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martedì 21 giugno 2016

E' uscito il nuovo numero di Vinile



E' in edicola il nuovo numero di Vinile, molto interessante: la copertina è dedicata ai Beatles ed alla famosa "butcher cover", trattata in un esauriente articolo di Michele Neri che non può non incuriosire tutti i numerosi beatlesiani, visto che tra l'altro riproduce i documenti originali della Capitol che motivano la censura e racconta molti particolari poco noti o sconosciuti qui da noi.
Oltre alle mie interviste a cinque componenti dei Circus 2000, Silvana Aliotta, Johnny Betti, Spooky, Gianni Bianco e Louis Atzori, che espongono cinque versioni della storia di questa gloria del prog torinese degli anni '70 e che sono introdotte da John N. Martin con un excursus sull'attività del gruppo, sono molti gli articoli da ricordare in questo numero.
Maurizio Becker ricostruisce la fondazione dell'RCA Italiana intervistando il figlio di Giuseppe Biondo, il principale artefice della nascita dell'etichetta, mentre Alessio Lega racconta la scoperta di un 33 giri del 1972 di un giovanissimo Roberto Benigni, che tentava la fortuna come cantautore (disco sconosciuto fino ad oggi).
Luciano Ceri in un'interessante intervista a Maria Monti ricostruisce i primi anni della carriera di questa artista, in compagnia di Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci, mentre Franco Brizi si occupa della discografia italiana dei Pink Floyd (con alcune chicche interessanti).
Franco Settimo, oltre a completare con Michele Neri la trattazione della discografia di Domenico Modugno, approfondisce in un articolo l'incontro tra tre grandi artisti, Ennio Morricone, Luigi Tenco e Fabrizio De André, in occasione del film di Luciano Salce "La cuccagna" del 1962.
In tema di discografie Alberto Quartu ci fa conoscere le rarità internazionali di Renato Zero; non mancano poi le recensioni delle nuove uscite discografiche ad opera delle sempre preparatissime Timisoara Pinto (Peppe Voltarelli, Niccolò Fabi, Roberta Carrieri) ed Elisabetta Malantrucco (Stefano Saletti, Claudia Crabuzza) e di Francesco Donadio (Brian Eno, Radiohead), Innocenzo Reni (Paul Simon, Milva), Annunziato Cangemi (Cream, Creedence Clearwater Revival), Michele Neri (Agorà) e Maurizio Becker (Bobo Rondelli).
Insomma, correte in edicola......oppure, se siete così pigri da non volervi alzare dal computer, andate a questo link: http://www.sprea.it/scheda.php?id_riv=1799

domenica 19 giugno 2016

Mario degli Showmen - Primavera/Verso le nove di sera (1974)













Posso affermare, senza timore di essere smentito, che Mario Musella, il cantante degli Showmen, è stato una delle migliori voci italiane: non certo a caso Pino Daniele gli aveva dedicato forse il suo album migliore, "Nero a metà": era il 1980, e Musella era morto da poco, il 6 ottobre 1979, a soli trentaquattro anni per cirrosi epatica.
E Musella nero a metà lo era veramente, essendo figlio di un soldato americano di origine pellerossa e di una ragazza napoletana, e in questo accomunato all'amico James Senese, anche lui figlio di un soldato (nel suo caso afroamericano) e di una giovane di Napoli; i due hanno condiviso anche la prima parte della loro carriera musicale, dapprima in piccoli complesssini come "Gigi e i suoi Aster", poi con Vito Russo nella sua formazione, i "4 Con", ed infine negli Showmen, vale a dire in uno dei più preparati gruppi italiani degli anni '60, che dalle origini beat si avvicinarono al rhyhm and blues (genere che in Italia non è stato importato da Zucchero Fornaciari, come ahimè molti credono).
Poi le loro strade si divisero: quella di James, come tutti sappiamo, continuò attraverso il jazz-rock dei Napoli Centrale con tre album interessanti per la Ricordi e moltissimi altri dischi negli anni a venire (pochi anni fa ho avuto modo di assistere ad un suo spettacolare concerto al Folkclub qui a Torino in cui con il sax ha fatto magie), senza dimenticare la sua lunga collaborazione con Pino Daniele.
Musella invece fu meno fortunato: incise alcuni 45 giri con poco riscontro, partecipò nel 1972 a "Un disco per l'estate" (venendo subito eliminato), incise un album con fior di musicisti napoletani (tra cui Pino Daniele alla chitarra ed Enzo Avitabile al sax) rimasto inedito ed uscito solo postumo.
Avrebbe meritato sicuramente di più: ne parliamo solo oggi per la prima volta nel blog, presentando un suo 45 giri del 1974 pubblicato come Mario degli Showmen, evidentemente sperando di attirare l'attenzione citando il suo mai dimenticato gruppo.
"Primavera" è una canzone melodica ben costruita, in cui la voce di Musella è sì in evidenza, ma non  è certo questo lo stile che gli è più congeniale; il sassofono che si ascolta in sottofondo dovrebbe essere suonato da Enzo Avitabile (ma il nome non è riportato sull'etichetta).
"Verso le nove di sera" è più interessante: la musica è scritta dal chitarrista degli Showmen Giuseppe Botta, mentre il testo è di Luigi Gnolo, paroliere attivo negli anni '60 e '70 in Durium e in RCA, ed è un brano più ritmato con il sax in evidenza.
Entrambe le canzoni sono arrangiate da Giacomo Simonelli autore della musica di "Primavera", mentre il testo è di Emilio Iarrusso.
La produzione è di Antonio Taccogna, che era anche il proprietario e fondatore dell'etichetta BBB (per cui il 45 giri è uscito) e di altre case discografiche napoletane di cui la più nota è la ATA.

