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sabato 31 agosto 2013

Ella Cellaro - Giorni da spendere/Ho paura di te (1967)


 









Domenica 11 settembre 1966 a Sanremo si svolge la serata finale dela prima edizione del Canteuropa, una manifestazione canora ideata da Ezio Radaelli sulla falsariga del Cantagiro; oltre alle esibizioni dei vari big (Bobby Solo, la Cinquetti, Modugno, la Pavone, i Rokes, Mario Zelinotti ed altri) nella stessa sera si svolgono le fasi finali di un concorso per voci nuove (uno dei tanti che in quel periodo si tenevano in Italia) organizzato dalla Ciak-Set di Sanremo con nove cantanti scelti dalla commissione presieduta dal celeberrimo Maestro Pippo Barzizza: la giuria composta da alcuni giornalisti sceglie i vincitori.
Tra i partecipanti vi sono anche due ragazzine tredicenni: Claretta, di Diano Marina, scoperta da Giorgio Santiano, ed Ella Cellaro di Torino: pochi mesi dopo quest'ultima incide un 45 giri che, per quel che ne so, dovrebbe essere anche l'unico pubblicato, per un'etichetta, Dischi Sanremo, legata all'organizzazione del concorso.
Le due canzoni sono musicalmente ben costruite, ma si sente che la registrazione è stata effettuata decisamente con pochi mezzi, e sicuramente senza molte riesecuzioni (della serie "buona la prima"): la voce della ragazzina era come tante altre, e questo disco indica come negli anni '60 fosse relativamente più facile arrivare al debutto discografico, essendoci così tante case discografiche, seppure la maggioranza attive solo a livello locale.
I testi sono di Renato Scala, paroliere torinese che abbiamo già conosciuto nel blog, che in "Ho paura di te" collabora con il suo concittadino Giovanni Vergnano; le musiche di entrambi i brani sono di Raffaele Cirulli, che firma anche gli arrangiamenti e la direzione d'orchestra con lo pseudonimo Raf Cristiano.

1) Giorni da spendere (Renato Scala-Raffaele Cirulli)
2) Ho paura di te (Renato Scala-Giovanni Vergnano-Raffaele Cirulli)

lunedì 26 agosto 2013

Ornella Vanoni - Un gioco senza età (1972)





"Un gioco senza età", il disco di Ornella Vanoni pubblicato a marzo del 1972 che presentiamo oggi, è uno dei suoi più interessanti per tanti motivi: innanzitutto perché contiene un evergreen come "Domani è un altro giorno", uno dei testi più belli di Giorgio Calabrese (vi rimando a quello che in merito ha scritto qui il Vampiro, condividendo ogni parola) per la cover di "The wonders you perform", successo della cantante country Tammy Wynette (sconosciuta in Italia), ma anche per le altre cover presenti e per i brani originali di cui parleremo.
La title track è una canzone dei Genesis tratta da "Tresspass": il gruppo di Peter Gabriel aveva riscosso, almeno agli inizi, più successo in Italia che in patria, e "White mountain" era (insieme a "The knife") il brano migliore dell'album; il testo italiano è opera di Claudio Rocchi, che nel disco firma anche "Io volevo diventare" insieme a Gerardo Carmine Gargiulo, canzone che aveva già inciso Giovanna, che incideva anche lei per la Ariston come la Vanoni.
Il torinese Luciano Giacotto firma ivece "Natale ciao", una delle tante cover dei Bee Gees incise in quel periodo: l'originale è "First of May", ed era stata già incisa con un altro testo ed un altro titolo (ma sempre firmato Giacotto), "Un giorno come un altro", da Giano Ton, Patty Pravo e Mal nel 1969 e l'anno successivo da Lillian e Renato dei Profeti (....e spero di non essermi dimenticato nessuno!).
Sempre Renato aveva inciso anche "Il ponte", cover della celeberrima "Bridge over troubled water" di Simon & Garfunkel, che dava il titolo ad uno degli album migliori nella storia della musica; oltre all'ex leader dei Profeti, in questo caso la Vanoni era stata anticipata anche dai Flora Fauna Cemento.
"Un uomo molte cose non le sa" era invece già stata incisa da Nicola Di Bari e da Adriano Pappalardo; scritta da Elio Isola, musicista colto che spesso citava, diciamo così, brani di musica classica all'interno delle sue canzoni.
Ritorniamo alle cover con "Immagina che", a mio parere l'unico episodio debole del disco: sarà perché l'originale è ormai più un monumento che una canzone, ma il testo dei pur bravi Limiti e Piccarreda non regge se paragonato all'originale: peraltro di "Imagine" ho ascoltato altre versioni in italiano, di Fortis e di Paoli, e nemmeno i loro risultati mi sembrano migliori.
"Acqua di settembre" è la cover di "Four days in September", canzone del gruppo irlandese Andwella scritta da uno dei componenti del gruppo, Dave Lewis, mentre "Tempi duri" è la versione in italiano, nuovamente di Calabrese (che spesso ha tradotto autori brasiliani), di "Disparada" di Gerardo Vandrè (insieme a Theo De Barros), lanciata nel 1966 da Jair Rodrigues.
Chiude questo disco una bella canzone scritta da Andrea Lo Vecchio con Roberto Vecchioni, che la incide nello stesso anno nel suo secondo LP "Saldi di fine stagione", e che tuttora la interpreta dal vivo: "La leggenda di Olaf", che non era un brano nuovo perché era già stato inciso da Michele nel suo bell'album "Vivendo cantando" del 1971.

