Euterpe era la musa della musica, secondo la mitologia greca. Questo blog tratta di musica: classica, leggera, pop (come recitava Vanna Brosio presentando "Adesso musica"). Sono quindi presenti nel blog recensioni di dischi e di libri su argomenti musicali, accompagnate da immagini, con un occhio di riguardo (anche se non esclusivo) per la musica prodotta sotto la Mole.
sabato 28 dicembre 2013
Mario Piovano - La rampa 'd Cavôret/La famija numerôsa (1966)
Anche Mario Piovano se n'è andato, in questo 2013 decisamente funesto per la musica (tra l'altro qualche giorno fa ho saputo che a novembre è morto anche Corrado Castellari, e la notizia è passata decisamente sotto silenzio).
Di Piovano avevamo presentato tempo fa un album, mentre oggi lo ricordiamo con un 45 giri del 1966, registrato con Mauro Mauri alla voce per una piccola e sconosciuta etichetta, la Zog Records, distribuita dalla Zoggia di Cumiana: si tratta quindi, come si può ben capire, di un disco distribuito solo a livello locale. Questa è una delle cose che rendono la ricostruzione della discografia di Mario Piovano particolarmente difficoltosa: infatti oltre ai dischi incisi per l'RCA e la Fonit-Cetra, ci sono moltissimi altri 45 e 33 giri pubblicati da etichette spesso distribuite solo in Piemonte o, al massimo, nel Nord Italia, con canzoni reincise anche tre o quattro volte (è lo stesso tipo di difficoltà che si riscontra con altri cantanti legati al folk, come ad esempio il pugliese Matteo Salvatore).
Passando alle due canzoni di questo disco, "La rampa 'd Cavôret" è la canzone più nota, anche perchè era stata incisa l'anno precedente da Roberto Balocco nel suo secondo LP, "Le canssôn dla piola 2", pubblicato dalla Fonit-Cetra.
Per chi non lo sapesse, Cavoretto è un borgo che si trova sulle colline torinesi, ed è una frazione della città.
Il brano sul retro, "La famija numerôsa", è sulla falsariga de "La rampa 'd Cavôret".
Entrambe le canzoni sono firmate in SIAE da Roberto Balocco, mentre la firma sull'etichetta è Zoggia (cognome che in SIAE non risulta tra gli iscritti).
1) La rampa 'd Cavôret
2) La famija numerôsa
giovedì 26 dicembre 2013
Tutti insieme appassionatamente - Colonna sonora originale (1965)
“Tutti insieme appassionatamente “ è uno dei film legati per me indissolubilmente all’infanzia: un po’ perché è stato uno dei primi due film che ho visto nella mia vita (l’altro era “Lilli e il vagabondo”) ed un po’ perché mi erano piaciute subito le canzoni e le avevo imparate quasi tutte a memoria: posso dire di aver imparato per la prima volta le sette note con il testo di “Do-re-mi” (“Do se do qualcosa a te, Re è il re che c’era un dì…”).
Quindi pur avendo visto in seguito altri musical, questo per me è rimasto Il musical: la storia è notissima, non la sto quindi a riassumere, come è scritto sul retro di copertina è ispirata alla vicenda vera di Maria Trapp; le musiche sono composte da Richard Rodgers mentre i testi originali sono di Oscar Hammerstein II , ed è curioso il fatto che né in copertina né sull’etichetta venga citato l’autore dei testi in italiano, che è Antonio Amurri.
Sicuramente alcune di queste canzoni sono entrate nella storia della musica: basti pensare a “Le cose che piacciono a me” che è divenuto uno standard jazz nell’interpretazione di John Coltrane e che è stato cantato anche da Al Jarreau e da Barry Manilow. Solo in tempi recenti ho avuto modo di ascoltare le versioni originali delle canzoni, con la voce di Julie Andrews e degli altri attori (non di Christopher Plummer, doppiato nei cantati da Bill Lee, padre di Spike): posso dire che a mio parere Tina Centi non ha nulla da invidiare alla Andrews, e del resto la sua lunga carriera lo testimonia.
Da ricordare infine anche Giuseppe Rinaldi, che dà la voce al capitano ed è considerato uno dei pià grandi doppiatori italiani, ed il coro di voci bianche di Renata Coriglioni.
LATO A
1) Preludio e ‘’Il suono della musica’’
2) Il suono della musica
3) Inno del mattino e Alleluja
4) Maria
5) Da domani splende il sole
6) 15 anni, quasi 16
7) Le cose che piacciono a me
LATO B
1) Il pastore che pascolava
2) Il suono della musica
3) Do-re-mi
4) Non baciarmi ancora
5) Maria
6) Edelweiss
7) Ciao, ciao, goodbye
8) Cerca il tuo mondo
domenica 22 dicembre 2013
Mirella Visconti - Tu che m'hai preso il cuor/Triana Morena (1961)
La cantante torinese Mirella Visconti, nata nel 1938, si mette in luce a partire dalla metà degli anni '50 esibendosi in vari locali piemontesi e della Liguria; studia canto lirico al Conservatorio, ed infatti al termine della sua carriera nella musica leggera proseguirà l'attività come soprano.
Alla fine degli anni '50 diventa la cantante solista del complesso di Renzo Gallo, che diventa suo marito.
Mirella Visconti su ''Musica e dischi'' n. 181 di luglio 1961 |
Sul lato A vi è la celeberrima "Tu che m'hai preso il cuor", la romanza di Franz Lehar tratta dall'operetta "Il paese del sorriso", con il testo in italiano di Mario Panzeri e Nino Rastelli, brano musicale che dal 1929 ha avuto innumerevoli versioni: Mirella Visconti mette qui in luce la sua preparazione lirica.
"Triana Morena" è invece un cha cha cha che all'epoca venne inciso da molti cantanti, tra cui il Quartetto Cetra; la canzone è firmata Laredo, che è lo pseudonimo del musicista spagnolo Vicente Mari Bas (nato ad Alicante il 10 febbraio 1912 e morto a Madrid il 19 agosto 1980), uno dei più noti compositori spagnoli di musica leggera, autore di tante canzoni che all'epoca ebbero una popolarità mondiale.
In entrambi i brani la Visconti è accompagnata dal complesso del marito.