1) Primavera (Emilio Iarrusso-Giacomo Simonelli)
2) Verso le nove di sera (Luigi Gnolo-Giuseppe Botta)

domenica 12 giugno 2016

Fiamma - J'irai par les rues du monde/Douze jolies roses rouges (1970)













Abbiamo già parlato, qualche anno fa, di Fiamma: nel 2011 parlando del suo primo 45 giri  e due anni dopo presentando il secondo: in quei post potete trovare le poche e scarne notizie su questa cantante, che risulta nata a Venaria Reale e che si dovrebbe chiamare Vittorina Bertolazzi.
Quello di oggi è il terzo disco inciso, e contiene due canzoni cantate, stranamente, in francese.
"J'irai par les rues du monde" è una canzone melodica che ricorda un po' lo stile di Aznavour, mentre il retro, "Douze jolies roses rouges", è un po' più ritmata.
Per quel poco che capisco di francese, i testi sono d'amore, e in entrambe le canzoni la bella voce della cantante è in evidenza.
Però dietro questo disco si nasconde un mistero...innanzitutto le due canzoni non risultano depositate alla SIAE, e degli autori citati il solo che ho identificato con certezza è Federico Bergamini, il maestro genovese nato nel 1906 e scomparso a Milano qualche anno fa. Esiste però una canzone intitolata "Dodici rose rosse", titolo abbastanza simile a "Douze jolies roses rouges",  il cui autore della musica è il maestro Walter Rizzati: che si tratti della stessa canzone ma con il testo in italiano?
Nell'Archivio SIAE questo brano ha anche un autore indicato come "Avente diritto non amministrato", che è la formula usata o per chi non è iscritto o per chi lo era ma poi non ha più rinnovato l'iscrizione....potrebbe trattarsi dell'altra firma, Rivelli?
Ma non è finita qui....infatti per i due brani l'etichetta riporta una quarta firma, Lo Turco.
Proprio ieri, cercando informazioni sul disco, ho trovato un articolo riportato nel blog dell'amico John Nicolò Martin dove si parla di Fiamma, identificandola con la cantante degli Jacula ed affermando che il suo vero nome sia Vittoria Lo Turco: quindi lei sarebbe anche coautrice, ma....come la mettiamo con l'altro trafiletto, quello di "Giovani", che invece dice che il suo vero nome è Vittorina Bertolazzi?
La situazione si complica, e va chiarita...chiunque avesse notizie in merito, ce le faccia conoscere.

1) J'irai par les rues du mond (Rivelli-Rizzati-Lo Turco-Bergamini)
2) Douze jolies roses rouges (Rivelli-Rizzati-Lo Turco-Bergamini)

venerdì 3 giugno 2016

Carmelo Pagano - Io non vivrò/Tu sei lì che mi aspetti (1972)













Di Carmelo Pagano avevamo presentato, tempo fa, il suo disco di debutto (con la celeberrima "L'amore se ne va", vincitrice nel 1966 del Festival dellle Rose), mentre oggi invece parliamo dell'ultimo 45 giri che incise nel 1972, uno dei suoi dischi meno noti anche perché pubblicato da una piccola etichetta romana, la Picci, che era distribuita dalle Messaggerie Musicali ma sicuramente non aveva i mezzi delle precedenti etichette del cantante siciliano, l'RCA Italiana e l'Ariston.
Il brano sul lato A è "Io non vivrò", che inizia con un arpeggio di pianoforte a cui, dopo il rumore di un incidente, si aggiunge la batteria e poi gli altri strumenti; il testo racconta infatti di un'automobile che sbandando esce fuoristrada nel fiume, lasciando il protagonista solo poichè la compagna muore.
Una voce femminile, forse una corista, canta insieme a Carmelo in un dialogo fra i due in cui lui afferma di non poter più vivere senza di lei, che invece lo incoraggia a continuare.
Il brano sul retro è più ritmato, con i fiati in evidenza, e forse avrebbe funzionato di più come lato A; il testo racconta la fine di un amore.
Entrambi i brani sono arrangiati da Giacomo Dell'Orso; le parole sono di Giuseppe Cassia, che era anche il titolare della Picci, mentre le musiche sono dello stesso Pagano, che si firma, chissà perché, Victor.

1) Io non vivrò (Giuseppe Cassia-Carmelo Pagano)
2) Tu sei lì che mi aspetti (Giuseppe Cassia-Carmelo Pagano)