LATO A

1) Un gioco senza età (Claudio Rocchi-Tony Banks-Peter Gabriel-Anthony Philips-Mike Rutherford)
2) Natale ciao (Luciano Giacotto-Barry Gibb-Robin Gibb-Maurice Gibb)
3) Domani è un altro giorno (Giorgio Calabrese-Jerry Chesnut)
4) Il ponte (Alessandro Colombini-Paul Simon)
5) Io volevo diventare (Gerardo Carmine Gargiulo-Claudio Rocchi-Gerardo Carmine Gargiulo)

LATO B

1) Un uomo molte cose non le sa (Alberto Salerno-Elio Isola)
2) Immagina che (Paolo Limiti-Felice Piccarreda-John Lennon)
3) Acqua di settembre (Mario Coppola-David Lewis)
4) Tempi duri (Giorgio Calabrese-Geraldo Vandré-Théo De Barros)
5) La leggenda di Olaf (Roberto Vecchioni-Andrea Lo Vecchio)

martedì 20 agosto 2013

I Vocalmen - La paloma blanca/Da te era bello restar (1969)












In questo 2013 funesto per la musica sono scomparsi personaggi notissimi come Little Tony, Jannacci, Califano, Emilio Pericoli ed altri meno conosciuti: uno di questi è Benito Farruggio, il batterista dei Vocalmen, che è scomparso agli inizi di agosto (come potete leggere nell'articolo de "La Stampa" qui a destra) e che ricordiamo con un post dedicato al gruppo torinese e ad un loro 45 giri del 1969, pubblicato dalla Kansas.
Sui Vocalmen esiste una pagina abbastanza complesta su Wikipedia, e ad essa quindi vi rimando per approfondire un po' la storia e la carriera del gruppo torinese dei fratelli Farruggio
La canzone sul lato A si intitola "La paloma blanca" ed è un brano del 1946 scritta da Bixio Cherubini per il testo e da Vincenzo Falcomatà per la musica; quest'ultimo era un noto compositore di musica per le riviste, e la canzone proviene infatti da quel repertorio, come del resto si può capire ascoltando il testo, pieno di battute e doppi sensi.
La canzone, musicalmente ispirata ai ritmi latinoamericani di moda nel secondo dopoguerra, venne incisa tra gli altri dal torinese Gigi Beccaria e da Natalino Otto, e nel 1984 fu ripresa da Renzo Arbore e Monica Vitti nel programma televisivo "Cari amici vicini e lontani".
Sul lato B troviamo "Da te era bello restar", cover di "Bei dir war es immer so schön" (dall'omonimo film di Hans Wolff del 1954), canzone che era stata incisa in italiano da innumerevoli artisti, tra cui Luciano Tajoli, Natalino Otto, Wilma De Angelis, Germana Caroli, Giorgio Gaber e Anita Traversi; gli autori del testo italiano sono Giovanni Sordi e Luigi Martelli (mentre il testo originale è di Hans Fritz Beckmann), la musica invece è del pianista e compositore tedesco Theo Mac Keben.
Ritorneremo certamente in futuro sui Vocalmen.