1) Tu che m'hai preso il cuor (Mario Panzeri-Nino Rastelli-Franz Lehar)
2) Triana Morena (Laredo)
mercoledì 18 dicembre 2013
Little Tony - Bella pupa/Un rock per Judi (1961)
Anche Little Tony ci ha lasciato quest'anno: vogliamo ricordarlo con un omaggio articolato, che parte con questo 45 giri risalente al 1961, con due canzoni entrambe molto note, si potrebbe quasi dire due lati A.
"Bella pupa", scritta da Vito Pallavicini e dal maestro Franco Cassano (che dirige anche l'orchestra in entrambe le canzoni), è un rock'n'roll con un pregevole assolo di chitarra elettrica nella parte centrale, opera di Enrico Ciacci, uno dei più grandi chitarristi italiani nonchè fratello di Tony.
Come è scritto in copertina, la canzone è presente nella colonna sonora del film "5 marines per 100 ragazze".
"Un rock per Judi" è scritta da Vittorio Metz per il testo e da Nico Fidenco per la musica (ma in SIAE alla sua firma si aggiunge quella del maestro romano Luciano Luigi Martelli): il brano è presente nel film "Totò truffa '62" in una versione cantata da Estella Blain (ma in realtà la voce non è quella dell'attrice francese, ma quella di Anita Sol).
1) Bella pupa (Vito Pallavicini-Franco Cassano)
2) Un rock per Judi (Vittorio Metz-Nico Fidenco-Luigi Martelli)
venerdì 13 dicembre 2013
Gipo Farassino - Due soldi di coraggio (1969)
Agli inizi di ottobre avevamo prenotato (con alcuni amici) per lo spettacolo che Gipo Farassino doveva tenere al Folkclub: pochi giorni prima però ci è stato comunicato dal locale che lo spettacolo era stato annullato per problemi di salute del cantautore.
Una quindicina di giorni dopo lo avevo chiamato per un'intervista che dovevo fargli a proposito di una canzone di Enzo Jannacci, ma mi ha detto che non stava ancora bene e di richiamare dopo qualche settimana.
Purtroppo però il suo nome si è aggiunto alla già lunga lista di musicisti che ci hanno lasciato in questo 2013: il blog è vicino a Valentina, e vuole ricordare il suo papà (di cui altre volte abbiamo presentato dischi) con un album del 1969 (la matrice porta la data del 6 ottobre), "Due soldi di coraggio", sicuramente uno dei suoi più riusciti, completamente in italiano.
Mentre il milanese, almeno negli anni '60 e '70, è stato più accettato su scala nazionale e quindi si potevano vedere in televisione nomi quali i Gufi o Jannacci, per il torinese la strada è stata più difficoltosa e Gipo e Roberto Balocco sono stati spesso relegati ad una popolarità regionale, ed è un peccato viste le loro qualità (e quelle del resto di altri loro colleghi).
Ora la situazione è del resto peggiorata, e sia in Rai che in Mediaset che sugli altri canali, anche digitali, gli unici dialetti tollerati sono il napoletano e il romanesco.
Ma torniamo al disco: il brano di apertura è una delle descrizioni più riuscite della Torino degli anni '60: "Un mare di fredde ciminiere, / un fiume di soldatini blu, / un cielo scordato dalle fiabe, / un sole che non ti scalda mai". Una città che non esiste più: le ciminiere le hanno spostate in Romania, i soldatini blu sono diventati tutti impiegati e l'unica cosa che è rimasta uguale è il sole che non ti scalda mai.
Sempre della Torino del periodo è la descrizione del "Bar del mio rione", sostituito per lo più dai pub e dalle birrerie.
Due canzoni del disco sono cover di canzoni francesi, "Fanette" di "La Fanette" di Jacques Brel e "Le scarpe nuove" da "Les ballons rouges" di Serge Lama; "Non puoi capire" è scritta insieme a Vanni Moretto e Carlo Cordara, mentre Moretto (che Farassino aveva conosciuto anni prima all'Italmusica, durante i suoi dischi icisi per la IPM, la Pig e la Silver) scrive da solo la musica di "Remo la barca", una delle canzoni più note del disco, con la triste storia di Remo Guidotti.
Altri brani entrati nel meglio del repertorio di Farassino (che li ha continuati ad interpretare dal vivo fino a poco tempo fa) sono la title track "Due soldi di coraggio" e "Ballata per un eroe", canzone antimilitarista.
Tra le altre canzoni da citare almeno "Cella 21", che descrive le ultime ore di un condannato a morte, "America" sul dramma dell'emigrazione e la poetica e conclusiva "L'eco".
Gli arrangiamenti e la direzione dell'orchestra sono curati da Giancarlo Chiaramello, che lega i vari brani con degli intermezzi musicali, sul modello di ciò che aveva fatto l'anno prima Gian Piero Reverberi per i New Trolls in "Senza orario, senza bandiera".
Ovviamente questo disco non è mai stato ristampato fino ad oggi in CD
LATO A
1) La mia città (Gipo Farassino)
2) L'organo di Barberia (Gipo Farassino)
3) Il bar del mio rione (Gipo Farassino)
4) Serenata a Margherita (Gipo Farassino)
5) Fanette (Gipo Farassino-Jacques Brel)
6) Non puoi capire (Gipo Farassino-Vanni Moretto-Carlo Cordara)
7) Le scarpe nuove (Gipo Farassino-Yves Gilbert-Serge Lama)
LATO B
1) Due soldi di coraggio (Gipo Farassino)
2) Remo la barca (Gipo Farassino-Vanni Moretto)
3) America (Gipo Farassino)
4) Cella 21 (Gipo Farassino)
4) Ballata per un eroe (Gipo Farassino)
5) L'eco (Gipo Farassino)
sabato 30 novembre 2013
Nanni Rauco - Una città nell'eternità/Spazio per due (1972)
Sappiamo tutti chi è Nanni Rauco, quindi non mi dilungo: chissà perché decise di incidere nel 1972 (la matrice è datata 6 ottobre) queste due canzoni usando questo tono di voce, da cui lo pseudonimo....ma come sappiamo non era certo la prima volta che incideva usando un nom de plume.
Sul lato A vi è una cover di "Venus", il successo di Frankie Avalon, con il testo in italiano scritto da Gian Pieretti (che si firma con lo pseudonimo Seupho).
Sul retro un'altra cover, quella di "Outa space" di Billy Preston, che molti conoscono per la sua collaborazione con i Beatles e per "With you I'm born again", ma che ha avuto invece una carriera molto interessante.
Entrambi i brani sono arrangiati da Vince Tempera.
