Euterpe era la musa della musica, secondo la mitologia greca. Questo blog tratta di musica: classica, leggera, pop (come recitava Vanna Brosio presentando "Adesso musica"). Sono quindi presenti nel blog recensioni di dischi e di libri su argomenti musicali, accompagnate da immagini, con un occhio di riguardo (anche se non esclusivo) per la musica prodotta sotto la Mole.
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sabato 29 giugno 2013
Claudio Rocchi - Indiscutibilmente/La televisione accesa (1970) e il primo Claudio Rocchi
Il secondo post dell'omaggio a Claudio Rocchi è costituito dal suo 45 giri di debutto da solista, pubblicato all'inizio del 1970 (la data sulla matrice è quella del 26 marzo), e da altri brani risalenti al primo periodo della sua attività discografica, sia con gli Stormy Six che da solista.
Cominciamo dalle due canzoni del singolo, "Indiscutibilmente" e "La televisione accesa", firmate entrambe da Alberto Salerno con Rocchi per i testi e da Massimo Salerno, che si occupa anche degli arrangiamenti, per le musiche: il primo brano è abbastanza lontano dallo stile consueto del cantautore, ed inizia con una melodia fischiata accompagnata addirittura da uno scacciapensieri; il ritmo può ricordare "Una storia d'amore" di Celentano.
"La televisione accesa", acustica, è invece più simile ai brani del Rocchi del primo periodo, sia musicalmente, sia per il testo che è d'amore ma descrittivo di piccole cose e situazioni.
Seguono quattro canzoni tratte dal primo album degli Stormy Six, "Le idee di oggi per la musica di domani": sono i quattro brani cantati da Rocchi e firmati sul disco da lui e da Fabbri (che si erano comunque accordati per firmare insieme le canzoni scritte in realtà da soli, un po' come Lennon e McCartney); in SIAE alle loro si affianca anche la firma di Nisa, Nicola Salerno, noto paroliere che però qui firma le musiche.
Di queste sicuramente "Ramo" e "Sotto i portici di marmo" sono quelle più facilmente ricollegabili allo stile di Rocchi: la prima è accompagnata da un sitar suonato da Aruna, un musicista indiano, e dalla tabla suonata dal batterista degli Stormy Six Toto Zanuso, mentre la seconda si ricollega ad una canzone di Roy Harper (come nel suo sito racconta lo stesso cantautore); Rocchi si accompagna con la chitarra acustica e con gli archi suonati da Maria Derseta (violino), Anna Jacobi (viola) e Aldo Amadi (violoncello).
Gli altri brani sono invece delle registrazioni risalenti al primo album, "Viaggio", con Mauro Pagani al flauto, Eugenio Pezza al pianoforte, Gianfranco Lombardi al basso e sempre Zanuso alla batteria e alle percussioni, che non furono inclusi in quel disco; successivamente Rocchi li ha pubblicati negli anni '90 nei due album "Sulla soglia" e " I think you heard me right" insieme ad altro materiale.
Alcune di queste canzoni sono interessanti e tra le migliori della sua produzione: in particolare "Il mio esistere", "L'aquilone" e "Coscienza".
Come sappiamo, poco più di un anno dopo queste registrazioni, nel 1972 Mauro Pagani dedicherà a Rocchi il testo di "Per un amico".
1) Indiscutibilmente (Alberto Salerno-Claudio Rocchi-Massimo Salerno)
2) La televisione accesa (Alberto Salerno-Claudio Rocchi-Massimo Salerno)
Bonus tracks:
3) La storia più bella del mondo (Claudio Rocchi-Franco Fabbri-Nicola Salerno) (1969)
4) Ramo (Claudio Rocchi-Franco Fabbri-Nicola Salerno) (1969)
5) I tuoi occhi sono tristi (Claudio Rocchi-Franco Fabbri-Nicola Salerno) (1969)
6) Sotto i portici di marmo (Claudio Rocchi-Franco Fabbri-Nicola Salerno) (1969)
7) L'aquilone (Claudio Rocchi) (1970)
8) Il mio esistere (Claudio Rocchi) (1970)
9) Coscienza (Claudio Rocchi) (1970)
10) I think you heard me right (Claudio Rocchi) (1970)
11) Jane's lullaby (Claudio Rocchi) (1970)
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venerdì 28 giugno 2013
BEATi voi! n.14
L'amico del blog Alessio Marino, ci informa che da qualche giorno è uscito il n° 14 della rivista "BEATi voi!", completamente incentrata su
interviste, reportages e discografie sui complessi italiani anni
50/60/70 (rock and roll, beat, progressive, psichedelia, pop...);
scritta e diretta dallo stesso Alessio Marino con alcuni collaboratori ed edita dalla Beat Boutique 67 al prezzo di 13 euro.