1) La paloma blanca (Bixio Cherubini-Vincenzo Falcomatà)
2) Da te era bello restar (Luigi Martelli-Giovanni Sordi-Theo Mac Keben)

mercoledì 14 agosto 2013

Enzo Jannacci - El me indiriss/Quelli che... (1975)












In Italia anche quei pochi discografici illuminati, sottolineo pochi, quando provano a ripubblicare vecchi album che hanno fatto la storia della canzone italiana non riescono a fare un'operazione che sia completa sotto tutti i punti di vista: prendiamo a mo' di esempio le ristampe, pubblicate anche in cofanetto, dei quattro album che Jannacci ha inciso per l'Ultima Spiaggia e curate dall'Ala Bianca di Toni Verona....bene, c'erano molte tracce che potevano essere inserite come bonus track, ad esempio la versione di "Vincenzia e la fabbrica" pubblicata nel 1974 su 45 giri.
Ebbene, nulla: a parte il lavoro di rimasterizzazione curato da Paolo Jannacci, effettivamente ben curato, i quattro dischi non hanno nessun inedito...allora cominciamo a rimediare noi, iniziando dalle versioni del 45 giri di due brani dal primo di questi album, "Quelli che...." del 1975.
La particolarità è che entrambe le canzoni sono diverse rispetto a quelle pubblicate sul 33 giri: "El me indiriss" è in italiano invece che in milanese, e "Quelli che..." ha un testo per la maggior parte diverso, con altre battute divertenti ("Quelli che ci sanno fare con le donne ma anche con gli uomini....Quelli che non hanno mai visto il primo uomo sulla luna....Quelli che si guardano allo specchio e non ci sembra vero").
Ma la celeberrima "Quelli che..." ha avuto anche una terza versione, quella inserita nella colonna sonora del film di Lina Wertmuller "Pasqualino Settebellezze", e la trovate come bonus track in questo post (insieme alle due versioni del 33 giri dei due brani); la versione dell'album è la più lunga, circa 8 minuti.
Ritornando a "El me indirizz" bisogna ammettere però che la versione in italiano perde in intensità ed in espressività, segno che a volte il dialetto (anche se in realtà per l'importanza che ha avuto dal punto di vista letterario e artistico il milanese è una lingua) è la forma migliore per esprimere certe realtà come, nel caso specifico della canzone, l'infanzia povera nelle periferie urbane nel secondo dopoguerra...sarebbe interessante farsi raccontare da Antonio Balducci come è nato il testo.
Buon ferragosto a tutti gli amici del blog che non sono in vacanza e che ci seguono anche nel pieno dell'estate.

1) El me indiriss (Antonio Balducci-Enzo Jannacci)
2) Quelli che... (Enzo Jannacci)
Bonus track: 3) El me indiriss (versione 33 giri) (Antonio Balducci-Enzo Jannacci)
          4) Quelli che... (versione 33 giri) (Enzo Jannacci)
          5) Quelli che.... (Versione dal film "Pasqualino Settebellezze") (Enzo Jannacci)

venerdì 9 agosto 2013

The Rogers - Tam tam/Vorrei davvero (1969)












