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lunedì 26 ottobre 2015

AA.VV. - Piccola storia della canzone italiana (1974)


Questa volta presentiamo non il solito 45 giri, ma addirittura un doppio album, e per giunta credo abbastanza raro: si tratta infatti non di un disco comunemente in vendita, ma di un LP fuori commercio che venne distribuito solo ai dipendenti della Rai, e legato alla trasmissione radiofonica di Silvio Gigli "Piccola storia della canzone italiana", andata in onda nell'arco di tre anni, dal 1972 al 1974: proprio a quest'anno risale l'album, che inspiegabilmente in molte fonti è invece datato 1973, forse perchè la data non è stampata né in copertina né sull'etichetta.
Ma la datazione è possibile ascoltando il disco, in particolare la presentazione di Corrado, che spiega il progetto radiofonico del programma e quello del disco, e che lo data al 1974.
Si comincia con "Come le viole", eseguita da Peppino Gagliardi ed annunciata, come tutti i brani del resto, dall'anonima voce femminile che cita l'anno, il titolo, gli autori e l'esecutore; l'orchestra in questo caso è diretta da Sauro Sili e la melodia, in alcuni punti, ricorda quella di "Reginella" (che del resto è di poco precedente). Curiosamente, un successo di due anni prima di Gagliardi, da lui scritto con Gaetano Amendola, aveva lo stesso titolo.
La Martino canta "Come le rose" del notissimo E.A. Mario (che nello stesso periodo aveva scritto "La canzone del Piave") e si dimostra interprete di classe (anche in questo caso dirige Sili), mentre i Vianella in "Tic ti tic ta", ancora di Lama ma questa volta con versi di Francesco Feola e la direzione del Maestro Ceragioli danno un'interpretazione molto più popolaresca.
In alcuni casi, come per "Addio signora" con Fausto Cigliano o "Canta Pierrot" con Claudio Villa, gli abbinamenti sono azzeccati e le canzoni sono, in effetti, nelle corde degli interpreti; in altri casi, ad esempio Nada con "Fiocca la neve", sono più forzati, ma è anche vero che nel 1974 Nada si trovava in un momento della sua carriera di ricerca di un'identità, con alcuni grandi successi dietro le spalle, un album realizzato interpretando Ciampi che era passato inosservato e una svolta già intrapresa ma non ancora capita dal pubblico.
Mi ricordo "Lucciole vagabonde" nell'interpretazione di Gigliola Cinquetti, credo dell'anno precedente, e devo dire che la cantante veronese risulta decisamente più credibile della pur brava Orietta Berti nell'interpretare versi come "Schiave schiave d’un mondo brutal / noi siamo i fiori del mal" (con questa citazione di Baudelaire che, curiosamente, riprenderà De André in "Delitto di paese", con l'incipit "non tutti nella capitale sbocciano i fiori del male" e che non c'entra con i versi originali di Brassens, "C'est pas seulement à Paris Que le crime fleurit"); dirige Giulio Libano.
Il secondo lato inizia nuovamente con E.A. Mario, autore della celeberrima "Balocchi e profumi", con i versi sempiterni "Mamma, mormora la bambina / mentre pieni di pianto ha gli occhi / per la tua piccolina non compri mai balocchi. / Mamma, tu compri soltanto profumi per te", interpretati da Milva (che l'aveva già incisa nel 1964 nell'album "Le canzoni del Tabarin" con l'orchestra di Gino Negri, mentre qui invece dirige Ceragioli).
