Euterpe era la musa della musica, secondo la mitologia greca. Questo blog tratta di musica: classica, leggera, pop (come recitava Vanna Brosio presentando "Adesso musica"). Sono quindi presenti nel blog recensioni di dischi e di libri su argomenti musicali, accompagnate da immagini, con un occhio di riguardo (anche se non esclusivo) per la musica prodotta sotto la Mole.
lunedì 29 aprile 2013
La Strana Società - Mi innamorai/Uno per l'altro (1976)
Uno degli ultimi 45 giri de "La Strana Società" (e l'ultimo di Valerio Liboni con il gruppo, che abbandonerà ad ottobre di quell'anno sostituito da Roberto Coen), con due canzoni melodiche di cui la prima, "Mi innamorai", ha lo stesso titolo di un brano lanciato l'anno prima da Il Giardino dei Semplici.
La cosa particolare di questa canzone è che "Mi innamorai" nell'etichetta è firmata da Italo Janne e Roberto Lipari, ma se andiamo a verificare gli autori nel sito SIAE scopriamo che i due sono i compositori della musica mentre il testo è scritto da Roberto Vecchioni, che chissà perché non compare sull'etichetta.
Non risulta invece depositata alla SIAE "Uno per l'altro", scritta da Claudio Daiano su musica firmata da Barracuda, evidentemente uno pseudonimo (e chissà chi si nasconde dietro di esso); con questo brano il gruppo partecipa al Disco Verde.
Come abbiamo detto, entrambi i brani sono melodici, sulla falsariga dei tantissimi altri gruppi di quel periodo, dai Cugini di Campagna alla Bottega dell'Arte, dai Collage ai Panda e via dicendo (un filone di cui, a ben guardare, anche i Pooh sono stati parzialmente esponenti).
Gli arrangiamenti sono curati da Pinuccio Pirazzoli, mentre la produzione è curata da Franco Cassano.
1) Mi innamorai (Roberto Vecchioni-Italo Janne-Roberto Lipari)
2) Uno per l'altro (Claudio Daiano-Baracuda)
giovedì 25 aprile 2013
Yves Montand - Bella ciao/Amor dammi quel fazzolettino (1963)
Quale post migliore oggi, 25 aprile, di questo 45 giri del francese/toscano Ivo Livi, alias Yves Montand?
Il lato A è la sua celeberrima versione del noto canto partigiano che, senza fare disquisizioni filologiche, pare che derivi da un canto tradizionale di lavoro delle mondine, ed una delle bonus track è la versione di Giovanna Marini, dall'album del 2002 "Sento il fischio del vapore", con il testo originario.
Sul lato B invece vi è "Amor dammi quel fazzolettino", canzone del folklore dell'Italia del nord ripresa in seguito anche da Gigliola Cinquetti.
Completano il post altre due versioni della canzone di poco successive, quella dei Gufi tratta dallo spettacolo del 1965 "I Gufi cantano due secoli di Resistenza" e quella di Giorgio Gaber incisa in un mini 45 giri abbinato alla rivista "POP" (sul retro vi era "Let's dance" interpretata dai Ravers), versione che, come arrangiamento, mi ricorda molto "Io non mi sento italiano".
1) Bella ciao (tradizionale)
2) Amor dammi quel fazzolettino (tradizionale)
Bonus track: 3) I Gufi - Bella ciao (1965)
4) Giorgio Gaber - O Bella ciao (1966)
5) Giovanna Marini - Bella ciao (2002)
martedì 23 aprile 2013
Bluerba - Bluerba (1981)
I Bluerba nascono a Torino alla fine degli anni '70 dall'incontro di tre chitarristi: Peppino D'Agostino, Alfredo Morabito ed Enzo Ponzio; il genere scelto dai tre, come si può evincere dal nome scelto, è il bluegrass e il country nordamericano, non molto praticato in Italia (tranne poche eccezioni come Giovanni Unterberger e, in parte, alcune cose di Goran Kuzminac, specialmente nei primi album), ed in breve cominciano ad esibirsi nei locali cittadini, in primo luogo il Centralino di via delle Rosine.