1) Una città nell'eternità (Gian Pieretti-Ed Marshall)
2) Spazio per due (Riccardo Sanna-J. Michael Greene-Billy Preston)
giovedì 21 novembre 2013
Lillian - Un giorno come un altro/Cielo azzurro (1969)
Ritorniamo a parlare della cantante torinese (ma veneta di nascita) Lillian, di cui avevamo presentato il disco di debutto, e l'occasione è un'intervista alla cantante che è stata pubblicata nel nuovo numero, appena uscito, della di "BEATi voi!" (n° 15), la rivista sul beat e prog italiano anni '60 e '70 edita dal Centro Studi sul Beat Italiano "Beat Boutique 67" di Alessio Marino; oltre a lei vi sono interessanti interviste a Giuseppe Ferrari dei New Villa o Giovanni Poggio dei Ragazzi della Via Gluck, ed articoli su gruppi meno noti ma altrettanto interessanti come i Moon Boys e gli Astor o solisti come Il Gatto, alias Nedo Del Gratta (per informazioni e ordini: allllessio@tiscali.it - htttp://beatboutique67.xoom.it).
La canzone sul lato A, "Un giorno come un altro", era stata in realtà incisa in contemporanea con "Tutto il mio mondo", che poi era stata pubblicata insieme a "Musica di stelle" ed aveva partecipato alla "Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia" nel settembre 1969., e la cosa è testimoniata (oltre che dal racconto di Lillian nell'intervista) anche da un provino di cui siamo in possesso e che, come si può vedere, contiene proprio le due canzoni.
"Un giorno come un altro" è la cover di "First of May" dei Bee Gees, e l'autore del testo in italiano è il torinese Luciano Giacotto che, insieme a Giampiero Scussel (che sull'etichetta è citato da solo come produttore), seguiva l'attività artistica di Lillian; la canzone è stata incisa anche da altri artisti, tra cui Patty Pravo.
L'arrangiamento è curato da Marcello Minerbi, che del resto aveva anche arrangiato "Tutto il mio mondo".
Sul retro invece troviamo un'altra cover, "Cielo azzurro": Mogol e Alessandro Colombini scrivono il testo in italiano di "South Carolina" dei Flirtations, che erano un gruppo femminile proprio della Carolina del Sud.
Come ha raccontato Lillian nell'intervista a cui vi rimando, il lavoro dei due parolieri soci della Numero Uno nasce da un contatto che poi non ha avuto ulteriori sviluppi tra questa casa discografica e la cantante di Nichelino.
L'arrangiamento del brano è del torinese Claudio Valle, che abbiamo già avuto occasione di conoscere parlando di altri artisti.
Infine una nota sulle qualità vocali di Lillian, che era sicuramente dotata e che avrebbe meritato ben altro successo.
1) Un giorno come un altro (Luciano Giacotto-Barry Gibb-Maurice Gibb-Robin Gibb)
2) Cielo azzurro (Mogol-Alessandro Colombini-Wayne Bickerton-Tony Weddington)
martedì 19 novembre 2013
Michèle Sécher - Già lo so/Ascoltami ti prego (1962)
Ritorniamo a parlare di Michèle Sécher, la moglie del titolare della casa discografica BDS, Ambrogio Carlo Carenni, dopo quasi due anni, presentando quello che è al tempo stesso il suo primo 45 giri ed anche la prima pubblicazione della Ballabili Di Successo.
"Già lo so" è un cha cha cha, il ballo del momento nel 1962, ed è un motivo allegro e orecchiabile; "Ascoltami ti prego" è invece un tango milonga lento (sull'etichetta c'è scritto beguine...), con un assolo di clarino a metà canzone (e con un testo d'amore), che potrebbe benissimo far parte del repertorio della Pizzi degli anni '50: ma siamo nel 1962.
La voce della Sécher ha un caratteristico accento francese, ma non brilla molto per originalità.
In entrambi i brani suonano i Continentals, gruppo di studio della BDS (e di altre etichette come la CGD e la Music) formato da Cesare Marconi alla batteria, Ettore Rossi al basso, Sante Palumbo al pianoforte, Ettore Patracchini al sax e Giulio Tumeo alla chitarra e ai cori.
Le canzoni non risultano depositate in SIAE, in etichetta comunque gli autori sono indicati come il maestro Carenni per il testo e Gaetano Villa (che si firma Tanville) per le musiche; Villa è conosciuto per essere stato l'autore di "Bikini e tamuré" per Tony Renis.
1) Già lo so (Ambrogio Carlo Carenni-Tanville)
2) Ascoltami ti prego (Ambrogio Carlo Carenni-Tanville)
lunedì 4 novembre 2013
Duo Fasano - Occhiali blu/Non mi dire addio (1962)
Ritorniamo al Duo Fasano con un 45 giri del 1962 (la matrice porta la data del 9 ottobre): il periodo d'oro delle due sorelle torinesi è già terminato con la fine degli anni '50, e come altri divi loro coetanei nel decennio successivo sono spesso all'estero; a volte però tornano in Italia ed incidono qualche 45 giri, come questo arrangiato dal maestro Piero Soffici e pubblicato dalla Ri-Fi.
"Occhiali d'oro" è la versione in italiano di "2223 miles", canzone scritta da Paul Vance e Leon Carr, due autori che spesso hanno lavorato insieme, per Patti Page; l'autore del testo in italiano è Lucio Lami, che usa lo pseudonimo Bisth.
La canzone è molto orecchiabile e con un testo estivo che ben si adatta alla melodia: l'arrangiamento è riuscito, pur ricalcando quello dell'originale, con un intermezzo dei fiati verso metà canzone.
Anche "Non mi dire addio" è una cover, di "Keep a lovin' me" di Emile Ford and The Checkmates, ma in questo caso è riportato l'autore del testo in italiano, che è Piero Soffici (che utilizza lo pseudonimo "Ardiente"); la canzone risulta scritta dal gruppo dei Checkmates.
Anche questo brano è orecchiabile e ricalca la moda del twist, esplosa proprio in quell'anno, con un assolo di sax verso il finale.
Un tentativo di rilancio per le due sorelle, fallito non certo per la qualità delle canzoni ma per via della moda dei primi anni '60 per cui i cantanti come il Duo Fasano erano visti come legati al decennio passato.
