Euterpe era la musa della musica, secondo la mitologia greca. Questo blog tratta di musica: classica, leggera, pop (come recitava Vanna Brosio presentando "Adesso musica"). Sono quindi presenti nel blog recensioni di dischi e di libri su argomenti musicali, accompagnate da immagini, con un occhio di riguardo (anche se non esclusivo) per la musica prodotta sotto la Mole.
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sabato 4 luglio 2015
Bruno Lauzi - Persone (1977)
Nella discografia di Bruno Lauzi, "Persone", il 33 giri del 1977, è senza dubbio un episodio minore: sia per la qualità delle canzoni, che in poche occasioni raggiunge i livelli a cui Lauzi ci ha abituati, sia per gli arrangiamenti curati dal Maestro Pippo Caruso (tranne "Nani", arrangiata da Claudio Pascoli), non sempre del tutto riusciti, ed anche per la cover di Paolo Conte, "Wanda", sicuramente meno immediata rispetto a quelle presenti nei dischi precedenti di Lauzi (e cioè "Onda su onda" e "Genova per noi").
Il brano iniziale, "Un uomo che va", ha una musica che richiama uno degli amori musicali di Lauzi, il Brasile; nel finale vi è un brano recitato in cui vengono richiamate altre canzoni del disco.
"Navigatore solitario" ha qualcosa di irrisolto, sembra una canzone con delle ambizioni ma non sviluppate adeguatamente; meglio senza dubbio "Briccofiore", una marcetta senza pretese, o "Accontentase", in dialetto genovese e con la musica di Ennio Ceseri, che è uno dei brani migliori del disco insieme a "Io canterò politico".
Il lato A si conclude con la cover di Paolo Conte, che rispetto all'incisione del 1974 dell'astigiano ha il titolo, chissà perchè, allungato.
Apre l'altro lato del disco forse la canzone più brutta del disco, "Adriano", storia di un tizio che si innamora di una donna per scoprire poi che si tratta di un travestito: evidentemente era un argomento che in quegli anni era molto gettonato, perchè nello stesso anno Fabio Concato pubblica "A Dean Martin", mentre due anni dopo abbiamo "Avventura con un travestito" di Califano e "Sbattiamoci" del notoriamente eterosessuale Renato Zero.
Un po' meglio "Il dubbio e la certezza", con un testo interessante ma con una musica sottotono, una marcetta che nell'intermezzo tra le strofe pare citare "Il pescatore" di De André e Franco Zauli, mentre "Nani", su musica di Dario Farina, è un altro trascurabile episodio minore.
"Io canterò politico" è, come detto, il brano migliore del disco, sia per il testo, sincero e sentito, in cui Lauzi esprime tutto quello che pensava dei suoi "colleghi cantautori, eletta schiera" che in quel periodo erano riusciti ad affermarsi coniugando spesso la musica con la politica, non sempre sinceramente ma, a volte, per convenienza: essere da una certa parte voleva dire essere chiamati a suonare ai vari Festival delle Unità o ai vari Festival del Proletariato Giovanile.
Anni dopo ho avuto modo di conoscere Lauzi, quando con i Powerillusi siamo andati a suonare alla Fiera di Milano nel corso di una rassegna di cui non ricordo il nome: ho chiacchierato non più di cinque minuti, ma gli ho chiesto (era una curiosità che avevo da tanto) il perchè della citazione di Guccini, che io avevo sempre interpretato in modo ironico: Lauzi invece mi disse che era sincero, nel senso che pensava veramente che Guccini fosse candido e poetico, ed apprezzava molto soprattutto i testi del pavanate, mentre la sua critica era diretta verso altri colleghi, più giovani, che secondo lui erano meno dotati e meno convinti dal punto di vista politico (e mi fece i nomi di un cantautore romano del giro RCA e di uno milanese che, in seguito, aveva anche citato in una canzone di due o tre anni dopo).
"Amico brasiliano" è una cover di "O mestre-sala dos mares" ("Il maestro di cerimonie dei mari"): l'originale, scritto dal cantautore Joao Bosco su musica di Aldir Blanc nel 1973 e portata al succeso l'anno dopo da Elis Regina, racconta la storia vera del soldato João Cândido Felisberto che nel 1910 capeggiò una rivolta di marinai, per poi finire in carcere prima e poi in ospedale psichiatrico; il testo di Lauzi parla però di tutt'altro.
Conclude il disco una ripresa del brano iniziale.
LATO A
1) Un uomo che va (Bruno Lauzi)
2) Navigatore solitario (Bruno Lauzi)
3) Briccofiore (Bruno Lauzi)
4) Accontentase (Bruno Lauzi-Ennio Ceseri)
5) Wanda, stai seria con la faccia ma però... (Paolo Conte)
LATO B
1) Adriano (Bruno Lauzi)
2) Il dubbio e la certezza (Bruno Lauzi)
3) Nani (Bruno Lauzi-Dario Farina)
4) Io canterò politico (Bruno Lauzi)
5) Amico brasiliano (O mestre-sala dos mares) (Bruno Lauzi-Aldir Blanc-Joao Bosco)
6) Un uomo che va - II parte (Bruno Lauzi)
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Stupenda, come tutte le riproposte del sottovalutato Maestro genovese. Io canterò politico regge ancora oggi l'incedere del tempo in maniera smagliante... divertente il tuo "appunto" su Adriano ;) .
RispondiEliminaIl cantautore romano era De Gregori (o Venditti) e quello milanese Vecchioni? Ottima presentazione di questo disco, bravo. Lauzi mi è sempre piaciuto sia come autore sia come cantante sia come persona.
RispondiElimina....il secondo che hai detto. Mentre il milanese, lo trovi citato nel disco "Alla grande", vedi qui http://ilnegoziodieuterpe.blogspot.it/2014/03/bruno-lauzi.html
Eliminama il link non funziona :(
RispondiElimina....quale link?
EliminaIn questo disco doveva esserci una canzone molto divertente che si chiamava PRIGIONIERO DI ZENDA, come il film. Ma poi non fu inserita
RispondiEliminaEra 'Nani' che riporta appunto Zenda, prigioniero di te... Come titolo 'prigioniero di Zenda' condivido che sarebbe stato meglio.
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