Nel 1972 Peppino Gagliardi aveva già inciso "Signorinella", che qui presenta con un nuovo arrangiamento del maestro Ceragioli.
Enrico Simonetti arrangia "Nostalgico slow" in modo soft, con i fiati in evidenza, adattando la canzone alla voce sussurrata di Nora Orlandi, mentre al contrario Reitano da sfogo alla sua vocalità nel ritornello di "Non ti scordar di me", sotto la direzione di Ceragioli.
"Tornerai" viene eseguita da Nicola Di Bari senza l'introduzione lenta della versione originale del Trio Lescano con il Quartetto Funaro, non so per quale motivo, mentre il lato due si conclude con due canzoni celeberrime scritte da Alfredo Bracchi e Giovanni D'Anzi, "non sei più la mia bambina" cantata da Remigi e "Silenzioso slow" presentata da Fred Bongusto.
Anche il lato A del secondo disco continua con una canzone della stessa coppia, "Tu musica divina" cantata da Mina, mentre il brano successivo, sempre di D'Anzi, ha i testi di Michele Galdieri, "Ma l'amore no" di Iva Zanicchi.
"In cerca di te", che molti conoscono con quello che è il primo verso, e cioè "Solo me ne vò per la città" (ma il titolo originale è invece "Perduto amore"), credo che sia una delle prime canzoni di successo dopo la fine della guerra: lanciata da Nella Colombo, viene qui ripresa egregiamente dalla Cinquetti, aiutata anche dal bell'arrangiamento del Maestro Giulio Libano, particolarmente efficace, mentre ritroviamo i Vianella con "Eulalia Torricelli", un allegro valzer che oggi risulta decisamente datato.
Peppino DI Capri canta "Addormentarmi così", uno dei più grandi successi della torinese Lidia Martorana (che ha tra l'altro pubblicato proprio qualche settimana fa un'autobiografia che consiglio a tutti gli appassionati di musica italiana, "Una voce una vita. Lidia e la storia della canzone italiana"), mentre Bobby Solo che, in quel periodo, si trovava in una situazione di stanca in cui si occupava sicuramente più dei suoi studi di registrazione "Chantalain" che di cantare, interpreta "La signora di trent'anni fa".
"Le tue mani" è un celebre motivo scritto da Pino Spotti, con il testo di Montano (pseudonimo di Michelino Rizza) e presentato dalla brava Gilda Giuliani, mentre conclude il lato "Papaveri e papere" cantata dai Cugini di Campagna.
Si prosegue con "viale d'autunno", ancora di D'Anzi (che in questa occasione si occupa anche dei testi), interpretata da Rosanna Fratello, mentre Arigliano presenta la canzone con cui Claudio Villa vince per la prima volta il Festival di Sanremo, "Buongiorno tristezza"; decisamente più allegra "Piccolissima serenata" nell'interpretazione dei Ricchi e Poveri, mentre con "Senza fine", cantata da Bruno Lauzi, entriamo negli anni '60, con le canzoni più recenti.
La bravissima Jula de Palma presenta da par suo "Innamorati a Milano", il brano più noto di Memo Remigi, mentre l'emiliana Marta Lami interpreta la morandiana "Un mondo d'amore.
La sorella di Nora Orlandi, Paola, canta "Acqua azzurra, acqua chiara", mentre conclude il lato e il disco "La lontananza" di Modugno, che Fausto Cigliano interpreta accompagnandosi alla chitarra insieme al fido Mario Gangi.
Impressionante l'ascolto di questi due dischi uno dopo l'altro: una serie di canzoni famosissime, con melodie ricercate (tranne poche eccezioni) segno di una stagione musicale felice che si è ormai tristemente conclusa.