1) Occhiali blu (Bisth-Paul Vance-Leon Carr)
2) Non mi dire addio (Ardiente-The Checkmates)
mercoledì 23 ottobre 2013
Enzo Jannacci - Jannacci Enzo (1972)
Continuiamo con la presentazione dei dischi di Jannacci inediti su CD con questo disco pubblicato a settembre del 1972 e che è sicuramente uno dei più rari tra quelli incisi dal cantautore, anche per le poche vendite, inferiori a quelle solitamente già basse degli altri album jannacciani.
Tre le canzoni nuove, mentre sei sono nuove versioni di vecchi brani: "La giostra" diventerà nota alcuni anni dopo cantata da Milva, con il titolo cambiato in "La rossa" ed alcune piccole modifiche al testo, "Una tristezza che si chiamasse Maddalena" (con un testo che fa riferimento alla strage di piazza Fontana) era già stata incisa da Nicola Arigliano e dai Domodossola, ed infine "Ragazzo padre", con il testo scritto da Bruno Lauzi, che è la canzone più nota, pubblicata anche su 45 giri, con un contrasto tra la strofa quasi tenchiana (....ascoltate in sequenza questa canzone e "Mi sono innamorato di te") ed il ritornello tipicamente jannacciano.
Le sei nuove versioni sono scelte tra il repertorio inciso per la Jolly, tralasciando quindi i primi brani per la Ricordi: sono canzoni storiche, da "Faceva il palo" a "El portava i scarp del tennis", ma in generale sono preferibili gli originali, specialmente per "Ti te se no" (con una tastierina di sottofondo spesso fastidiosa) e "Dona che te durmivet"; si tratta comunque in questi casi di un'opera di divulgazione che in altre occasioni Jannacci farà decisamente in modo migliore, e mi riferisco soprattutto al disco del 2004 "Milano 3.6.2005", arrangiato superbamente dal figlio Paolo.
Una citazione a parte per il brano di apertura, "E sapere", che è la traduzione in italiano di "E savè", tratta da "Sei minuti all'alba": Jannacci recita i versi mentre il coro in sottofondo canta la canzone in dialetto, come nell'originale.
Curata la grafica del disco, apribile, con una finestra vuota al centro che consente di vedere una parte dell'interno, con Jannacci in giacca e cravatta: aprendolo si scopre che il cantautore è in mutande.
La produzione è di Italo Greco e Paolo Dossena; Greco cura anche gli arrangiamenti con Alberto Baldan, e purtroppo non sono riportati i musicisti.
LATO A
1) E sapere (Enzo Jannacci)
2) La giostra (Enzo Jannacci)
3) El portava i scarp del tennis (Enzo Jannacci)
4) Dona che te durmivet (Enzo Jannacci)
LATO B
1) Una tristezza che si chiamasse Maddalena (Enzo Jannacci)
2) Faceva il palo (Walter Valdi-Enzo Jannacci)
3) Ti te se no (Enzo Jannacci)
4) Prendeva il treno (Enzo Jannacci)
5) Ragazzo padre (Bruno Lauzi-Enzo Jannacci)
giovedì 17 ottobre 2013
Misterbianco - Alto gradimento (1971)
Abbiamo già parlato di Misterbianco (pseudonimo di Antonio Ranieri) a marzo dell'anno scorso, presentando un suo 45 giri del 1976; oggi invece parliamo del suo 33 giri del 1971, inciso per la DKF, l'etichetta a cui era passato dopo le prime incisioni per la Mercury del gruppo Phonogram.
Il disco si intitola "Alto gradimento", come il programma di Arbore e Boncompagni che andava per la maggiore in quegli anni, e raccoglieva alcune canzoni originali e cover di canzoni di successo del periodo.
La canzone che apre il disco, “Ra ta ta ta”, è un brano che pochi mesi prima era stato lanciato dai Rotation (in Italia il loro 45 giri era stato pubblicato dalla Ricordi), e Misterbianco lo canta in inglese; chissà perchè vi è sull'etichetta anche la firma di Luigi Albertelli (che era l'autore del testo in italiano della versione cantata da Antoine), mentre Juwens è riportato con il cognome storpiato in Yuwnes ed Heilburg in Heilbure.
Del brano esiste anche una versione incisa da James Last con la sua orchestra, ovviamente strumentale. “Love story” è invece incisa in italiano, con il testo scritto da Sergio Bardotti e già inciso da Johnny Dorelli e Patty Pravo (e in questo caso nell'etichetta scompare la firma di Bardotti); un'altra canzone tratta da un film è “Cuore cosa fai”, da “Anonimo veneziano”, in cui Luciano Beretta ha inserito un testo sulla musica del Maestro Stelvio Cipriani (e in questo caso l'errore dell'etichetta è doppio: manca il nome di Beretta ed è riportato il titolo del film).
Sono invece in lingua originale le notissime “Sing sing Barbara” di Laurent e “My Sweet Lord” di George Harrison. Meno nota “What does'it take” di Junior Walker, che è presentata in italiano: ovviamente non è riportato chi sia l'autore del testo.
Le canzoni originali sono scritte da Nereo Villa, di cui abbiamo già parlato nel blog presentando un suo 45 giri inciso con lo pseudonimo “Mosé”, che suona anche il pianoforte nel disco: “Parere di un soldato” è una canzone il cui testo racconta di un soldato stanco di pregare, mentre “Un bicchiere al posto di te” musicalmente ricorda lo stile dei Procol Harum, con evidenti rimandi classici, così come “Così sia”; “Formula blu” è una canzone d'amore orecchiabile con un intermezzo di pianoforte nel finale, ed è interessante la ritmica di “Vedo lei”, che sorregge tutto il brano.
Conclude il disco “Vespro”, brano lento che cresce progressivamente e che è melodicamente elaborato.
Oltre a Villa, suonano nel disco altri musicisti torinesi: Roberto Balocco alla batteria (da non confondere con l'omonimo cantante, il batterista torinese entrerà poi nei Panna Fredda e nei Capsicum Red), Roberto Favaro al basso (che suonerà in seguito nei Living Live), Luigi Catalano alla chitarra (in seguito entretrà nella Strana Società) e Guido Monge all'organo.
L'ingegnere del suono (così è riportato in copertina, anni prima dell'uso comune di questi termini sui dischi della Cramps) è Danilo Pennone, il chitarrista dei Ragazzi del Sole.