Nel 1981 la Drums, storica etichetta torinese di cui abbiamo già parlato alcune volte nel blog (ad esempio a proposito del Duo Fasano o di Enzo Maolucci), pubblica il loro album omonimo con undici brani, perlopiù strumentali: disco di cui ho trasmesso la title track in alcune occasioni quell'anno (in cui lavoravo a Radio Incontri).
Registrato allo studio "G7" di Gualtiero Gatto con Filippo Dagasso come tecnico del suono, il disco racchiude quella che era la caratteristica musicale del trio: chitarre acustiche in evidenza, melodie che si collocano tra il folk e la west-coast, pochissime percussioni qui e là (peraltro molto in sottofondo).
Alfredo Morabito è la voce solista degli unici brani cantati, che sono "Una serata con Giulia", "Come allora", "Bar dell'angolo" (che racconta di un locale nei pressi di Palazzo Nuovo, il verso iniziale infatti recita "Al bar dell'angolo dietro l'Università...") e la title track (in cui cantano tutti e tre i componenti del gruppo).
In "Aria in re" Peppino D'Agostino mette in evidenza tutta la sua tecnica, che lo renderà negli anni futuri uno dei più noti chitarristi acustici italiani, con successi anche oltreoceano (da vent'anni vive in California), mentre in "Tarantola" di Ponzio in alcuni punti si sentono delle reminiscenze di "Anji" di Davey Graham. Gli arrangiamenti sono curati dagli stessi Bluerba, mentre la produzione è di Gualtiero Gatto e Giancarlo Cara.
Come ricordato, Peppino D'Agostino troverà il successo come chitarrista negli Stati Uniti, fino ad arrivare alla recente collaborazione con Vasco Rossi in "Vivere o niente", mentre Alfredo Morabito lavorerà per anni a "Raistereouno" e a "Raistereodue", scriverà colonne sonore e diventerà anche autore televisivo.
LATO A
1) Raco (Enzo Ponzio)
2) Una serata con Giulia (Alfredo Morabito)
3) Dagoblù (Peppino D'Agostino)
4) Montecarlo (Enzo Ponzio)
5) Come allora (Alfredo Morabito-Peppino D'Agostino)
6) Aria in re (Peppino D'Agostino)
LATO B
1) Tarantola (Enzo Ponzio)
2) Canzone per Faruk (Peppino D'Agostino)
3) Bar dell'angolo (Alfredo Morabito)
4) Il mago sul ponte (Alfredo Morabito-Enzo Ponzio)
5) Bluerba (Alfredo Morabito-Peppino D'Agostino-Enzo Ponzio)
sabato 20 aprile 2013
Natalino Otto - Têxo/Me son innamoôu de ti (1965)
Oggi un post totalmente genovese: sotto la Lanterna sono nati infatti l'autore dei testi Giorgio Calabrese, l'autore della musica di "Têxo" Gian Franco Reverberi, e l'arrangiatore delle due canzoni, suo fratello Gian Piero, mentre Natalino Otto (autore della musica del lato B), come sappiamo, nasce a Cogoleto (in provincia di Genova).
Il 45 giri viene pubblicato nel 1965 dalla Telerecord, che era la casa discografica che aveva fondato il Codognotto nel 1960: uno dei primi casi di cantante che diventa anche discografico (prima di lui, a memoria, c'erano stati solo Teddy Reno con la CGD e Bruno Rosettani con la Sabrina).
Passando alle canzoni, "Têxo" è musicalmente più ritmata, e all'ascolto mi fa venire in mente le canzoni in genovese che poco tempo prima aveva inciso Lauzi (anche con lo pseudonimo Miguel & i Caravan), mentre "Me son innamoôu de ti", più lenta, è una canzone d'amore.
