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lunedì 29 luglio 2013

Rica Pereno - EP (1957)













La cantante torinese Rica Pereno fu scoperta dal maestro Carlo Prato, ed iniziò la carriera nel "Quartetto Stars", gruppo vocale formato dallo stesso Prato e composto da Mariuccia Barbesini, Mariolina Gai e Santina Della Ferrera oltre che dalla Pereno; con il quartetto debuttò nelle trasmissioni della Rai di Torino cantando con le orchestre di Angelini, Fragna, Barzizza e Ferrari e partecipò al Festival di Sanremo nel 1953 con quattro canzoni, "Campanaro" (che si classificò al secondo posto), "Il passerotto", "Sussurrando buonanotte" e "Papà Pacifico".
Scioltosi il gruppo, iniziò la carriera solista nel 1954, incidendo alcuni 78 giri per la Cetra, ed entrò poi nell'orchestra di Nini Rosso come cantante, effettuando anche un tour in India
Il disco di Rica Pereno che presentiamo è un EP datato 18 giugno 1957; le canzoni però erano già state pubblicate su 78 giri  nel 1954.
La cantante è raffigurata in copertina, ed è accompagnata dall'orchestra di Cinico Angelini in "Ninì Pampan" (è superfluo ovviamente dire a chi sia dedicata questa canzone), dal complesso di Canzio Allegriti in "Ballata selvaggia", dall'orchestra di Francesco Ferrari in "O mein papà" e infine da quella di Armando Fragna in "A francesa"
Sull'etichetta è riportato che nell'orchestra di Ferrari suonano Nini Rosso alla tromba e Piero Filanci al violino; quest'ultimo aveva suonato per alcuni anni nell'orchestra di Pippo Barzizza.
Rica Pereno concluderà la sua carriera con il matrimonio con l'inglese John Halbert, trasferendosi in Inghilterra dove morirà nel 2004; con questo disco il blog la ripropone, anche perché tra le cantanti dell'epoca è una di quelle, a torto, meno ricordate.

LATO A
1) Ninì Pampan (Stefano Canzio-Pasquale Frustaci)
2) Ballata selvaggia (Calibi- Dimitri Tiomkin)

LATO B
1) O mein papà (Decio Ardo-Paul Burkhard)
2) 'a francesa (Mario Pasquale Costa)

venerdì 26 luglio 2013

Johnny Dorelli - 30 anni di canzoni d'amore (1966)





Il post di oggi è dedicato ad un album del 1966 di Johnny Dorelli, in cui reinterpreta alcune tra le più note canzoni d'amore a partire dagli anni '30 fino ad arrivare agli anni '60, da cui il titolo "30 anni di canzoni d'amore".
Il disco si apre con la notissima "Parlami d'amore Mariù", che non ha certo bisogno di presentazioni, lanciata da Vittorio De Sica nel 1932 (e che quindi è la canzone più vecchia tra quelle di quest'album).
"Nostalgico slow" è un celebre brano scritto da Mario Bonavita (che si firmava Marf) per il testo e da Vittorio Mascheroni per la musica.
"Melodie al chiar di luna" è scritta da Eldo Di Lazzaro, che però per il testo usa uno pseudonimo, Dale.
Un piccolo mistero su "Il giovanotto matto": se controllate, in qualsiasi pubblicazione che questo brano ha avuto (dall'originale di Ernesto Bonino in avanti) vedrete che ha sempre avuto la firma del solo Lelio Luttazzi;: in Siae però alla sua firma si affianca, come compositore, quella di Stanislao Gastaldon: c'è un famoso compositore torinese (figlio di padre veneto, come testimonia il suo cognome), celebre per la romanza "Musica proibita", che ha questo nome, ma morì nel 1939, e peraltro è a lui che si riferisce il deposito SIAE visto e considerato che è l'unico iscritto con questo nome....rimane il fatto che Luttazzi ha sempre raccontato di aver composto la canzone quando ancora si trovava a Trieste.
Resta quindi il mistero sulla firma di Gastaldon, che risolviamo subito: avete presente il ritornello del brano di Luttazzi, ai versi "Vorrei baciare i tuoi capelli neri, le labbra tue, gli occhioni tuoi sinceri" che la nonna Carolina racconta che ai suoi tempi dicevano gli innamorati? Bene, quei versi (....e quella melodia) sono tratti proprio da "Musica proibita", e quindi Luttazzi per questa citazione ritenne di aggiungere alla sua firma quella di Gastaldon.
Vittorio Mascheroni firma il testo di "Quando piange il ciel" con lo pseudonimo Gargantino, mentre la musica di "Che musetto!" è del maestro Enzo Ceragioli, che è anche l'arrangiatore dell'album.
"T'ho voluto bene" è in realtà "Non dimenticar che ti ho voluto tanto bene", con il titolo accorciato forse per evitare confusione con la precedente "Non dimenticar le mie parole".
I tre brani conclusivi sono anche i più recenti e non hanno bisogno di presentazioni, essendo le celeberrime "Arrivederci Roma" e "Roma non far la stupida stasera", di Garinei e Giovannini, e una canzone dal repertorio di Tenco, "Angela".
Un disco sicuramente da riscoprire, e con cui inauguriamo la ricostruzione della discografia su LP di Johnny Dorelli, che riprenderemo tra qualche mese con un altro album degli anni '60.