LATO A
1) Ra ta ta ta (Luigi Albertelli-Chris Juwens-Christian Heilburg)
2) Parere di un soldato (Nereo Villa)
3) Love story (Francis Lai)
4) Un bicchiere al posto di te (Nereo Villa)
5) Sing sing Barbara (Luc Aulivier-Michael Laurent)
6) Formula blu (Nereo Villa)
LATO B
1) My sweet Lord (George Harrison)
2) Vedo lei (Nereo Villa)
3) Anonimo veneziano (Luciano Beretta-Stelvio Cipriani)
4) Così sia (Nereo Villa)
5) What does'it take (Johnny Bristol-Harvey Fuqua-Vernon Bullock)
6) Vespro (Nereo Villa)
venerdì 11 ottobre 2013
Gli Alunni del Sole - ...e mi manchi tanto... (1973)
Questo post era pronto già da alcune settimane, e rientrava in un progetto, uno dei tanti iniziati dal blog: la pubblicazione di tutti gli album del gruppo dei fratelli Morelli inediti su CD (e cioé la quasi totalità).
Poi ieri sera ho avuto la triste notizia su Paolo Morelli, e così ho deciso di anticiparne la pubblicazione (e per il post Vince Ricotta ha preparato l'immagine ricordo qui a fianco).
Ho visto gli Alunni del Sole dal vivo nel 1977, portato da mia madre in uno spettacolo alla Rai di via Verdi: non ricordo il mese ma era appena uscito l'album "'a canzuncella", ed anche se avevo solo 13 anni conoscevo già il gruppo perché li avevo ascoltati in numerose occasioni nell' "Hit Parade" di Lelio Luttazzi e li avevo visti ospiti ad "Adesso musica".
Poi in seguito li ho sempre seguiti, anche comprando i loro album meno riusciti (a mio parere quelli del periodo RCA), fino all'ultimo "La storia...il sogno", di pochi mesi fa.
Ho sempre considerato Paolo Morelli un grande, ma sottovalutato, compositore e autore di testi: molte sue canzoni sono entrate nella storia della nostra musica leggera, sicuramente "'a canzuncella", che è stata reinterpretata persino da due milanesi come Enrico Ruggeri, nell'album "Contatti" del 1989 e Ornella Vanoni, in "Un panino, una birra e poi..." del 2001; la Vanoni aveva anche inciso, nello stesso disco, "Concerto", e nel 2009 Patty Pravo aveva incluso nel suo live dall'Arena di Verona "...e mi manchi tanto", la canzone che dà il titolo al disco di oggi.
Forse una cosa che non tutti sanno è che Paolo e Bruno Morelli sono figli d'arte: il padre infatti è Ardelio Morelli, toscano di Fucecchio, autore di molte canzoni tra cui "La mano del Signore" per Little Tony.
Come tutti sanno, questo è il loro secondo album, che segue il concept "Dov'era lei a quell'ora?" dell'anno precedente: in realtà però il disco racchiude alcune canzoni pubblicate in anni precedenti su 45 giri, come "Fiori" del 1970 e "Isa Isabella" e "Ritorna fortuna" del 1971, e due incisioni del primo periodo per la Parade, "Concerto" e "L'aquilone", che vedono come autore dei testi Carlo Rossi, nel secondo brano con Ettore De Carolis dei compagni di scuderia "Chetro & Co." (De Carolis da solo scrive il testo di "Fiori", mentre Rossi è anche autore delle parole di "Isa Isabella).
Un disco che quindi è quasi una sorta di raccolta di successi del primo periodo del complesso.
LATO A
1) E mi manchi tanto (Paolo Morelli)
2) Isa...Isabella (Carlo Rossi-Paolo Morelli)
3) L'aquilone (Carlo Rossi-Ettore De Carolis-Paolo Morelli)
4) La maggiore età (Paolo Morelli)
LATO B
1) Concerto (Carlo Rossi-Paolo Morelli)
2) I ritornelli inventati (Paolo Morelli)
3) Ritorna fortuna (Paolo Morelli)
4) I ritornelli infantili (Paolo Morelli)
5) Fiori (Ettore De Carolis-Paolo Morelli)
mercoledì 9 ottobre 2013
Mariolino Barberis e Lina Chiusso - Salvé Venesia/Raconto d'inverno (1967)
Vincitore di due edizioni successive del
Abbiamo già presentato un disco di Barberis, ed oggi ne presentiamo uno in comproprietà con Lina Chiusso, cantante veneta che aveva partecipato a due edizioni del Festival di Castrocaro, nel 1964 e nel 1966, che dopo la prima edizione era entrata come cantante nell'orchestra di Santi Latora e che incideva anch'essa per la DKF: il motivo di questo abbinamento è che entrambe le canzoni avevano partecipato alla nona edizione del "Festival della Canzone Veneta" che si teneva a Soriago.
"Salvé Venesia", per quel che posso capire io della lingua veneta (e cioé ben poco...) non è un saluto alla città lagunare bensì un invito a salvarla dai problemi legati all'acqua alta; il testo è di Franco Cacciatore e Pino Tombolato, mentre la musica è del notissimo Eros Sciorilli e di Dario Matejcic (che però sull'etichetta è riportato come "Mateicich").
La canzone cantata dalla Chiusso invece vede come autore del testo Andrea Cason, poeta e paroliere di Treviso che, in passato, aveva anche collaborato con Umberto Bindi (suo il testo di "Un paradiso da vendere"), mentre la musica in SIAE è depositata a nome di Dario Matejcic, ma sull'etichetta il suo nome è sostituito da tal Ferretto.
In entrambi i brani l'orchestra è diretta da Happy Ruggiero.
1) Salvé Venesia (Franco Cacciatore-Pino Tombolato-Eros Sciorilli-Dario Matejcic)
2) Raconto d'inverno (Andrea Cason-Dario Matejcic)
venerdì 4 ottobre 2013
Ruggero Oppi - EP (1958)
Vi ricordate "Ai Romani piaceva la biga" di Ruggero Oppi, che avevamo presentato in questo post nel febbraio 2011? Anche la canzone con cui si apre questo EP dello stesso Oppi, registrato dopo il suo passaggio dalla Music (del gruppo Saar) alla Combo si colloca nello stesso filone, come peraltro si capisce già dal titolo, "Miss Irizza": la storia raccontata è quella di una ragazza con un nome strano, appunto Irizza, che vince tutti i concorsi di Miss a cui partecipa, grazie alla sua bellezza.
D'altronde l'autore del testo è lo stesso, e cioé il notissimo Gian Carlo Testoni che, evidentemente, era un personaggio poliedrico capace di passare dal romanticismo di "Grazie dei fior" alla goliardia di brani come questi (per non parlare poi dei suoi interessi verso il jazz).
