Gipo Farassino è stato, tra gli anni '60 e i '70, il cantore di una città, Torino, che si stava vistosamente trasformando, perdendo per strada alcune caratteristiche (sociali, urbane, umane) che Gipo cantava nelle sue canzoni, raccontando episodi della vita quotidiana come la gita al Sangone, le proprie origini al 6 di via Cuneo («El 6 ed via Coni, l'e' na ca veja / che gnanca na volta l'era nen bela...»), il tempo libero al bar del rione ed anche i rapporti tra i Torinesi e quelli che nel resto del Norditalia si chiamano terroni ma che qui all'epoca quasi nessuno chiamava così: a Torino, da qualsiasi parte del sud si provenisse, si veniva chiamati "Napuli".
La Torino di Gipo è quella che mio padre trovò, bambino di sei anni, nel 1939: e la cosa divertente è che passò dal dialetto brindisino di San Vito dei Normanni che parlava in casa al piemontese, per comunicare con gli altri "masnà", imparando poi l'italiano a scuola. Al di là dei luoghi comuni sulla freddezza della città, penso che invece non esista in Italia un altro luogo dove sia così facile integrarsi: c'è molta più chiusura in altre comunità cittadine che qui.
In "Me cit Turin" Farassino canta "Sarà 'n teron, ma l'è gentil, l'è ormai d'i nosti, l'ha l'nost stil".
In "Me cit Turin" Farassino canta "Sarà 'n teron, ma l'è gentil, l'è ormai d'i nosti, l'ha l'nost stil".
Prima però di incidere, per la Fonit-Cetra, le sue canzoni di maggior successo, per molti anni Gipo ha pubblicato i suoi dischi con le varie etichette, facenti parte del gruppo Italmusica, di proprietà della famiglia Pigini: IPM, SIR, PIG e, in un caso (di cui trattiamo in questo post) Silver: si tratta di un 45 giri in italiano, con due canzoni: "L'appassionata" e "Celeste Pautasso", entrambe arrangiate dal maestro Sauro Sili.
"L’appassionata" è una cover (tradotta dal chierese Leo Chiosso, storico paroliere di Fred Buscaglione) di una canzone di Guy Marchand, pubblicata in Francia l’anno precedente ed intitolata "La passionata". Incisa nello stesso anno da Enzo Jannacci (che la incluse nell'album "Sei minuti all'alba"), è uno di quei quadretti d'ambiente (in questo caso spagnolo...) che Chiosso ogni tanto amava disegnare....Farassino si produce, al termine di ogni strofa, in una specie di falsetto che (per fortuna) non ha più ripetuto in seguito.
Una curiosità: mentre nella versione di Jannacci il protagonista lavorava alla Olivetti, in questa lavora invece alle Ferriere, gli stabilimenti Fiat di via Livorno che oggi non esistono più, sostituiti dal nuovo quartiere Spina 3.
"Celeste Pautasso" è invece scritta da Gipo con Chiosso per quel che riguarda il testo, mentre la musica è del maestro Vanni Moretto, arrangiatore e direttore artistico delle etichette dell'Italmusica.
Musicalmente influenzata dal jazz, vecchio amore di Farassino, e in particolare dallo swing anni '40, è una lettera che Pautasso scrive al suo capo per giustificare una sua assenza dal lavoro dovuta a mutua e non, come pensa il padrone, per un'adesione a uno sciopero.
In definitiva Celeste Pautasso è un altro dei personaggi di quella Torino, l'operaio....chissà se, in quegli anni, il Pautasso ha mai conosciuto Matilde Pellissero, detta "Tilde"?
1) L'appassionata (Leo Chiosso - Guy Marchand)
2) Celeste Pautasso (Leo Chiosso - Gipo Farassino - Vanni Moretto)
Nessun commento:
Posta un commento