LATO A

1) Parlami d'amore Mariù (Ennio Neri-Cesare Andrea Bixio)
2) Nostalgico slow (Marf-Vittorio Mascheroni)
3) Non dimenticar...(le mie parole) (Alfredo Bracchi-Giovanni D'Anzi)
4) Un giorno ti dirò (Umberto Bertini-Gorni Kramer)
5) Bambina innamorata (Alfredo Bracchi-Giovanni D'Anzi)
6) Silenzioso slow (Alfredo Bracchi-Giovanni D'Anzi)
7) Melodie al chiaro di luna (Eldo Di Lazzaro)
8) Il giovanotto matto (Lelio Luttazzi)

LATO B

1) Quando piange il ciel (Vittorio Mascheroni-Carlo Alberto Rossi)
2) Che musetto! (Giancarlo Testoni-Enzo Ceragioli)
3) Scalinatella (Enzo Bonagura-Giuseppe Cioffi)
4) Amore baciami (Giancarlo Testoni-Carlo Alberto Rossi)
5) T'ho voluto bene (Michele Galdieri-Gino Redi)
6) Arrivederci Roma (Pietro Garinei-Sandro Giovannini-Renato Rascel)
7) Angela (Luigi Tenco)
8) Roma non far la stupida stasera (Pietro Garinei-Sandro Giovannini-Armando Trovajoli)


martedì 23 luglio 2013

Raffaella De Vita - Brecht-Eisler (1979)












Torino è una città strana, a volte ingrata soprattutto verso gli artisti: una cantante e attrice come Raffaella De Vita, nata a Napoli ma che ha trascorso tutta la sua vita artistica a Torino, la città in cui è scomparsa nel 2006, sembra quasi dimenticata.
C'è sì un'associazione a suo nome, e sicuramente il suo numeroso pubblico la ricorda, ma quello che manca è l'aspetto istituzionale: perché, ad esempio, non dedicarle una via o un corso, magari in centro nelle vicinanze di uno dei teatri in cui ha lavorato?
La tomba di Raffaella De Vita
O perchè non curare un po' di più la sua tomba, magari spostandola nella parte storica del Cimitero Monumentale (quella dove sono sepolti Isa Bluette e Buscaglione)?
In attesa di avere risposta (figurati......) presentiamo nel blog un album di Raffaella (artista che ho conosciuto negli anni '90 in occasione di uno spettacolo tenuto al Conservatorio Giuseppe Verdi insieme all'immensa Gabriella Ferri).
Si tratta di un disco del 1979 dedicato ad alcune canzoni scritte da Bertolt Brecht e musicate da Hanns Eisler (tranne una, "Moritat", musicata da Kurt Weill); i testi sono come si sa di argomento politico e sociale ed alcuni, come "Mio fratello aviatore", sono notissimi e non hanno certo bisogno di presentazioni.
Non è riportato alcun dato in merito agli autori dei testi in italiano.
Espressiva come sempre la voce della De Vita, e Raf Cristiano (che per gli amici del blog non ha bisogno di presentazioni) accompagna Raffaella al pianoforte e si occupa degli adattamenti musicali, che risentono della sua impostazione classica (è stato per trent'anni docente di pianoforte al Conservatorio di Torino).
Un disco da riscoprire ed ovviamente introvabile in CD.