La musica, scritta dallo stesso Oppi, è un rock'n'roll con un interessante assolo di sax verso il finale.
E doppi sensi si possono trovare anche negli altri brani, a partire dal bajon "Vado a Cuba" che inizia con i versi "Vado a cu....vado a cu...vado a Cuba, vado a Cuba per affari di famiglia...." "Vengo anch'io, vengo anch'io, no, ci vado solo me" (chissà se Jannacci, Fo e Fiorentini li avevano presenti dieci anni dopo....), e il cui senso risulta evidentissimo nel finale, con l'intervento parlato che recita con la erre moscia: "Scusi signore, potrei venire anch'io?".
Sempre in "Vado a Cuba" Oppi utilizza tra l'altro una trovata umoristica che, poco tempo prima, era stata adoperata da Renato Carosone, e cioè le vocine ottenute effettuando la registrazione con il nastro accelerato.
Sul lato B troviamo invece "Il bullone", ancora firmata Testoni-Oppi, il cui testo recita "Dove lo metto, dove lo metto il mio bullone, qui davanti non ci sta, là di dietro chi lo sa...", e la conclusiva "Il cocchio" il cui testo (anche questo con una metafora evidente) in SIAE risulta scritto da Stefano Allocchio mentre sull'etichetta è riportato il cognome Gioia, forse uno pseudonimo.
Sicuramente ascoltando Ruggero Oppi, uno dei padri della canzone demenziale, possiamo renderci conto che gli Squallor o Renzo Arbore con "Il clarinetto" non hanno inventato nulla...!
LATO A
1) Miss Irizza (Gian Carlo Testoni-Ruggero Oppi)
2) Vado a Cuba (Carlo Bettini-Ruggero Oppi)
LATO B
1) Il bullone (dove lo metto) (Gian Carlo Testoni-Ruggero Oppi)
2) Il cocchio (Stefano Allocchio-Ruggero Oppi)
domenica 29 settembre 2013
Silvana dei Circus 2000 - Bugie/Tempo di sole (1973)
Ormai è da parecchio tempo che qui nel blog non parliamo più di Silvana Aliotta, la nota cantante torinese di cui abbiamo presentato tempo fa il disco di debutto del 1966, poi alcune incisioni realizzate per la DKF con lo pseudonimo Silva Grissi e qualche 45 giri dei Circus 2000.
Lo facciamo oggi, presentando quello che è il suo primo disco pubblicato dopo lo scioglimento del gruppo: in realtà, come sanno coloro che hanno letto l'intervista che le ho realizzato tempo fa e che è stata pubblicata nel numero 8 di settembre 2011 della rivista "BEATi voi!" (qui a destra ne trovate alcune pagine), il quartetto aveva iniziato ad incidere il terzo album, con il nuovo batterista Louis Atzori, ma la Ri-Fi (e in particolare il titolare Ansoldi) non era soddisfatta del risultato, e preferirono quindi puntare sulla sola Silvana, mentre i rimanenti Circus 2000 diventarono il suo gruppo di accompagnamento nelle serate.
La casa discografica decide di farla partecipare a "Un disco nell'estate" nel 1973 con una canzone, "Bugie", che è quella pubblicata nel lato A di questo 45 giri, datato aprile 1973.
Il brano è carino, anche se è molto lontano dallo stile del gruppo, a metà tra il prog e la psichedelia: si tratta di musica leggera ben realizzata e non di facile consumo, non è una delle tante canzonette orecchiabili che partecipavano a quella manifestazione.
Nell'intervista la Aliotta ha affermato che la canzone sia stata scritta dal maestro Intra (Enrico o Gianfranco?), ma la cosa non risulta né sull'etichetta né nel deposito SIAE (che per una volta coincidono): infatti il brano risulta scritto da Claudio Daiano per il testo e dallo stesso Daiano con Giuseppe Ronzullo per la musica; quest'ultimo è un musicista che, nel corso della sua carriera, ha lavorato tra gli altri con Gino Paoli, Fred Bongusto ed Iva Zanicchi (questi ultimi due durante alcune incisioni sempre per la Ri-Fi).
Inoltre nella stessa intervista la cantante afferma di aver partecipato con "Bugie" anche al Festivalbar, ma in realtà anche questo non risulta (probabilmente si trattava o di qualche manifestazione collaterale alla principale o di qualche altro festival estivo).
Mentre il lato A ha, sia in copertina che sull'etichetta, la denominazione "Silvana dei Circus 2000", per il retro si ha invece soltanto il nome "Silvana"; "Tempo di sole", questo il titolo della canzone, è scritta da Daiano per il testo, questa volta in collaborazione con Alessandro Colombini, mentre la musica è di Ronzullo.
Il bel brano verrà anche utilizzato come retro del 45 giri successivo (che sul lato A ha "Manie").
La produzione è curata da Colombini, che in seguito sarà anche il produttore delle Streghe, una delle esperienze successive della Aliotta, di cui sicuramente parleremo più avanti, così come presentermo un disco di una certa Ben Norman...
1) Bugie (Claudio Daiano-Giuseppe Ronzullo-Claudio Daiano)
2) Tempo di sole (Claudio Daiano-Alessandro.Colombini-Giuseppe Ronzullo)
mercoledì 25 settembre 2013
Jimmy Fontana - Delilah/Cielo rojo (1968)
Per ricordare il grandissimo Jimmy Fontana abbiamo scelto di presentare un suo disco pubblicato in Argentina: si tratta di un'emissione strana, perché pur avendo il formato di un 45 giri si ascolta a 33 giri.
Non so se sia stato pubblicato con una copertina: la copia che ho io ha una classica standard RCA forata; la matrice del disco è datata 18 luglio 1968.
Le due canzoni, cantate in spagnolo (anche se immagino che la lingua iberica parlata in Sudamerica abbia alcune differenze rispetto a quella parlata in Spagna), sono due brani che in Italia erano stati pubblicati entrambi come lati A di due 45 giri di successo, soprattutto "Delilah", cioé "La nostra favola", con cui Jimmy Fontana aveva ottenuto il Disco d'Oro.
La canzone è la cover di un grande successo di Tom Jones, "Delilah" (il titolo spagnolo è lo stesso dell'originale), un valzerone decisamente adatto alla voce del gallese.
Molto bella anche "Cielo rojo", cioé "Cielo rosso"; la musica è scritta dallo stesso Fontana con Lilli Greco (il cui nome però appare solo nel deposito SIAE ma è assente nelle varie emissioni discografiche del brano), mentre il testo è di Alberto Testa.