Purtroppo non capisco per nulla il genovese, lingua che all'orecchio sembra simile a volte al portoghese, ma comunque i due brani sono gradevoli anche senza capire il testo, e Gian Piero Reverberi arrangia con la consueta classe.
1) Têxo (Giorgio Calabrese-Gianfranco Reverberi)
2) Me son innamoôu de ti (Giorgio Calabrese-Natalino Otto)
mercoledì 17 aprile 2013
Henrj Ferraris - Morbida sei tu/La marcia della vita (1961)
Continuiamo con la riproposizione della discografia del cantante torinese Henrj Ferraris, accompagnato dal suo complesso, con questo 45 giri pubblicato dall'Emanuela Records nel 1961 (la matrice è datata 16 marzo).
Sul lato A vi è un cha cha cha (come è scritto sull'etichetta), "Morbida sei tu", scritta dal noto trombettista Gaetano Gimelli (nato a Portofino ma vissuto a Pecetto, nei pressi di Torino) mentre il testo è di un certo Di Landa (la canzone non risulta depositata in SIAE).
Meno interessante il lato B, "La marcia della vita", che ha musicalmente un'aria da festa di paese e che è scritta da Barone e Marabotto, autori di molti brani dell'Emanuela (tra cui alcuni incisi dai Brutos).
1) Morbida sei tu (Di Landa-Gaetano Gimelli)
2) La marcia della vita (Giampiero Barone-Giovanni Marabotto)
domenica 14 aprile 2013
Dominga - Isadora/Ricordati ragazzo (1969)
Purtroppo pare che la Rai abbia distrutto tutte le registrazioni di "Settevoci", il celebre programma musicale condotto da Pippo Baudo che lanciò moltissimi cantanti, spesso scomparsi dopo pochi 45 giri pubblicati: e quindi non si potrà mai vedere in programmi come "Da da da" o "Techetecheté" Dominga mentre partecipa appunto a questo programma con "Isadora".
Come ricorderete non è la prima volta che nel blog presentiamo dischi della cantante col caschetto nero di Turbigo, che in seguito (come altre sue colleghe) si dedicherà al liscio; presto comunque parleremo anche dei suoi due LP.
Passando ai brani di questo disco, "Isadora" è la cover dell'omonima canzone scritta da Geoff Stephens e John Carter per Tom Jones, che la incise nel 1968, e ripresa due anni dopo da Sonny Knowles: si tratta di un valzerone tutto sommato non particolarmente originale, con un testo di Vito Pallavicini che non migliora la canzone.
"Ricordati ragazzo" è invece la versione in italiano di "Nature boy", scritta da Eden Ahbez per Nat King Cole e poi incisa da molti altri artisti, tra cui Frank Sinatra: e bisogna rilevare come il lato B sia decisamente più interessante musicalmente del lato A.
Su Dominga, che dire? Una voce dotata, forse non particolarmente originale ma certamente meglio di tante altre cantanti che vanno per la maggiore oggi.
1) Isadora (Vito Pallavicini-John Carter-Geoff Stephens)
2) Ricordati ragazzo (Pinchi-Eden Ahbez)
giovedì 11 aprile 2013
Paolo Conte - Uomo camion/Angiolino (1978) & Franco Califano canta Paolo Conte (1991)
Sicuramente Paolo Conte è, con Rita Pavone e Umberto Tozzi, il cantante piemontese più conosciuto nel mondo (anche se, in realtà, Tozzi è piemontese solo di nascita ma, come tutti sanno, è figlio di pugliesi), e questo 45 giri con due versioni di "Uomo camion" e "Angiolino" inedite su LP, poichè per l'album dell'anno successivo, "Un gelato al limon", vennero reincise, è stata una delle richieste più numerose che ho ricevuto da parte dei nuovi amici del blog.