LATO A

1) Ballata del soldato
2) Canzone del rattoppo e del vestito
3) Rapporto sulla morte di un compagno
4) Lode dell'imparare
5) Canzone del vivificante effetto del danaro
6) Canzone di Nanni

LATO B

1) Ballata della grande ruota
2) Ballata del gioco del bottone
3) Mio fratello aviatore
4) Canto di una madre tedesca
5) Moritat

venerdì 19 luglio 2013

Bruno Pallini – Guarda (1972)



Nato a Monza nel 1941, Bruno Pallini è noto soprattutto come autore per altri artisti: pianista con studi classici, tra le sue canzoni più note vi sono "Malgrado ciò ti voglio bene" per Donatella Moretti (con testo di Dino Sarti), "Ma chissà", incisa dalla Vanoni nel 1978, "Senza Salomé" per Gerry Bruno (di cui abbiamo già parlato nel blog), "Un amore di seconda manO" e "A chi vendo la luna" per Gino Paoli che la portò a "Un disco per l'estate" (tutte con testi di Luciano Raggi), e "Non è un capriccio d'agosto" per Fred Bongusto (scritta con Rino Gionchetta e Sarti).
Morì per un male incurabile l'11 ottobre del 2009 a Minorca, dove si era trasferito nel 1996 per gestire un pianobar.
Pochi sanno però che Bruno Pallini è stato anche un cantautore, e che nel 1972 ha inciso un intero album per la Produttori Associati, album di cui parliamo oggi e che con un eufemismo potremmo dire che è poco conosciuto.
Il brano iniziale, “Fiori di plastica”, mette in evidenza quello che è lo stile dominante del disco: canzoni che musicalmente si rifanno ai francesi come Aznavour o Becaud (citato del resto in un'altra canzone, “Quando canti tu Gilbert Becaud”) e che ricordano anche i genovesi, soprattutto Paoli e Lauzi.
I testi sono d'amore, raccontato in tutte le sue sfaccettature; in due di essi, “La fortuna” e “Se tuo marito”, troviamo la firma di Giorgio Calabrese, mentre negli altri collaborano tra gli altri Vito Pallavicini, Luciano Beretta, Luciano Giacotto e Leo Chiosso.
Le musiche sono tutte di Pallini, con la collaborazione in tue canzoni di Bruno Stecca, che si firma con lo pseudonimo “Beryno”. Gli arrangiamenti e la direzione d'orchestra sono di Sergio Parisini, mentre la produzione è di Giancarlo Arosio in collaborazione con Roberto Dané.

 LATO A

1) Fiori di plastica (Bruno Pallini-Alberico Gentile-Bruno Pallini)
2) ...e te ne vai (Bruno Pallini-Angelo Rovati-Bruno Pallini)
3) La fortuna (Giorgio Calabrese-Bruno Pallini)
4) Guarda (Edoardo Cena-Bruno Pallini)
5) Sento le voci (Edoardo Cena-Bruno Pallini)
6) L'ultima cena (Luciano Beretta-Bruno Pallini)

LATO B

1) Stava piovendo e non me n'ero accorto (Vito Pallavicini-Bruno Pallini)
2) Sua moglie come sta (Bruno Pallini-Alberico Gentile-Bruno Pallini)
3) Dopo (Luciano Giacotto-Bruno Pallini)
4) Se tuo marito (Giorgio Calabrese-Bruno Stecca-Bruno Pallini)
5) Quando canti tu Gilbert Becaud (Alberico Gentile-Giancarlo Arosio-Bruno Pallini)
6) Il tuo caffè (Leo Chiosso-Bruno Stecca-Bruno Pallini)

domenica 14 luglio 2013

Alfredo Cohen - Valery/Roma (1979)












Il disco torinese di oggi è il 45 giri di Alfredo Cohen, che segue di due anni il suo unico album, "Come barchette dentro un tram".
Alfredo Cohen è lo pseudonimo di Alfredo D'Aloisio (Cohen è il cognome della madre), cantautore gay, direi con Ivan Cattaneo (che debutta nello stesso periodo) il primo che si caratterizza per la sua identità sessuale; inizia la sua attività artistica nel 1974 a Torino, proponendo uno spettacolo di cabaret intitiolato "Dove vai stasera amico?", in cui interpreta alcuni personaggi gay.
Continua poi per alcuni anni con spettacoli di teatro-canzone sempre su queste tematiche, fino ad arrivare all'incisione del già ricordato primo e unico album per la IT di Vincenzo Micocci, disco in cui collabora Franco Battiato, che ritroviamo (con Giusto Pio) anche nel 45 giri che proponiamo oggi.
"Valery" è una canzone che senza dubbio vi ricorderà qualcosa: infatti è la prima versione di "Alexander Platz", lanciata tre anni dopo da Milva, con un testo quasi del tutto diverso.
"Roma" invece, mai più riproposta, ricorda comunque lo stile del periodo di Battiato (che, in quell'anno, incideva l'album "L'era del cinghiale bianco").
Come bonus track, "Alexander Platz" sia cantata da Milva (anche in francese) che dal coautore.