Curiosamente nell'etichetta è assente il nome dell'autore del testo spagnolo.
1) Delilah (Paolo Dossena-Barry Mason-Les Reed)
2) Cielo rojo (Alberto Testa-Jimmy Fontana-Italo Greco)
sabato 21 settembre 2013
Gli Uh! – Dormi qui/Più nessuno al campo (1972)
Nel 1972 i biellesi Uh! pubblicano il loro
primo ed unico album, da cui viene estratta per il 45 giri la cover di “Stay
with me” dei Faces, tradotta dal solito Domenico Seren Gay ed
intitolata “Dormi qui”, un bel pezzo rock (e d'altronde l'originale è un grande brano).
Il periodo però non è più favorevole per le cover, come pochi anni prima, in cui praticamente quasi tutti i gruppi avevano la maggior parte del loro repertorio costituito da brani stranieri cantati in italiano: ormai con lo sviluppo del prog (che all'epoca era chiamato pop) i complessi italiani suonano solo materiale di propria composizione.
Sul lato B "Più nessuno al campo", scritta da Vic Nocera e Giorgio Seren Gay per il testo (ma nell'etichetta il nome di quest'ultimo è assente) e da Franco Zauli e Alfonso Corsini, che si firma con lo pseudonimo “Agicor”; si tratta di una canzone lenta con le tipiche sonorità di quel periodo.
Un 45 giri piacevole che però passa inosservato e che segna la fine del complesso, che inciderà ancora un 45 giri per la Fonit-Cetra (anche se in realtà dei quattro componenti l'unico presente è il solo Attilio) per poi sciogliersi e ricostituirsi anni dopo.
1)
Dormi qui (Stay with me) (Domenico Seren Gay–Ron Wood–Rod
Stewart)
2) Più nessuno al campo (Vic
Nocera–Giorgio Seren Gay–Alfonso Corsini–Franco Zauli)
sabato 14 settembre 2013
Emilio Pericoli - Amori d'altri tempi (1962)
Tra gli ormai troppi artisti che ci hanno lasciato quest'anno (pochi giorni fa è toccato al grandissimo Jimmy Fontana, che ricorderemo nei prossimi giorni) c'è stato anche Emilio Pericoli: sicuramente quello di cui si è parlato di meno, pochissimi i giornali in cui la notizia è stata riportata e, a volta, con errori.
Il blog lo vuole ricordare presentando un album del 1962 inciso per la Ricordi, che raggruppa alcune canzoni degli anni '20 e '30 (ma alcune, come ad esempio "Fili d'oro" del 1912, sono precedenti): il brano d'apertura, "Come una sigaretta", risale al 1929, anno in cui era stato portato al successo da Miscel (cioé Michele Cimato, il fratello di Gabré).
"Abat-jour" è firmata da Ennio Neri per il testo e da M. Cobianco per la musica; si tratta della rielaborazione di un brano intitolato "Salomé" dell'austriaco Robert Stolz: non sono riuscito a reperire notizie su questo M. Cobianco che firma la musica (in SIAE è iscritto solo con il cognome Cobianco).....chissà se qualcuno dei lettori del blog ha qualche notizia in più.
Alcune di queste canzoni hanno una modernità evidente nella linea melodica: penso ad esempio a "Come pioveva" e a "Signorinella", brani che infatti verranno riproposti in anni successivi da altri artisti (Peppino Gagliardi, Mario Musella, i Beans).
"Come pioveva" nell'etichetta è firmata A.Gill-M. Testa: in realtà Armando Gill era lo pseudonimo di Michele Testa, autore sia del testo che della musica.
La voce di Emilio Pericoli, molto ben impostata, mi ricorda per certi versi quella di Dorelli: sicuramente avrebbe meritato maggior fortuna.
Gli arrangiamenti e la direzione dell'Orchestra Ricordi di Musica Leggera sono curati da Bruno Canfora e Iller Pattacini
LATO A
1) Come una sigaretta (Peppino Mendes-Vittorio Mascheroni)
2) Scettico blues (Tommaso De Filippis-Dino Rulli)
3) Come una coppa di champagne (Giuseppe Rampoldi-Angelo Ramiro Borella)
4) Vipera (E.A. Mario)
5) Ciondolo d'oro (Bixio Cherubini-Pietro Guglielmetti)
6) Tango della gelosia (Peppino Mendes-Vittorio Mascheroni)
7) Addio tabarin (Angelo Ramiro Borella-Dino Rulli)
8) Il tango delle capinere (Bixio Cherubini-Andrea Cesare Bixio)
LATO B
1) Abat-jour (Ennio Neri-M. Cobianco-Robert Stolz)
2) Come pioveva (Armando Gill)
3) Violino tzigano (Bixio Cherubini-Andrea Cesare Bixio)
4) Addio signora!... (Ennio Neri-Gino Simi)
5) Tic ti tic ta (Francesco Feola-Gaetano Lama)
6) Signorinella (Libero Bovio-Nicola Valente)
7) Capinera (Americo Giuliani)
8) Fili d'oro (Giovanni Capurro-Tino Bongiovanni)
martedì 10 settembre 2013
Fiorella Giacon - Zulumbambo/Pity pity (1959)
Riparliamo nuovamente di Fiorella Giacon, cantante torinese di cui avevamo presentato un EP qualche tempo fa, con un 45 giri che la Excelsius, etichetta appartenente al gruppo Fonit-Cetra, pubblicò nel 1959 (la data della matrice è quella del 26 marzo), con copertina standard forata.
"Zulumbambo" è definito nell'etichetta "ritmo afro-cubano di Adanti-Desbonnet": la canzone non risulta depositata in SIAE ed è abbastanza strana, a metà tra i ritmi africani e quelli latinoamericani (come da definizione, del resto...) con un testo in cui viene ripetuto a iosa il titolo (ma la mia impressione è che la Giacon lo pronunci "Zurumbambo").
Non ho trovato molte informazioni sugli autori, che sono entrambi due musicisti francesi: di Gino Adanti ho reperito il luogo di nascita, Casablanca, il suo strumento era l'accordeon, mentre Robert Desbonnet era un chitarrista jazz attivo già negli anni '30 e '40 nel gruppo "Charles Verstraete et Son Ensemble"...chissà quando e come è nata "Zulumbambo" (tra l'altro la grafia corretta è Zulu-Mbambo) e come è arrivata a Torino.