In questo numero, tra le altre cose, potete trovare interviste a Le Sensazioni, Richard Last Group, i Nuovi Laser, Vasso Ovale ed altri articoli interessanti su Massimo Boldi batterista, sulla scena hard rock italiana, sulla scena psichedelica e molto altro.
Per ordini o maggiori informazioni potete visitare il sito della BEAT BOUTIQUE 67:http://xoomer.virgilio.it/bvfvma/index_file/Page351.htm
mercoledì 26 giugno 2013
I Ragazzi del Sole - Il suono del sole (1970)
Prima di continuare con la trilogia dedicata a Claudio Rocchi, presentiamo il secondo album dei Ragazzi del Sole, che vede solo Danilo Pennone ancora presente tra i componenti originali del complesso: vi era stata infatti, a seguito di alcuni dissidi, una causa giudiziaria sull'utilizzo del nome, vinta proprio da Pennone, che come abbiamo visto in altri post aveva formato il gruppo con dei nuovi elementi.
Il disco è interamente strumentale (anche se in SIAE pare che i testi siano depositati...), con qualche vocalizzo qui e là (ad esempio in "Black label" e "Rally").
Lo stile è tra il rock psichedelico e il progressivo, e i brani musicali potrebbero benissimo far parte di una colonna sonora di uno dei tanti film di serie B del periodo.
Come si può leggere nelle note di copertina, partecipano alla registrazione due batteristi, Valerio Liboni e Cesare Plantulli: nella sua autobiografia "Crash! Storie e curiosità dell'Italia della canzone a ritmo di musica, viaggi e amore" Liboni ha spiegato che, mentre stavano registrando l'album fu chiamato per il serivizio militare, e quindi lasciò il posto nel gruppo a Piantuilli, e una volta congedato poi fondò, con altri ex componenti dei Ragazzi del Sole, un nuovo complesso, la Strana Società.
Tra i brani (tutti firmati da Pennone con Vic Nocera ed Happy Ruggiero, tranne "Summertime"), oltre a quelli già citati, possiamo ricordare "Color sound" e "Underground" , due brani rock, "With you", più melodico e lo psichedelico "Neige".
Il disco è introvabile e rarissimo, e quindi le poche volte che lo si vede in vendita in genere ha dei prezzi abbastanza alti.
LATO A
1) Voom-Voom (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
2) Color sound (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
3) Black label (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
4) Underground (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
5) With you (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
6) Rally (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
LATO B
1) Summertime (George Gershwin)
2) Neige (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
3) Psycology (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
4) Schun schun schun (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
5) ...in life (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
6) Warm (Vic Nocera-Danilo Pennone-Happy Ruggiero)
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lunedì 24 giugno 2013
Claudio Rocchi - Rocchi (1975)
Pare proprio che questo 2013 sia un anno nefasto per la musica: sono scomparsi finora esponenti dei generi più diversi, nomi come Jannacci, Califano, Little Tony a cui dal 18 giugno si è aggiunto anche Claudio Rocchi, senza dubbio uno dei cantautori più atipici del panorama musicale italiano.
I suoi lavori migliori (che sono anche i suoi più noti) li aveva incisi nei primi anni '70, ma anche in seguito qui e là aveva seminato gemme interessanti, e dopo la parentesi di una quindicina d'anni come Hare Krishna aveva ripreso l'attività musicale realizando alcuni buoni album.