Ed allora ho pensato, visto che Franco Califano ha espresso più volte la sua ammirazione per Paolo Conte e che nel suo album del 1991 "Se il teatro è pieno" aveva anche inciso due sue canzoni, "Si ta' vuo' scurdà" e "Spassiunatamente", di unire il post su Conte con il ricordo del Califfo, allegando questi due brani come bonus al 45 giri.....un abbinamento che a prima vista potrebbe sembrare tra due opposti, ma in definitiva la musica leggera è una, nonostante tutte le divisioni e le caselle che spesso i cosiddetti critici musicali costruiscono.
In realtà ricordo di aver sentito dal vivo Califano cantare anche una terza canzone dell'avvocato di Asti, "Naufragio a Milano", però non mi risulta che sia mai stata incisa....o ricordo male?
1) Uomo camion
2) Angiolino
Bonus tracks: 3) Uomo camion (versione 33 giri)
4) Angiolino (versione 33 giri)
5) Franco Califano - Si ta' vuo' scurdà (1991)
6) Franco Califano - Spassiunatamente (1991)
martedì 9 aprile 2013
Franco Califano - Ti raggiungerò/Amica malinconia (1965) & Franco Califano - Io me 'mbriaco/E' la malinconia (1975)
Questo è un post doppio, costituito da due 45 giri di Franco Califano: il primo è anche il primo della sua carriera, pubblicato dalla Ariston (etichetta per cui lavorava come autore in quel periodo) nel 1965.
Si tratta di due canzoni scritte per la parte musicale da Gianni Guarnieri, che già fanno intravedere gli elementi della poetica del cantautore romano: gli amori, gli amici e di sottofondo la malinconia.
In "Ti raggiungerò" è presente una voce femminile non meglio precisata; in Siae alla firma di Guarnieri si affianca come autore della musica quella di Walter Baracchi.
Gli arrangiamenti dei due brani sono di Enrico Simonetti.
1) Ti raggiungerò (Franco Califano-Gianni Guarnieri)
2) Amica malinconia (Franco Califano-Gianni Guarnieri)
La malinconia della canzone del primo 45 giri ritorna sul retro di questo disco: "E' la malinconia" è sicuramente una delle canzoni di Califano più riuscite, sia per il testo che per la musica.
Bella è anche "Io me 'mbriaco", introdotta da un assolo di violino, la cui musica è scritta da Toto Savio, di cui abbiamo già parlato nel blog.
Tutte e due le canzoni sono cantate in dialetto romanesco, che ha comunque la fortuna di essere, con il toscano, sicuramente il più comprensibile in tutta Italia.
La produzione è di Achille Manzotti; gli arrangiamenti e la direzione d'orchestra sono di Danilo Vaona, mentre la realizzazione è di Claudio Cavallaro: su entrambi questi musicisti ritorneremo prossimamente.
1) Io me 'mbriaco(Franco Califano-Toto Savio)
2) E' la malinconia (Franco Califano)
domenica 7 aprile 2013
Mini Molly - L'ultima preghiera/Un ricordo (1968)
Per ricordare Califano, anche lui scomparso in questo periodo, iniziamo con un post della cantante torinese Mini Molly, pseudonimo di Giianna Vitale; Califano è l'autore del testo di "L'ultima preghiera", bella melodia di Toto Savio che partecipò al Cantagiro nel 1968.
In quell'anno il cantautore romano, dopo aver inciso due 45 giri per la Ariston, si stava dedicando all'attività di autore per altri artisti (avendo già ottenuto notevoli successi, uno per tutti "La musica è finita"), e solo negli anni '70, con il passaggio alla CGD, avrebbe ricominciato a pubblicare dischi: il prossimo post riguarderà appunto alcune sue incisioni.