1) Valery (Alfredo Cohen-Franco Battiato-Giusto Pio)
2) Roma (Alfredo Cohen-Franco Battiato-Giusto Pio)

Bonus track: 3) Milva - Alexander Platz (1982) (Alfredo Cohen-Franco Battiato-Giusto Pio)
                    4) Franco Battiato - Alexander Platz (1989) (Alfredo Cohen-Franco Battiato-Giusto Pio)
                    5) Milva - Alexander Platz (in francese; 1982) (Massimo Gallerani-Franco Battiato-Giusto Pio)

mercoledì 10 luglio 2013

I Cugini di Campagna - Di di yammy/La ragazza italiana (1971)













Il secondo 45 giri dei Cugini di Campagna pre-Anima mia e pre-falsetto, dopo il celeberrimo "Il balllo di Peppe", è quello che presentiamo oggi, pubblicato a maggio del 1971.
La formazione, come potete vedere in copertina, non vede ancora la presenza di Giorgio Brandi alle tastiere ma quella di Gianni Fiori, il primo tastierista del gruppo; inoltre Flavio Paulin non si è ancora tinto i capelli di biondo.
Passando alle canzoni, "Di di Yammy" è una canzoncina in stile chewing-gum, ricorda certe cose dei Nuovi Angeli e il testo è poco più di un pretesto; curioso l'assolo di kazoo verso la metà del brano.
Il deposito SIAE riporta come autori del testo Gianni Meccia e Audrey Stainton (sull'etichetta è presente con lo pseudonimo Nohra), mentre la musica è di Giampaolo Donà e Fabio Germani (ma quest'ultimo, figlio del grande organista Fernando, è assente sull'etichetta).
"La ragazza italiana" ha per lo meno un testo più curioso: un elenco di varie ragazze con le loro caratteristiche ("La ragazza giapponese ti ama per un mese...la ragazza finlandese è piena di pretese....la ragazza americana non fila mai la lana...."), per arrivare alla conclusione che la migliore è, ovviamente, la ragazza italiana "che è quella che ti ama".
Che dire? L'autore, Giancarlo Guardabassi, sull'etichetta non si è firmato con il suo nome ma ha usato lo pseudonimo Anassandro, e il motivo mi pare evidente...forse peggio di loro hanno fatto i Pooh, con quell'obbrobrio intitolato "Le donne italiane".
La musica è ancora di Fabio Germani (che questa volta appare anche nella label) e di Bruno Zambrini, che era il titolare con Gianni Meccia della casa discografica Pull.
Entrambe le canzoni sono arrangiate dal riccioluto Ivano Michetti.

1) Di di yammy (Audrey Stainton-Gianni Meccia-Fabio Germani-Giampaolo Donà)
2) La ragazza italiana (Giancarlo Guardabassi-Fabio Germani-Bruno Zambrini)

domenica 7 luglio 2013

AA. VV. - Sôta i pônt del Po (1964)












