Euterpe era la musa della musica, secondo la mitologia greca. Questo blog tratta di musica: classica, leggera, pop (come recitava Vanna Brosio presentando "Adesso musica"). Sono quindi presenti nel blog recensioni di dischi e di libri su argomenti musicali, accompagnate da immagini, con un occhio di riguardo (anche se non esclusivo) per la musica prodotta sotto la Mole.
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mercoledì 25 novembre 2015
The Ander's Quartet - Nessuno al mondo/Bella bimba (1960)
Claudio Cavallaro, veronese, è conosciuto come compositore di evergreen come "Applausi" per i Camaleonti o "Lisa dagli occhi blu" per Mario Tessuto, oltre che di molti altri brani per la Vanoni, Marisa Sacchetto, i Profeti, la Caselli e tanti altri; pochi però sanno che il suo ingresso nel mondo della musica leggera avvenne come cantante di un complesso, The Ander's Quarte, che debuttò con il 45 giri di cui parliamo oggi, pubblicato nel novembre 1960.
"Nessuno al mondo", sul lato A, è la cover del celebre successo di pochi mesi prima di Peppino Di Capri, versione italiana del brano "No arms can ever hold you", scritto da Art Crafer e Jimmy Nebb e portata al successo da Pat Boone; non appaiono in copertina gli autori del testo in italiano, che sono Nino Rastelli e Mauro Gioia.
"Bella bimba" è invece un brano ritmato in levare, scritto da Luciano Beretta su musica di Arturo Casadei, che era stato inciso l'anno precedente dall'egiziano Bob Azzam.
Cavallaro è la voce solista in entrambi i brani; il disco mi risulta essere stato pubblicato solo con la copertina forata consueta dell'Excelsius, etichetta torinese del gruppo Fonit-Cetra.
1) Nessuno al mondo (Nino Rastelli-Mauro Gioia-Art Crafer-Jimmy Nebb)
2) Bella bimba (Luciano Beretta-Arturo Casadeu)
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sabato 21 novembre 2015
Ivana Cosetta - I tuoi occhi verdi/Paura d'amarti (1960)
Ivana Cosetta è una cantante ed attrice milanese, attiva dalla fine degli anni '50, che ha inciso per varie etichette, tra cui la Jolly, la Combo e la Kansas, per cui ha pubblicato il suo unico 33 giri.
Quello che presentiamo oggi dovrebbe essere il suo primo 45 giri, pubblicato dalla Titanic, etichetta milanese attiva per qualche anno, riconoscibile per la sua grafica: in pratica tutti i suoi dischi avevano delle copertine con un disegno dentro ad una cornice appoggiata su un cavalletto da pittore, con uno sfondo di colore fisso, variabile da disco a disco, mentre sul retro vi era sulla destra la foto dell'artista e sulla sinistra i dischi pubblicati.
Fu con la Titanic che debuttò con "Gocciole di luna" Elide Suligoj, scomparsa di recente, e di cui riparleremo prossimamente.
Ma torniamo ad Ivana Cosetta, nata a Milano nel 1942, che debutta come cantante mentre sta studiando all'Accademia di Arte drammatica della sua città; sempre nello stesso periodo, a cavallo tra gli anni '50 e i primi anni '60, è possibile trovare Ivana in vari fotoromanzi pubblicati da "Grand Hotel": la foto che potete vedere qui a destra con il suo autografo è appunto un regalo ai lettori della rivista, e la cosa particolare è, in basso a destra, il riquadro con l'indirizzo della Cosetta, via Belfiore 12 (certo che in quegli anni il concetto di privacy era proprio diverso dal nostro....!).
Passando al disco, la canzone sul lato A porta lo stesso titolo del più grande successo di Franco Tozzi, "I tuoi occhi verdi", e musicalmente è un terzinato sulla scia di "Guarda che luna" di Buscaglione; "Paura d'amarti", sulla falsariga del lato A, ha però una melodia più antica.
Le musiche sono del Maestro Federico Bergamini, che nel blog abbiamo già conosciuto quando abbiamo parlato di Fiamma, e che si occupa degli arrangiamenti.
Brava la Cosetta, dotata di una bella voce, ma con un'impostazione, in queste due incisioni, un po' vecchio stile.
1) I tuoi occhi verdi (Aldo Locatelli-Federico Bergamini)
2) Paura d'amarti (Aldo Locatelli-Federico Bergamini)
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sabato 14 novembre 2015
Je suis Paris
Come sapete, in questo blog si parla di musica: si è deciso di fare un'eccezione oggi, per i noti fatti di Parigi. La maggior parte delle vittime si trovava al Bataclan, il celebre locale dove, tra gli altri, suonarono Lou Reed, John Cale e Nico nel gennaio del 1972 (il concerto è reperibile in un famosissimo bootleg).
Nel califfato la musica è vietata, come del resto anche le altre arti, e gli strumenti musicali vengono mandati al rogo: questo la dice lunga sul livello di (in)civiltà e di barbarie di costoro, roba che fa apparire gli Unni e i Vandali di Genserico dei fari di cultura.
E Parigi, e la Francia, all'opposto ci hanno donato alcune tra le fondamenta della nostra civiltà: pensate a nomi come Victor Hugo, Pascal, Bizet, Renoir, Truffaut, Monet, Dumas...(potrei continuare per pagine e pagine) e, per quel che riguarda la musica leggera, alcuni nomi li trovate qui sopra.
Ecco, la musica, l'arte, la cultura sono le nostre armi migliori, che loro non hanno: loro hanno l'ignoranza e l'inumanità.
I politici decideranno (spero) come agire, in che modo e con quali mezzi fermarli; intanto noi facciamo sentire la nostra vicinanza ai Francesi: colpendo la Francia hanno colpito tutti noi Europei.
domenica 8 novembre 2015
Gli Uh! - Ho bisogno di te/Tu che ne sai (1976)
Dopo la pubblicazione dell'album con la Kansas, gli Uh! di fatto terminano l'attività, ed il solo Attilio Gili, il cantante e bassista, riutilizza il nome del complesso per un 45 giri pubblicato dalla Fonit-Cetra nel 1976.
Sono lontani i tempi di "Un lago blu", e le due canzoni presenti, "Ho bisogno di te" e "Tu che ne sai", sono due brani melodici scritti da Vic Nocera, con la collaborazione per le musiche di Achille Ovale, il papà di Vasso; leggermente meglio il terzinato "Tu che ne sai", ma in ogni caso entrambe le canzoni nel 1976 sono decisamente fuori tempo.
Il disco passa inosservato, e segna così la fine della carriera di Gili e del nome degli Uh, fino al ritorno del complesso negli anni '90.
1) Ho bisogno di te (Vic Nocera-Achille Ovale-Vic Nocera)
2) Tu che ne sai (Vic Nocera-Achille Ovale-Vic Nocera)
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