Il fato ha voluto che la morte di Califano sia avvenuta il giorno dopo quella di Jannacci: un simbolo della romanità in musica con un simbolo della canzone milanese moderna....anche se entrambi hanno scritto la maggior parte delle loro canzoni in italiano, la loro poetica era comunque legata alle loro città d'origine, alle borgate romane con le compagnie di amici del bar che tra loro parlano di donne (almeno fino a quando l'ultimo amico va via e si sposa) ed alle periferie milanesi degli anni '50, dove le case abitate per lo più dai terroni venuti al nord avevano i "tripli servizi, sì, ma in mezzo ai pra...".
Forse è difficile immaginare due modi di essere artisti più antitetici tra i due, così come in effetti anche Roma e Milano sono due città quasi agli opposti per modi di vivere, abitudini, ambienti....ma la storia della canzone italiana è fatta di entrambi.
1) L’ultima preghiera (Franco Califano-Totò Savio)
2) Un ricordo (Pier Benito Greco)
mercoledì 3 aprile 2013
Una canzone, una storia - Sfiorisci bel fiore
Concludiamo oggi la trilogia omaggio ad Enzo Jannacci (ma non i post a lui dedicati). Non è "Vengo anch'io.No, tu no" la canzone del medico cantautore più nota nel mondo, ma è "Sfiorisci bel fiore": questo grazie a Gigliola Cinquetti, come vedremo....ma andiamo per ordine.
Nella stagione teatrale 1964-65 Jannacci allestisce con Dario Fo uno spettacolo, "22 canzoni", che ottiene molto successo (come si può dedurre leggendo le varie recensioni sui quotidiani dell'epoca): in esso vengono presentate alcune canzoni scritte dai due e già incise in precedenza ("L'Armando", ad esempio), con altre inedite (di cui 3 o 4 scritte dal solo Jannacci ed una cover di Fausto Amodei, "Qualcosa da aspettare") che vengono poi inserite in un album, "Enzo Jannacci in teatro"....tra esse c'è "Sfiorisci bel fiore" che, poco dopo l'incisione dal vivo, viene pubblicata su 45 giri nell'aprile 1965.
In questo periodo le vendite dei dischi del cantautore milanese non sono certo esaltanti, e così sarà fino al boom di "Vengo anch'io. No, tu no" con l'eccezione di alcuni 45 giri che vendono qualche migliaia di copie in più della media ("L'Armando" e "Faceva il palo", ad esempio, grazie anche alle apparizioni televisive): anche "Sfiorisci bel fiore" quindi non entra in classifica.
Pochi mesi dopo, a settembre, Gigliola Cinquetti incide il brano in un 45 giri tris insieme ad altre due canzoni, "Un bel posto" (cover di "I know a place", successo di Petula Clark) e "Mille anni": tutte e tre le canzoni sono arrangiate da Gianfranco Monaldi; poco tempo dopo la cantante veronese pubblica la canzone in francese, con il testo di Françoise Dorin, paroliera francese autrice di molte canzoni per, tra gli altri, Line Renaud, Richard Anthony, Mireille Mathieu, Claude François, e questa versione vende circa due milioni di copie (anche in Canada, dove verrà pubblicato un 45 giri nel 1971 con sul retro "Vole, petite hirondelle", cover di "Volano le rondini" con il testo di Charles Level).
"Sfiorisci bel fiore" viene reinterpretata dai Nuovi Trovieri, gruppo folk lombardo, in un album molto raro pubblicato se non erro nel 1969, e viene poi ripresa da Mina in un album dedicato a Jannacci del 1977 ("Mina quasi Jannacci), da Pierangelo Bertoli nel 1987 (nel suo "Canzone d'autore", in cui omaggia alcuni colleghi cantautori eletta schiera come Luigi Tenco in "Vedrai vedrai" o De André con "Un giudice"), e da Francesco De Gregori nel 1993 nel disco dal vivo "Il bandito e il campione"; in ultimo lo stesso Jannacci la reincide nel disco antologico "The best" del 2006.