Non ricorderemo Rocchi con "Volo magico n° 1", "Viaggio" o "La norma del cielo" (sicuramente lo hanno fatto altri) ma con una trilogia di suoi dischi, per un motivo o per l'altro, particolari.
Quello di oggi è il disco del 1975, "Rocchi", un 33 giri decisamente sperimentale, con abbondanza di improvvisazioni ("Zen session") ed elettronica: un lavoro senza dubbio difficile, che ricorda a mio parere il Battiato di "Clic" o "Mademoiselle Le Gladiator".
Decisamente profondi e ricercati i testi, come al solito.
Come tutti i suoi primi dischi, anche questo è stato pubblicato dalla Ariston di Alfredo Rossi.
Namasté, Claudio.
LATO A
1) Zen session
2) Zero
LATO B
1) Aijdmal
2) Il giorno di Malcom Azul
3) Chota sa balma
4) Certa Puglia
venerdì 21 giugno 2013
Vasso & Father - Hawayan guitars (1972)
Ascoltando questo disco, pubblicato nel 1972 dalla Napoleon (piccola etichetta milanese distribuita dalla Durium) non possono che venire in mente Santo & Johnny: quest'album strumentale è infatti basato sulla slide guitar (e del resto il titolo, riportato solo nell'etichetta e non in copertina, è appunto "Hawayan guitars") suonata dal maestro torinese (che, come sapete, ha inciso alcuni dischi per la Ariston con lo pseudonimo The Guitar Men).
Come in genere si usava in questo tipo di dischi, per lo più i brani sono riproposizioni di classici della musica del passato, da "Cuando calienta el sol" a "Love is a many splendoured thing", da "Over the rainbow" a "Ebb tide", con l'aggiunta di qualche successo più recente come "Love story" e di tre brani inediti.
La voce di Vasso si ascolta in "Santa Monica", canzone che è stata poi reincisa nel 1983 dai Ragazzi del Sole, e in "Sogno californiano"; entrambi i brani sono firmati sull'etichetta da Cherchireos, che altro non è che uno pseudonimo di Achille Ovale.
LATO A
1) I'm in the mood for love (Jimmy McHugh)
2) Ebb tide (Robert Maxwell)
3) Cuando calienta el sol (Carlos Rodriguez Rigual-Carlos Alberto Martinoli)
4) Santa Monica (Achille Ovale)
5) Green leaves of summer (Dimitri Tiomkin)
6) Sogno californiano (Achille Ovale)
LATO B
1) Over the rainbow (Harold Arlen-E. Y. Hamburg)
2) The shadow of your smile (Johnny Mandell)
3) Love is a many splendoured thing (Sammy Fain)
4) Love story (Francis Lai)
5) Three coins in the fountain (Jule Styne)
6) E' inutile (Achille Ovale)
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martedì 18 giugno 2013
Bruno Lauzi - Amore caro amore bello...(1971)
A settembre del 1971, dopo il successo di "Amore caro, amore bello", Bruno Lauzi pubblica un doppio album intitolato quasi come il brano di Mogol e Battisti, con l'aggiunta di alcuni puntini di sospensione, e proprio da questo 33 giri riprendiamo la presentazione della discografia del cantautore genovese (ma nato, come sappiamo, ad Asmara).
Il primo disco è dal vivo, registrato al Teatro Filodrammatico di Milano con l'accompagnamento di Andrea Sacchi alla chitarra, e raccoglie alcune vecchie canzoni di Lauzi del periodo CGD e Ariston, con due inediti, "Coccodì coodà", canzone scritta da Walter Valdi e Armando Celso e "La mia solitudine", che Lauzi aveva tradotto qualche mese prima per l'album in italiano di Georges Moustaki (recentemente scomparso).
Tra gli altri brani d aricordare "Ritornerai", "Il tuo amore", "O frigideiro" (con il testo di Giorgio Calabrese) e "Menica, menica", a cui sicuramente si è ispirato Guccini per "Il bello".
Ovviamente, essendo la registrazione di uno spettacolo, vi sono anche alcuni interventi parlati, tra cui uno che è diventato particolarmente noto e che viene spesso citato anche da chi, magari, non sa che proviene da questo disco: "Mi chiedono perché io scrivo delle canzoni così serie e così tristi, la ragione è semplicissima perché quando sono allegro esco" (prima di "Il tuo amore").