E' da un po' di tempo che non presentiamo dischi in lingua piemontese, per cui oggi rimediamo con un album pubblicato nel 1964 ma che racchiude canzoni pubblicate su EP e su vari 45 giri negli anni precedenti.
I cantanti sono quelli che, tra la fine degli anni '50 e i primi anni '60, riportarono in auge la canzone piemontese, prima di Balocco e Farassino, e cioè principalmente Carlo Pierangeli, Marta Tomelli e Franca Frati (quest'ultima avrà poi una discreta carriera come cantante di operetta), oltre al Duo Fasano.
L'orchestra è diretta per lo più dal Maestro Lorenzo Gardino, di cui abbiamo già parlato nel blog, e che è anche autore di due canzoni, “Sôta i pônt del Po”, che è un testo di Paolo Bernard (pseudonimo di Paolo Belfiore) e "Piemônt", con testo di Oger; in due canzoni, quella del Duo Fasano e "Turin, t'ën cônosse pi nen" di Carlo Pierangeli vi è inoltre Cinico Angelini
Vi sono nel disco anche alcuni brani tradizionali, come la celeberrima "La Monferrina", "Vinassa", "La villanella", ed una delle più note canzoni nate sotto la Mole, e cioè "Piemontesina", un valzer di Giovanni Raimondo con il testo di Enrico Frati (padre della cantante Franca), in cui vi è tutto ciò che caratterizzava una certa vita universitaria torinese descritta ad esempio in "Addio giovinezza!": il giovane studente universitario innamorato della sartina con cui passa le sere al Valentino, e che poi, diventato dottore, cura la povera gente ma non riesce a guarire il suo cuor...un classico.
“Me ciabôtin” è un testo del poeta Arnaldo Soddanino, uno dei più noti esponenti della poesia dialettale piemontese del '900, messo in musica da Rissone; un altro grande poeta piemontese è Nino Costa, autore del testo di “ La biondina d'la Val San Martin”.
Un disco che spero sia gradito non solo agli amici più anziani del blog ma anche ai più giovani (....e non necessariamente solo ai Torinesi!).

LATO A

1) Marta Tomelli e Carlo Pierangeli - Viva Torino (tradizionale)
2) Franca Frati e Sante Andreoli – Piemontesina (Enrico Frati-Giovanni Raimondo)
3) Franca Frati e Carlo Pierangeli - Bela murfela (Prunotto-Secondo Gallizio)
4) Marta Tomelli e Carlo Pierangeli - La pulajera (la va al merca') (tradizionale)
5) Franca Frati - Turin, (t'ses la mia vita) (Enrico Maria Chiappo-Eugenio Testa)
6) Marta Tomelli e Carlo Pierangeli - La Monferrina (Maria Catlina) (tradizionale)
7) Marta Tomelli e Carlo Pierangeli - Vinassa (tradizionale)
8) Duo Fasano - Bôndì mia Turin (Bixio Cherubini-Carlo Concina)

LATO B

1) Coro Alpino Val Sangone - Maria Giôana (tradizionale)
2) Franca Frati e Carlo Pierangeli - Sôta i pônt del Po (Paul Bernard-Lorenzo Gardino)
3) Franca Frati e Carlo Pierangeli - Per 'na stra del Bôrg Vanchija (Claudio Provera)
4) Franca Frati e Carlo Pierangeli - La biondina d'la Val San Martin (Nino Costa-Croce)
5) Marta Tomelli e Carlo Pierangeli - Me ciabôtin (Arnaldo Soddanino-Rissone)
6) Marta Tomelli e Carlo Pierangeli – Piemônt (Oger-Lorenzo Gardino)
7) Franca Frati e Carlo Pierangeli - La villanella (tradizionale)
8) Carlo Pierangeli - Turin, t'ën cônosse pi nen (Armando Costanzo-Stefano Baima Besquet)

mercoledì 3 luglio 2013

Claudio Rocchi - Grazie/Cerchi (1971)












Concludiamo la trilogia di post dedicati a Claudio Rocchi con il 45 giri pubblicato ad aprile del 1971, tra il primo album "Viaggio" e il secondo, quel "Volo magico n° 1" che è sicuramente il suo migliore (nonchè una delle cose migliori della discografia italiana di quel periodo, arricchito da due bonus tracks su cui ritorneremo più avanti.
Le due canzoni sono entrambe scritte da Claudio Rocchi, mentre gli arrangiamenti e la direzione d'orchestra sono curati da Franco Orlandini, ex componente dei bergamaschi Mat 65, che in quel periodo lavorò per la Ariston come arrangiatore.
Sicuramente interessanti tutte e due, a mio parere "Grazie", sia per il testo che per la musica, è tra le migliori scritte da Rocchi.
Per completare il post abbiamo inserito due bonus track: la prima, "La morte, la porta", risale alle sessioni di "Volo magico" e non venne inserita né nell'album né in "La norma del cielo" (in cui alcuni brani risalivano al disco precedente); Rocchi la recuperò solo nel 1996, nella raccolta di inediti "I think you heard me right".
Completamente inedita è invece il quarto brano, che proviene da una lacca di test con quattro brani risalenti al 1970, dalle sessioni di "Viaggio" con Mauro Pagani al flauto: mentre le altre tre canzoni sono state pubblicate, questa che è intitolata "Fame di pane (la colomba bianca)" (ma probabilmente si tratta di un titolo provvisorio) no, e non mi risulta che sia stata recuperata in seguito: è un peccato, perché la canzone è comunque bella, nel suo stile di quegli anni.