DISCO 1

LATO A

1) Corrado - Presentazione
2) Peppino Gagliardi - Come le viole (Alfredo Genise-Gaetano Lama)
3) Miranda Martino - Le rose rosse (E.A. Mario)
4) I Vianella - Tic ti tic ta (Francesco Feola-Gaetano Lama)
5) Fausto Cigliano - Addio signora (Ennio Neri-Gino Simi)
6) Claudio Villa - Canta Pierrot (Bixio Cherubini-Cesare Andrea Bixio)
7) Nada - Fiocca la neve (Ennio Neri-Giuseppe Bonavolontà)
8) Orietta Berti - Lucciole vagabonde (Bixio Cherubini-Cesare Andrea Bixio)

LATO B

1) Milva - Balocchi e profumi (E.A. Mario)
2) Peppino Gagliardi - Signorinella (Libero Bovio-Nicola Valente)
3) Nora Orlandi - Nostalgico slow (Vittorio Mascherni)
4) Mino Reitano - Non ti scordar di me (Ernesto De Curtis)
5) Nicola Di Bari - Tornerai (Dino Olivieri)
6) Memo Remigi - Non sei più la mia bambina (Alfredo Bracchi-Giovanni D'Anzi)
7) Fred Bongusto - Silenzioso slow (Alfredo Bracchi-Giovanni D'Anzi)

DISCO 2

LATO A

1) Mina - Tu musica divina (Alfredo Bracchi-Giovanni D'Anzi)
2) Iva Zanicchi - Ma l'amore no (Michele Galdieri-Giovanni D'Anzi)
3) Gigliola Cinquetti - In cerca di te (Giancarlo Testoni-Eros Sciorilli)
4) I Vianella - Eulalia Torricelli (Nisa-Dino Olivieri-Gino Redi)
5) Peppino Di Capri - Addormentarmi così (Biri-Vittorio Mascheroni)
6) Bobby Solo - La signora di trent'anni fa (Guido Leoni-Oreste Natoli)  
7) Gilda Giuliani - Le tue mani (Montano-Pino Spotti)
8) I Cugini di Campagna - Papaveri e papere (Mario Panzeri-Nino Rastelli-Vittorio Mascheroni)

LATO B

1) Rosanna Fratello - Viale d'autunno (Giovanni D'Anzi)
2) Nicola Arigliano - Buongiorno tristezza (Giuseppe Fiorelli-Mario Ruccione)
3) I Ricchi e Poveri - Piccolissima serenata (Antonio Amurri-Gianni Ferrio)
4) Bruno Lauzi - Senza fine (Gino Paoli)
5) Jula de Palma - Innamorati a Milano (Alberto Testa-Memo Remigi)
6) Marta Lami - Un mondo d'amore (Franco Migliacci-Bruno Zambrini-Sante Romitelli)
7) Paola Orlandi - Acqua azzurra, acqua chiara (Mogol-Lucio Battisti)
8) Fausto Cigliano - La lontananza (Domenico Modugno-Enrica Bonaccorti-Domenico Modugno)

lunedì 19 ottobre 2015

Il Ritorno dei Powerillusi (e selfie con i Beatles)


Ciao a tutti,
rubo un po' di spazio al blog per un po' di pubblicità.
Esce il 21 Ottobre 2015 "Il Ritorno dei Powerillusi", il nuovo album della band torinese che nel 1988 ha debuttato con "Il Nostro Primo 45 Giri" (presentata su RaiTre a "Jeans") e con "Lato B", (cover in italiano di "Let It Be" dei Beatles e pubblicata anche in una raccolta in Inghilterra).
Nel 1991 hanno vinto il “Festival di Sanscemo” con “Il Bambino Povero” (pubblicata nella compilation PolyGram).
Il nuovo disco contiene 10 brani originali e sarà disponibile su CD, download digitale e streaming.
La copertina è un "selfie" con i Beatles mentre attraversano la strada in Abbey Road, complice la "macchina del tempo" di "Ritorno al Futuro" (trasformata in maggiolino) che proprio il 21 Ottobre è di passaggio (come da film).
Il tutto è "provato" nel divertente video che promozionale dell'album che potete vedere qui:


Il vostro gradimento e l'eventuale diffusione sono fondamentali per un gruppo che da 28 anni è in attività, avviandosi a diventare uno dei più longevi complessi italiani.
Non ci sono più i Pooh, ma per fortuna ci sono ancora i Powerillusi!





sabato 17 ottobre 2015

Claretta - Fuoco di paglia/Dimmelo piano (1967)