Il brano sul lato B del 45 giri del 1965 di Jannacci, "Non è vero", è una canzone d'amore con una tromba in evidenza nell'arrangiamento: curiosamente quando la Saar ha deciso di includerla in un antologia del 2005 intitolata "Le più belle canzoni di Enzo Jannacci" per errore è stato usato non il master originale ma quello di un provino, con il solo pianoforte: e chissà quante altre gemme sono nascoste negli archivi delle case discografiche.
1) Enzo Jannacci - Sfiorisci bel fiore (1965 - 45 giri) (Enzo Jannacci)
2) Enzo Jannacci - Non è vero (1965 - 45 giri) (Enzo Jannacci)
3) Enzo Jannacci - Non è vero (2005 - da "Le più belle canzoni di Enzo Jannacci) (Enzo Jannacci)
4) Enzo Jannacci - Sfiorisci bel fiore (1965 - dal vivo da "In teatro") (Enzo Jannacci)
4) Gigliola Cinquetti - Un bel posto (1965) Vito Pallavicini-Tony Hatch)
5) Gigliola Cinquetti - Sfiorisci bel fiore (1965) (Enzo Jannacci)
6) Gigliola Cinquetti - Mille anni (1965) (Daniele Pace-Roger Dumas-Jean-Jacques Debout)
7) Gigliola Cinquetti - Les filles et le roses (1971) (Françoise Dorin-Enzo Jannacci)
8) Gigliola Cinquetti - Vole, petite hirondelle (1971) (Charles Level-Daniele Pace-Mario Panzeri-Lorenzo Pilat)
9) Mina - Sfiorisci bel fiore (1977) (Enzo Jannacci)
10) Pierangelo Bertoli - Sfiorisci bel fiore (1987) (Enzo Jannacci)
11) Francesco De Gregori - Sfiorisci bel fiore (1993) (Enzo Jannacci)
12) Enzo Jannacci - Sfiorisci bel fiore (2006) (Enzo Jannacci)
lunedì 1 aprile 2013
I Brutos - Vengo anch'io. No, tu no/Con due occhi così (1968) & Vanna Brosio - Una vita difficile-Una lettera (1975)
Il secondo post che dedichiamo ad Enzo Jannacci è in realtà una doppia riproposizione di due 45 giri torinesi già apparsi nel blog: il primo, del 1968, racchiude una versione del successo di quell'anno del cantautore, "Vengo anch'io. No, tu no", eseguita dai Brutos.
Come avevamo scritto nel post originale, la versione dei Brutos, ha una piccola differenza ad un certo punto del testo: nella strofa “Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale”, alla domanda “Vengo anch’io” la risposta è “Sì tu sì”, ed allo steso modo continua poi il ritornello successivo, mentre musicalmente si caratterizza per il violino, che sostituisce il trombone della versione di Jannacci.
Il secondo disco è invece di Vanna Brosio, la bella e sfortunata cantante torinese che nel 1975 pubblicò un 45 giri con due canzoni scritte entrambe da Jannacci, "Una vita difficile" e "Una lettera", ed arrangiate entrambe da Nando De Luca, collaboratore abituale di Jannacci.
Jannacci inciderà “Una vita difficile” nell’album “L’uomo a metà” del 2003 , mentre “Una lettera” era già conosciuta in quanto incisa da Nicola Arigliano nel 1971 nell’album “Una sera allo Studio 7 di Napoli”, ma con il titolo “La lettera”: entrambi i brani li trovate come bonus track in questo post.
1) I Brutos - Vengo anch’io. No, tu no (Enzo Jannacci-Dario Fo-Fiorenzo Fiorentini-Enzo Jannacci)
2) I Brutos - Con due occhi così (Giuseppe Maniscalco-Alvaro Alvisi-Luciano Zotti)
3) Vanna Brosio - Una vita difficile (Enzo Jannacci)
4) Vanna Brosio - Una lettera (Enzo Jannacci)
Bonus tracks:
5) Enzo Jannacci - Una vita difficile (Enzo Jannacci)
6) Nicola Arigliano - La lettera (Enzo Jannacci)