1) Grazie
2) Cerchi
Bonus track: 3) La morte, la porta (1971)
                      4) Fame di pane (la colomba bianca)  (1970, inedito)

lunedì 1 luglio 2013

Loredana Faby - Non amo che te/Resta qui (1965)












Loredana Faby (pseudonimo di Loredana Favaretto) è una di quelle cantanti degli anni '60 di cui si hanno pochissime notizie, e che hanno avuto una carriera molto breve: torinese, incide per la Cromaphon, piccola etichetta che aveva sede a Torino in via Benevento 34.
Quello che presentiamo nel post di oggi sicuramente non è il suo primo 45 giri: infatti abbiamo trovato su "Stampa Sera" la notizia di un altro disco pubblicato a ottobre del 1964 per la stessa etichetta.
Ad aprile come potete vedere vengono pubblicizzate alcune sue esibizioni dal vivo con il complesso V.R.5, di cui non sappiamo nulla (ma che immaginiamo essere torinese): da notare come il suo nome sia più in evidenza rispetto a quello di Lauzi, che nello stesso giorno si esibiva in un altro locale e che era evidentemente più noto (tra l'altro aveva appena partecipato a Sanremo).
Nello stesso mese la Faby partecipa al "Festival Cento Torri", noto anche come "Festival di Chieri", che era noto a livello regionale e che aveva proprio la Cromaphon tra i promotori-organizzatori.
Qualche mese dopo infine troviamo la Faby al "Festival di Ancona" (su cui potete trovare qualche informazione in più in questo sito ), abbastanza noto a livello nazionale, in cui nella prima edizione si era messo in luce Adriano Celentano; a seguito di questa partecipazione ha anche un'apparizione televisiva....e questa è l'ultima notizia su di lei che abbiamo reperito.
Passando ora alle canzoni,  "Non amo che te" è una canzone orecchiabile e ben arrangiata, che però ricorda un po' lo stile che andava di moda due anni prima: ormai nel 1965 stava prendendo piede il beat con le nuove sonorità provenienti da oltremanica e da oltreoceano, ed in questo senso la canzone era sicuramente un po' fuori tempo, pur essendo comunque gradevole.
Mentre in SIAE il testo è firmato da Carmelo Alessi e la musica da Guido Bassetti e Alfonso Corsini, sull'etichetta non appare il nome di quest'ultimo e vi è due volte quello di Alessi.
Quest'ultimo è un compositore e paroliere calabrese, di Taurianova, titolare della casa discografica Colossal e delle edizioni musicali Bruzia; più noto Alfonso Corsini, fiorentino nato nel 1928, che ha usato spesso nella sua carriera lo pseudonimo "Agicor" e che, titolare di un negozio di dischi a Firenze e collaboratore di Carlo Alberto Rossi (come distributore in Toscana della casa discografica CAR Juke-Box), ha iniziato la carriera di compositore nel 1956.
Rodolfo Cirio nel 2006
"Resta qui" è invece di Gennaro Vassallo per il testo (con sull'etichetta lo pseudonimo Vassagen) mentre la musica è di Aldo Tonini; si tratta di un 3/4 orecchiabile.
Loredana Faby nel 2006
In entrambe le canzoni, l'orchestra è quella di Rodolfo Cirio: quest'ultimo è un personaggio interessante, perché era stato musicista dell'Orchestra della Rai (violinista e pianista), dopodichè aveva fondato il complesso Les Douphins con cui aveva suonato in tutto il mondo; negli anni '70 Rodolfo Cirio (tipico cognome piemontese, come si sa) si dedicherà alla radiofonia, e fu il fondatore di Radio Stereo Piemonte, di cui una delle voci principali sarà proprio la Favaretto, diventata nel frattempo la moglie del musicista.
Lo stile della Faby in queste due canzoni, entrambe con l'orchestra di Rodolfo Cirio, può far venire in mente la sua più illustre concittadina Rita Pavone.

1) Non amo che te (Carmelo Alessi-Guido Bassetti-Alfonso Corsini)
2) Resta qui (Gennaro Vassallo-Aldo Tonini)