Quando nel 2013 abbiamo presentato il post su Ella Cellaro, avevamo raccontato che domenica 11 settembre 1966 a Sanremo si era svolta la serata finale dela prima edizione del Canteuropa, una manifestazione canora ideata da Ezio Radaelli sulla falsariga del Cantagiro; oltre alle esibizioni dei vari big (Bobby Solo, la Cinquetti, Modugno, la Pavone, i Rokes, Mario Zelinotti ed altri) nella stessa sera si erano svolte le fasi finali di un concorso per voci nuove (uno dei tanti che in quel periodo si tenevano in Italia) organizzato dalla Ciak-Set di Sanremo con nove cantanti scelti dalla commissione presieduta dal celeberrimo Maestro Pippo Barzizza: la giuria composta da alcuni giornalisti scelse i vincitori.
Tra i partecipanti vi sono anche due ragazzine tredicenni: Claretta, di Diano Marina, scoperta da Giorgio Santiano, ed Ella Cellaro di Torino: in realtà anche Clara Bracco (questo il vero nome di Claretta) era nata a Torino, ma si era trasferita da piccola con la famiglia nella località dell'Imperiese, dove Santiano, come abbiamo raccontato in un post a lui dedicato, si esibiva nella Taverna Fieramosca, di proprietà della zia di Alberto Fortis, Dina.
E nella copertina di questo disco, il primo inciso da Claretta per la Kansas di Domenico Serengay, potete osservare com'era il lungomare di Diano Marina nel 1967, con sullo sfondo San Bartolomeo del Cervo, l'odierna San Bartolomeo al Mare, e sulla destra Cervo Ligure; inoltre in basso a sinistra c'è un adesivo pubblicitario della Taverna Fieramosca, definita "Night club".
Passiamo ora alle canzoni: "Fuoco di paglia" è una canzone ritmata, con un sax che segue la melodia del cantato ed un testo d'amore, mentre "Dimmelo piano" è invece più lento, con un inizio con la chitarra arpeggiata sugli accordi dell'organo; complessivamente meno interessante rispetto al lato A.
La voce della giovanissima Claretta è ben impostata, anche se si sente che è ancora giovane e un po' immatura: ma con altri mezzi discografici, chissà, avrebbe potuto essere una Nada (di cui, del resto, è coetanea) con qualche anno di anticipo.
Per concludere, a fianco pubblichiamo un trafiletto su Claretta tratto dalla rivista "Giovani" (n° 19 dell'11 maggio 1967, pagina 61) ed una piccola intervista che abbiamo realizzato all'autore dei testi delle due canzoni, il poliedrico Claudio Nobbio e che alleghiamo in basso.

1) Fuoco di paglia (Claudio Nobbio-Giorgio Santiano)
2) Dimmelo piano (Claudio Nobbio-Giorgio Santiano)


INTERVISTA A CLAUDIO NOBBIO


Come è iniziata la sua attività come paroliere?

Tutto nasce a Diano Marina, poco dopo il 1960: io ero direttore all'hotel Palace e Giorgio Santiano era sia caporchestra che socio al dancing Fieramosca, il locale principale della cittadina, dove Alberto Fortis da ragazzino ha iniziato a cantare e a suonare la batteria, essendo nipote della socia di Santiano, Dina Fortis.
Sicuramente Alberto ha materiale su Santiano ed anche foto...iniziai quindi a collaborare con Giorgio scrivendo i testi sulle sue musiche.
 

Santiano aveva avuto proprio nel 1960 un buon successo con "Auf Wiedersehen a Diano Marina"...

Certo, direi un grosso successo, visto che era entrato anche in classifica.
"Auf Wiedersehen a Diano Marina" era vendutissimo, in particolare ai tedeschi, che invadevano la riviera ligure in quegli anni: la cantava Paolo Comorio, personaggio interessante, che aveva lavorato con Santiano sulle navi con la sua orchestra.
Giorgio poi decise di produrre i suoi dischi con la Artis, una sua etichetta, perchè ci guadagnava molto di più che con la Fonit-Cetra: Giorgio aveva a Pinerolo un fratelllo che era titolare di un negozio di musica e di strumenti musicali, e questo ne divenne la sede.
 