Dopo quello del gruppo di Tempera, Bandini e Tavolazzi, il secondo post beatlesiano è questo di oggi, in cui presentiamo una delle innumerevoli cover dei Beatles con un testo in italiano, "Come together" che con le parole scritte da Franco Migliacci  e Sergio Bardotti diventa "Tam tam" per i piemontesi Rogers.
Il gruppo ne fa una versione ben suonata e non dissimile dall'originale: ad essere un po' sottotono è invece il testo, che probabilmente Bardotti e Migliacci hanno scritto con la mano sinistra.
A proposito dei Rogers, abbiamo ricevuto qualche tempo fa alcune notizie da un'amica del blog, Valentina Viola, sul sassofonista Nunzio Arcidiacono, che riporto qui:

Il compianto Nunzio Arcidiacono, voce e sax del complesso, talento puro anche con le chitarre, era di padre siciliano, anche lui musicista di valore; è nato e vissuto sempre a Savona fino al matrimonio e s'è sposato a Roma, dove è morto nel 1999...
Ha sempre coltivato la passione musicale e ve n'è traccia certa nelle note in collegamento:


a Borrello (CH) aveva una casa e tanti amici e vi si ritirava nei periodi di riposo.
Io da bimba piccina giocavo con i suoi strumenti e lui mi insegnava la musica! bei ricordi...
mi sentivo in dovere per ricordare una persona splendida che non c'è più! (è morto di leucemia nel 1999)
So che ha suonato, occasionalmente, in altri contesti di ottimo livello, ma non saprei essere più precisa, non ricordo bene...
Grazie ancora per l'attenzione
Valentina
I Rogers con Arcidiacono al sax (foto fornita da Valentina Viola)

Possiamo solo aggiungere che uno dei motivi per cui esiste questo blog è proprio quello di ricordare personaggi che hanno fatto la musica italiana e che sono stati dimenticati (e a volte, come per Arcidiacono, non ci sono più), e di raccogliere informazioni su di essi per ricordarli meglio, con contributi come quello di Valentina.
E come aveva anticipato un altro amico del blog, Annunziato Cangemi, in un commento a questo post , i Rogers e "Vorrei davvero" incrociano nuovamente le loro strade, sul lato B di "Tam Tam", e vi rimando al post originale per i commenti su questo brano.

1) Tam tam (Franco Migliacci-Sergio Bardotti-John Lennon-Paul McCartney)
2) Vorrei davvero (Maria Evangelista Tumminelli-Bill Crompton-Morgan Jones)

sabato 3 agosto 2013

The Pleasure Machine - The long and winding road/A song (1970)












Due post beatlesiani: il primo oggi, il secondo fra qualche giorno.....e cominciamo con The Pleasure Machine, il gruppo composto da Vince Tempera alla voce e alle tastiere, Ares Tavolazzi al basso ed Ellade Bandini alla batteria, con la collaborazione alle chitarre di Gigi Rizzi (non il playboy scomparso di recente, ma il noto musicista dei Califfi di Clem Sacco).
Nel 1970 (la matrice riporta la data del 18 giugno) incidono una cover di "The long and winding road", pubblicata pochi mesi prima in quello che sarà l'ultimo album dei quattro di Liverpool: molte furono le canzoni dei Beatles incise da solisti o da gruppi italiani nel periodo, alcuni famosi come i Camaleonti ("Norvegian wood") o i Nuovi Angeli ("Obladì obladà"), altri sconosciuti come i Castellani ("Penny Lane") o i Birilli ("I want to hold your hand"), ma erano quasi tutte con testi (a volte improbabili....) in italiano, mentre pochissime sono quelle cantate in lingua originale, e questa dei Pleasure Machine è una di queste.
La cosa paradossale è che in effetti "The long and winding road" fu incisa in italiano, ma da.....un inglese! Abbiamo già parlato qui nel blog di  Day Costello , il padre di Elvis, e della sua "La lunga strada che" (inserita come bonus track in questo post).
Il retro, "A song", è un brano strumentale eseguito dai tre, con il pianoforte di Tempera, che ne è l'autore, come strumento solista.

1) The long and winding road (John Lennon-Paul McCartney)
2) A song (Vince Tempera)
Bonus track: 3) Day Costello - La lunga strada che (Felice Piccarreda-John Lennon-Paul McCartney)