"Pity-Pity" è invece etichettato come "medium bounce" ed è, al contrario del lato A, famosissima:lanciata da Paul Anka nel 1958 venne incisa in italiano da Fred Buscaglione nel 1959, l'anno successivo, ed altre cover vennero incise da Little Tony, Sandra Mondaini e Silvano Silvi (la sua versione l'abbiamo presentata ad aprile del 2011 e la trovate come bonus track).
Il testo in italiano è di Piero Soffici, che come paroliere usa lo pseudonimo "Ardiente".
In entrambi i brani gli arrangiamenti sono del Maestro Giovanni Rosaclot, del cui complesso la Giacon era la voce solista.
1) Zulumbambo (Gino Adanti-Robert Desbonnet)
2) Pity pity (Joe Ergus-Steve Lawrenc-Ardiente)
Bonus track: 3) Silvano Silvi - Pity pity (Joe Ergus-Steve Lawrenc-Ardiente)
mercoledì 4 settembre 2013
Pippo Franco - Cara Kiri (1971)
Chissà perché tra i "padri" del demenziale non viene mai citato Pippo Franco: eppure chi conosce quest'album del 1971 o il precedente di qualche anno prima, "I personaggi di Pippo Franco", pubblicato dalla ARC (con la celeberrima "Amore bàmbina"), non può non riconoscere al nasuto cabarettista romano delle oggettive qualità di precursore in questo ambito, e basterebbe da sola una canzone come "La licantropia" (con cui partecipò al Cantagiro del 1969) per confermare ciò.
La versione censurata della copertina |
Il disco fu pubblicato con due copertine: la prima raffigurava Pippo Franco con le natiche scoperte, ma nella ristampa quest'immagine venne censurata, come potete vedere nella copertina.
Come si può notare dall'ascolto, molti di questi brani sono registrati dal vivo (ma su base), a partire da "Hai stata tu", che apre il disco e che si colloca nel filone di "Ho rimasto" di Don Backy o di "Ho soffrito per te" di Jannacci e Cochi & Renato, quelle canzoni in cui nel titolo è presente un errore di grammatica palese e quindi voluto.
"America" vede la partecipazione al testo di Mario Pogliotti, giornalista torinese legato all'esperienza dei Cantacronache, mentre al testo di "Cesso" collabora Gigi Proietti, anche coautore di "Hai stata tu".
I brani successivi sono scritti dal solo Pippo Franco; in Siae queste canzoni risultano firmate con il vero nome dell'artista, e cioè Franco Pippo, come si sa.
La già citata "La licantropia" è nella versione in studio già pubblicata su 45 giri nel 1969; mentre nel disco è attribuita al solo Franco, in Siae la musica è firmata anche da Mario Emilio De Sanctis.
"Ninna nanna" è una canzone tratta da uno dei film più assurdi che abbia visto in vita mia, "Il debito coniugale" di Franco Prosperi, del 1970: Pippo Franco la canta in una scena ambientata in una trattoria di paese, scatenando l'ilarità dei presenti (tra cui Lando Buzzanca, Barbara Bouchet e lo scomparso Orazio Orlando).
Le ultime due canzoni, "Karakiri" e "La statistica" sono scritte dal duo Castellacci e Pingitore, su musiche di Dimitri Gribanowsky (che in Siae è invece registrato come Gribanovski), collaboratore abituale del Bagaglino.
Dirige l'orchestra il maestro Remigio Ducros.
Ringraziamo per questo post il mitico Gerry Bruno dei Brutos.
LATO A
1) Hai stata tu (Mario Castellacci-Pier Francesco Pingitore-Luigi Proietti-Franco Pippo)
2) America (Mario Castellacci-Pier Francesco Pingitore-Mario Pogliotti-Franco Pippo)
3) Cesso (Franco Pippo-Luigi Proietti-Franco Pippo)
4) La nevrosi (Franco Pippo)
5) La licantropia (Franco Pippo-Mario Emilio De Sanctis-Franco Pippo)
LATO B
1) Quel vagone per Frosinone (Franco Pippo)
2) Ninna nanna (Franco Pippo)
3) Esmeralda (Franco Pippo)
4) Karakiri (Mario Castellacci-Pier Francesco Pingitore-Dimitri Gribanovski)
5) La statistica (Mario Castellacci-Pier Francesco Pingitore-Dimitri Gribanovski)
sabato 31 agosto 2013
Ella Cellaro - Giorni da spendere/Ho paura di te (1967)
Domenica 11 settembre 1966 a Sanremo si svolge la serata finale dela prima edizione del Canteuropa, una manifestazione canora ideata da Ezio Radaelli sulla falsariga del Cantagiro; oltre alle esibizioni dei vari big (Bobby Solo, la Cinquetti, Modugno, la Pavone, i Rokes, Mario Zelinotti ed altri) nella stessa sera si svolgono le fasi finali di un concorso per voci nuove (uno dei tanti che in quel periodo si tenevano in Italia) organizzato dalla Ciak-Set di Sanremo con nove cantanti scelti dalla commissione presieduta dal celeberrimo Maestro Pippo Barzizza: la giuria composta da alcuni giornalisti sceglie i vincitori.
Tra i partecipanti vi sono anche due ragazzine tredicenni: Claretta, di Diano Marina, scoperta da Giorgio Santiano, ed Ella Cellaro di Torino: pochi mesi dopo quest'ultima incide un 45 giri che, per quel che ne so, dovrebbe essere anche l'unico pubblicato, per un'etichetta, Dischi Sanremo, legata all'organizzazione del concorso.
Le due canzoni sono musicalmente ben costruite, ma si sente che la registrazione è stata effettuata decisamente con pochi mezzi, e sicuramente senza molte riesecuzioni (della serie "buona la prima"): la voce della ragazzina era come tante altre, e questo disco indica come negli anni '60 fosse relativamente più facile arrivare al debutto discografico, essendoci così tante case discografiche, seppure la maggioranza attive solo a livello locale.
I testi sono di Renato Scala, paroliere torinese che abbiamo già conosciuto nel blog, che in "Ho paura di te" collabora con il suo concittadino Giovanni Vergnano; le musiche di entrambi i brani sono di Raffaele Cirulli, che firma anche gli arrangiamenti e la direzione d'orchestra con lo pseudonimo Raf Cristiano.
1) Giorni da spendere (Renato Scala-Raffaele Cirulli)
2) Ho paura di te (Renato Scala-Giovanni Vergnano-Raffaele Cirulli)