Il secondo disco invece racchiude tutte canzoni nuove, compresa la già nota "Amore caro, amore bello"; altri due brani inoltre vengono pubblicati su 45 giri, "L'aquila" (ancora di Mogol e Lucio Battisti, che un anno dopo la includerà nell'LP "Il mio canto libero") e "Devo assolutamente sapere".
Tra le altre canzoni, da ricordare "Lei non è qui...non è là", in cui alla registrazione partecipa all'armonica a bocca e alla chitarra il coautore Edoardo Bennato (che la inciderà nel 1973 nel suo primo album, "Non farti cadere le braccia"), "Al mercato dei fiori" e "Il coniglio rosa" (che i fratelli La Bionda incideranno nel loro album di debutto "Fratelli La Bionda s.r.l."), "Un buon matrimonio" (scritta con Pino Donaggio) e "Stella, Stella" (su musica di Massimo Salerno); inoltre "Il tuo amore" è presente, oltre che dal vivo, anche in versione studio.
Tra i musicisti che partecipano alle registrazioni vi sono Di Cioccio e Mussida della Premiata Forneria Marconi, Damiano Dattoli, Ellade Bandini, Gianni Dall'Aglio, Mario Lavezzi, Claudio Fabi e Dario Baldan Bembo.
La copertina è realizzata da Caesar Monti (alias Cesare Montalbetti), che in quel periodo collaborava spesso con la Numero Uno, e di sua moglie Wanda Spinello.
LATO A
1) Menica, menica (Bruno Lauzi)
2) Vecchio paese (Bruno Lauzi)
3) La banda (Bruno Lauzi)
4) Gli acrobati (Bruno Lauzi)
5) La mia solitudine (Bruno Lauzi-Georges Moustaki)
LATO B
1) O frigideiro (Bruno Lauzi)
2) Il tuo amore (Bruno Lauzi)
3) Ritornerai (Bruno Lauzi)
4) When I meet Connie in cornfield (Harry Tilsley-Robert Hargreaves-Stanley Damerell)
5) Coccodì coccodà (Walter Valdi-Armando Celso)
LATO C
1) Amore caro, amore bello (Mogol-Lucio Battisi)
2) Al mercato dei fiori (Bruno Lauzi-Carmelo e Michelangelo la Bionda)
3) 4.000.000 di anni fa (Bruno Lauzi-Carmelo e Michelangelo la Bionda)
4) Lei non è qui, non è là (Bruno Lauzi-Edoardo Bennato)
5) Il costruttore (Bruno Lauzi)
6) Giovedì speciale (Bruno Lauzi-Tito Fontana)
LATO D
1) L'aquila (Mogol-Lucio Battisi)
2) Un buon matrimonio (Pino Donaggio-Bruno Lauzi-Pino Donaggio)
3) Il coniglio rosa (Bruno Lauzi-Carmelo e Michelangelo la Bionda)
4) Stella, Stella (Bruno Lauzi-Massimo Salerno)
5) Devo assolutamente sapere (Bruno Lauzi)
6) Il tuo amore (Bruno Lauzi)
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venerdì 14 giugno 2013
Giorgio Santiano, canta Paolo Comorio - Basta con le donne/Non parlar (1961)
Ritorniamo, dopo due anni, a parlare del complesso di Giorgio Santiano, il musicista pinerolese di "Auf Wiedersehen a Diano Marina" , con alla voce solista Paolo Comorio, presentando un disco di poco successivo a quello del post precedente a lui dedicato e di cui, purtroppo, non ho la copertina.
Mentre la matrice del lato A è datata è datata 3 novembre 1960, il retro ha la data del 28 dicembre, per cui è presumibile che il disco sia stato pubblicato i primi giorni del nuovo anno.
Passando alle canzoni, "Basta con le donne" è un rock'n'roll che suona molto moderno: Paolo Comorio, che è anche l'autore del testo, durante l'assolo centrale di sax, si scatena anche in una serie di urletti degni di un "Little Richard di Pinerolo"....!