E come continuò la sua attività?

Premetto che fu sempre un'attività, pur piacevole e comunque con cui avevo anche qualche incasso, che non divenne mai il mio lavoro: infatti continuavo a lavorare nel settore alberghiero nella Riviera di Ponente, inoltre collaboravo con il "Casinò" di Sanremo, all'Ufficio Stampa,  e scrivevo su "l'Eco della Riviera" (sono giornalista pubblicista).
Tramite Santiano conobbi Domenico Serengay. che era torinese (e per questo amico dei piemontesi, a cui faceva incidere parecchi dischi) ma la sua Kansas era a Milano in Galleria del Corso: in breve, scrivemmo canzoni per altri artisti dell'etichetta.
Avevo conosciuto sempre a Diano Mario Scrivano di Pinerolo, con cui anche lavorai parecchio; ora ci siamo persi di vista, saranno almeno quindici anni che non lo vedo più. Scrivano aveva una piccola band e scriveva delle bellissime musiche: ci si trovava o a Diano o a Pinerolo, dove avevamo un grande amico pittore, Mario Borgna, che poi è diventato molto famoso.
In pratica questo gruppo, Santiano, Scrivano ed altri come Sergio Nanni, che era il caporchestra del Casinò di Sanremo (in cui suonava anche Nicolò Corsale, che era un bravo compositore), Piero Lanteri che aveva una sua orchestrina giovane, suonava d'estate al Fieramosca e d'inverno ci si trasferiva tutti al Sestriere, dove Giorgio ed io avevamo aperto un dancing, il Paips, ispirato al Piper e che abbiamo gestito insieme per un po' di anni, e si suonava lì.
Lanteri tra l'altro è poi diventato un grosso dirigente della Costa Crociere, e credo che abbia molto materiale del periodo.
 

Ritornando alle canzoni, quali ricorda in particolare tra quelle scritte?

Ce ne sono molte, ma voglio ricordare una che avevamo scritto Scrivano ed io per Armando Stula e Maria Sole: si intitolava
"Le rondini bianche" ed era stata scritta in onore di Martin Luther King quando fu ammazzato nel 1968, e per la quale si ebbi anche una lettera dal papa Paolo VI.
Armando Stula ci fece un disco (inserendo la sua firma come autore) e si fece una grande pubblicità sui rotocalchi dell'epoca.
Poi ci sono quelle scritte con Scrivano ed incise nei suoi dischi, poi quelle scritte con Giorgio per Claretta, che era una ragazzina di Diano, amica di famiglia di Fortis.
 

Come mai ha poi interrotto questa attività?

Io non ho mai smesso di scrivere: ora pubblico libri, ne ho scritto uno raccontando la storia di John Martin, il trombettiere del generale Custer, che era un italiano, Giovanni Martini, insieme a David Riondino che ha ottenuto un certo successo, altri ne ho scritti con Staino, il disegnatore di Bobo, libri di storia locale ligure, uno su Dolceacqua...poi ho scritto poesie, mi sono dedicato alla pittura, insomma ho fatto un po' di tutto ma ricordo con nostalgia quel periodo e quelle persone, purtroppo molti come Borgna o Santiano non ci sono più.


sabato 10 ottobre 2015

Tina Polito - Piangi, cerca e ridi/I cinque orsacchiotti (1966)













