, nel mio invece si tratta dell'asportazione della cistifelea e dei calcoli che contiene....d'altronde io le tonsille le ho già tolte nel 1971. Chissà che numero di letto mi daranno....
Passando alle canzoni di questo 45 giri, su "Letto 26" c'è poco da dire: è una bella canzone ed è, insieme ad "Una storia disonesta", è il brano più conosciuto di Stefano Rosso.
Mentre "Letto 26" verrà inserita pochi mesi dopo nel primo album del cantautore, il retro "...ci siamo ancora noi" rimarrà invece inedita su LP, ed è una canzone nello stile più meditativo di Stefano Rosso, che racconta di una passeggiata notturna e che nel ritornello diventa una canzone d'amore; sicuramente meno interessante rispetto al lato A.
Stefano Rosso è autore di entrambi i brani, mentre gli arrangiamenti sono curati da Piero Pintucci.
Nel 1978 Stefano Rosso inciderà una versione di "Letto 26" con un nuovo testo nell'album "E allora senti cosa fo"; come bonus track trovate una versione integrale della canzone (che poi sarebbero le due parti unite in sequenza).
Infine un'altra bonus track: la versione del 2001 contenuta nella raccolta "Il meglio"

1) Letto 26
2) ...ci siamo ancora noi
Bonus track: 3) Letto 26 (versione integrale)
                     4) Letto 26 (versione 2001)

mercoledì 11 luglio 2012

Dino Cassio e i Brutos - Uffà, nun me scuccià/Le mele (1971)












Riprendiamo dopo qualche giorno di pausa…questo è un periodo in cui sono occupato da molte cose (e non tutte piacevoli, in verità...) e quindi sto un po’ tralasciando il blog, ma per qualche giorno dovrei farcela ad inserire nuovi post, e comincio con un disco per ricordare un amico che ci ha lasciato.
Come forse sapete, lunedì è morto a Roma Dino Cassio, uno dei componenti dei Brutos dal 1964 (aveva sostituito Giorgio Astore); da alcuni anni era malato e, alla fine di giugno, le sue condizioni si erano aggravate.
Cassio aveva anche una discreta carriera come attore comico: molti lo ricorderanno nei due film da regista di Renzo Arbore, “Il papocchio” del 1980, in cui cantava il celebre brano “Non correre papà”, e “FF.SS” del 1983 in cui, in coppia con Gigi Proietti nella parte di Curtatone, interpretava Montanara, ma aveva anche lavorato spesso con Lino Banfi.
Per ricordarlo, ecco un 45 giri inciso nel 1971, il primo dopo l’abbandono di Gerry Bruno (che aveva lasciato il gruppo per lavorare con Garinei e Giovannini in “Alleluja brava gente”): la canzone sul lato A, “Uffà nun me scuccià”, scritta da Alberto Petrucci per il testo e da Armando Romeo per la musica, avrebbe dovuto partecipare al Festival di Napoli del 1971 (in abbinamento con Gloriana) ma, come si sa, quell’edizione non venne disputata dopo l’intervento del sostituto procuratore della repubblica (a seguito dell’esposto di alcuni autori esclusi dalla manifestazione, che ipotizzavano presunti brogli in fase di selezione).
Non si tratta di un brano memorabile: il testo racconta di un conflitto generazionale tra un figlio e una mamma, mentre la musica è quella che uno si immaginerebbe per il “Festival di Napoli”.
La canzone sul retro, “Le mele”, ha gli stessi autori di “Uffà nun me scuccià”, con in più come paroliere Espedito Barrucci, il fondatore e titolare della Zeus, l'etichetta che pubblicò il 45 giri: cantata in italiano, passa in rassegna vari tipi di frutta, manifestando poi un'avversione verso le mele (e, se per caso c'è qualche doppio senso, devo dire che non l'ho colto...).
Come bonus track “Non correre papà”, scritta da Arbore in collaborazione con De Crescenzo per il testo e con il maestro Paolo Ormi e Adriano Fabi (che usa lo pseudonimo “Cashin”) per la musica, e che Dino Cassio canta con la bambina Marzia Tornari.

1) Uffà nun me scuccià (Alberto Petrucci-Armando Romeo)
2) Le mele (Alberto Petrucci-Espedito Barrucci-Armando Romeo)

Bonus track: 3) Non correre papà (Renzo Arbore-Luciano De Crescenzo-Paolo Ormi-Adriano Fabi-Renzo Arbore)