Più melodica invece "Non parlar", il classico lento terzinato con un testo d'amor: il testo è di un certo Trombotto, di cui non sappiamo nulla; il brano, peraltro, non risulta depositato in SIAE:
1) Basta con le donne (Paolo Comorio-Giorgio Santiano)
2) Non parlar (Trombotto-Giorgio Santiano)
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sabato 8 giugno 2013
Alessandro Carrera - Le cartoline (1981)
Negli anni '70, soprattutto nella seconda metà, i cantautori nascevano come funghi, e molti di essi sono arrivati ad incidere almeno un album, grazie anche al proliferare di molte piccole case discografiche, spesso indipendenti (Ultima Spiaggia, Intingo, Divergo, ecc....) con distribuzione curata dalle grandi etichette nazionali o multinazionali: Alessandro Carrera, oggi conosciuto come saggista e scrittore, è uno di questi.
Nato a Lodi nel 1954, debutta nel 1978 in un disco collettivo (di cui presto ci occuperemo nel blog) intitolato "Punto a capo" e curato dal direttore di "Musica e dischi", Mario De Luigi, che vede anche la partecipazione di Giorgio Lo Cascio; l'album è pubblicato dalla casa discografica di De Luigi, la Divergo.
Qualche anno dopo Carrera, passato nel frattempo all'Orchestra, cooperativa fondata da alcuni musicisti tra cui Fabbri e Fiori degli Stormy Six, il batterista Andrea Centazzo, Moni Ovadia ed altri, pubblica il suo unico 33 giri come solista, intitolato "Le cartoline" (come uno dei brani più significativi contenuti in esso).
Sicuramente la qualità maggiore del disco è la scrittura dei testi, effettivamente ben curati; le musiche, come succede spesso per alcuni cantautori, sono meno curate dal punto di vista melodico, ma vengono sorrette dagli arrangiamenti di Marco Milanese, che in certi brani si affidano anche a soluzioni sperimentali grazie anche al contributo di musicisti come Mario Arcari, Aldo De Scalzi (fratello del più noto Vittorio), Piero Milesi, oltre allo stesso Milanese.
Il vero punto debole del disco è, a mio parere, la voce dello stesso Carrera (autore dei testi e delle musiche di tutti i brani), monocorde e a volte decisamente inespressiva; forse è proprio per questo motivo che l'accoglienza del pubblico è stata quasi nulla e che Carrera ha abbandonato l'attività di cantautore.
LATO A
1) Piazza Sant'Ambrogio
2) La collina dei treni
3) Le cartoline
4) I miei cani
LATO B
1) Aznavour (popolo sogna)
2) La divisa
3) Aspettando i barbari
4) La traversata del disattento
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lunedì 3 giugno 2013
Alberto Fortis - La sedia di lillà/L'amicizia (1979)
Il piemontese di Domodossola Alberto Fortis ha avuto il suo momento di massima notorietà tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80, con alcuni album veramente azzeccatti, da "La grande grotta" a "Fragole infinite", a partire dall'omonimo album di esordio con le celeberrime "Milano e Vincenzo", "A voi romani" e "La sedia di lillà".
Quest'ultima canzone è stata pubblicata su 45 giri in una versione diversa rispetto all'album per quel che riguarda l'arrangiamento: in particolare vi è la presenza di un violino solista e la traccia vocale è stata ricantata.
La canzone sul retro, "L'amicizia", è invece nella stessa versione del 33 giri, e si tratta di una delle più belle canzoni del repertorio di Fortis, nonché di uno dei più bei brani sul tema dell'amicizia ("se con l'età ti uccideranno l'amicizia / che dell'anno che va è la stagone più bella / ha la luce di una stella che muore / e vorresti fosse lei l'amore / ma il tempo che passa porta guerra e falsità....").
I musicisti dei due brani sono i componenti dell'epoca della PFM (Di Cioccio, Mussida, Premoli, Djivas) più Claudio Fabi al pianoforte e Claudio Pascoli al sax.
1) La sedia di lillà
2) L'amicizia
3) Bonus track: La sedia di lillà (versione 33 giri)
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