I Pooh si sciolgono: ormai lo sapete tutti, vista la risonanza che ovviamente la notizia ha avuto sui media; e si sciolgono a modo loro, trasformando l'addio alle scene in un evento con due concerti sicuri (a Milano e Roma) e probabilmente altri a seguire, con il ritorno in formazione di Riccardo e Stefano e con la pubblicazione di un'antologia, l'ennesima.
Il blog vuole commemorare i Pooh con una canzone che risale ai primi tempi della loro carriera: si tratta de "I cinque orsacchiotti", favola che trae spunto dal nome stesso del gruppo che, come si sa, deriva da Winny Pooh, e che i cinque incisero nel 1966, poco dopo l'ingresso di Facchinetti, ma che rimase inedita per molti anni (fu pubblicata solo nel 1987 in un'antologia intitolata "Come eravamo...vent'anni fa").
Il brano però era stato ceduto dagli autori, che erano Negrini e Facchinetti, ad una giovane cantante che era loro compagna di scuderia alla Vedette, la laziale Tina Polito, che la inserì sul retro del suo primo 45 giri: nell'etichetta in questo caso è accreditata ad Armando Sciascia, il fondatore e padrone della Vedette, che usa gli pseudonimi abituali Tical e Pantros (Sciascia ha comunque mantenuto la firma in Siae, accanto a Negrini e Facchinetti); rispetto alla versione dei Pooh, questa prima incisione ha delle leggere differenze nel testo.
Tina Polito si era messa in luce pochi mesi prima, partecipando alla trasmissione televisiva "Scala reale" (la "Canzonissima" del 1966), in cui aveva riscosso un certo successo presentando una sua versione di "Cerasella".
Il brano sul lato A del disco, "Piangi cerca e ridi", è una bella canzone ritmata, scritta da Francesco Anselmo e William Assandri per la musica e da Raffaele Piccolo per il testo; Assandri, il cui vero nome era Licinio, era un fisarmonicista emiliano (nato nel 1934 e scomparso nel 2002), collaboratore di Sciascia, mentre Piccolo era un paroliere e produttore della Vedette (autore anche del brano più celebre di Roby Crispiano, "Uomini uomini").
In entrambi i brani suona il complesso del torinese Francesco Anselmo, arrangiatore abituale della Vedette.

1) Piangi, cerca e ridi (Raffaele Piccolo-Francesco Anselmo-William Assandri)
2) I 5 orsacchiotti (H. Tical-Pantros)

sabato 3 ottobre 2015

Quartetto Hohner - L'onore del cowboy/Lella rag time (1960)












Nel lontano 2011, presentando in questo post  il catalogo dell'etichetta torinese Emanuela Records fornitoci da Gerry Bruno dei Brutos, amico di lunga data del blog, avevamo accennato ad un gruppo strumentale, il Quartetto Hohner, caratterizzato, come si capisce dal nome, dal fatto di essere costituito da quattro armonicisti, per la precisione Sergio Castelli  ed Alberto Magnaghi all'armonica cromatica, Paolo Vernetti all'armonica ritmica e Beppe Conti all'armonica bassa.
Un articolo da Stampa Sera sul Quartetto Hohner
Oggi presentiamo un loro 45 giri pubblicato però non dall'Emanuela ma dalla Sabrina, casa discografica del cantante Bruno Rosettani, con la partecipazione sul lato A del cantante Luciano Bonfiglioli.
Il quartetto si era formato all'interno dell'Hot Club torinese, e si era distinto nel 1959 vincendo il Campionato Mondiale di Armonica a Bocca, tenuto in quell'anno ad Innsbruck, ed ottenendo così alcune apparizioni televisive alla televisione austriaca.
L'Emanuela non era ancora nata come casa discografica, ma esisteva già come edizioni musicali, pubblicando infatti gli spartiti dei brani, scritti peraltro da due autori, il musicista Giovanni Marabotto ed il paroliere Giampiero Barone, che abbiamo già incontrato nel blog come autori di canzoni per i Brutos ed Henrj Ferraris.
"L'onore del cow-boy" è un brano in cui tre armoniche creano la base musicale mentre la quarta suona la melodia solista, fino all'inizio del cantato di Bonfiglioli, ricreando un'atmosfera musicale western a cui ben si adatta il testo: ricorda forse un po' "La ballata del west" del Quartetto Cetra.
Il retro, "Lella rag time", è uno strumentale.
Cercando su internet ho trovato anche alcuni video dei quattro che, tuttora, suonano per divertimento l'armonica a bocca.

1) L'onore del cow-boy (Giampiero Barone-Giovanni Marabotto)
2) Lella rag-time (Giovanni Marabotto)