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martedì 30 agosto 2011

Fiamma - Quadrifoglio/Occhio alle striscie (1967)












Venaria Reale, cittadina alle porte di Torino nota per la celebre reggia dei Savoia con la riserva di caccia reale (la veneria, da cui il nome), ha dato i natali ad almeno due cantanti: uno è Vincenzo Ricotta, cantante dei Powerillusi, e l’altro è Vittorina Bertolazzi, che incise alcuni dischi negli anni ’60 con il nome d’arte “Fiamma”.
Nell’articolo a fianco, tratto da un numero di “Giovani” del 1968, si parla di uno di essi, ma in questo post noi partiamo dall’inizio, e cioè dal primo, inciso per la Metropol (successivamente parleremo anche degli altri).
La Metropol era una etichetta sussidiaria della City, di proprietà della famiglia Friggieri, e distribuita dalla Ariston; moltissimi sono gli artisti che hanno inciso con l'etichetta un 45 giri, pochi però quelli che in seguito ne hanno realizzato almeno un secondo.
Tornando a Fiamma, “Quadrifoglio” nell’etichetta è definito uno shake; in realtà è una tipica canzone melodica, registrata in economia (visti gli scarsi mezzi della Metropol); il testo è di Teresina Ferrari, che si firma usando lo pseudonimo “Riscian”, mentre la musica è di Paolo Prencipe e M. Carbone.
“Occhio alle striscie” invece è scritto, sia per il testo che per la musica, da P. Ferrero, su cui non so nulla (anche se posso dedurre dal cognome che fosse un autore piemontese); è definito come “bajon”…

1) Quadrifoglio (Teresina Ferrari-Paolo Prencipe-M. Carbone)
2) Occhio alle striscie (P. Ferrero)

giovedì 25 agosto 2011

Edda Ollari - L'amor non mi vuol sorridere/...che tu mi baciassi (1966)
















Ritorniamo al Cantagiro del 1966 con la cantante parmigiana Edda Ollari che, al suo debutto, partecipò alla manifestazione con “…che tu mi baciassi”.
Questa è la prima versione del disco, in cui il lato A è “L’amor non mi vuol sorridere”; quando la Bentler fece partecipare la Ollari al Cantagiro fu stampata una nuova versione del disco con i lati invertiti ed una nuova copertina, in cui vi era la scritta “Cantagiro 1966”.
“L’amor non mi vuol sorridere” è una canzone melodica, abbastanza tradizionale; nel retro di copertina vi è la scritta “Dalla trasmissione televisiva Andiamoci piano”, su cui non so nulla….e nulla so nemmeno dei due autori, che si firmano “Guenda” e “Strambj”: non risultano iscritti alla Siae, quindi si tratterà di due pseudonimi.
Ricercando invece il titolo della canzone, appare invece un certo Giacomo Martinoia come autore del testo, mentre la musica risulta di autore non amministrato dalla società.
Più allegra ed orecchiabile, e tutto sommato più interessante, è “…che tu mi baciassi”, canzone che mi ricordo di aver ascoltato spesso da bambino (anche perché effettivamente, al primo ascolto, la melodia del ritornello rimane subito impressa); l’autore del testo è il giornalista Maurizio Seymandi, che si firma con lo pseudonimo “Senofonte”.
Entrambe le canzoni sono arrangiate dal maestro Enrico Simonetti, che in quel periodo collaborava con l’etichetta di Gualtiero Guerrini.

1) L’amor non mi vuol sorridere (Guenda-Strambj)
2) …che tu mi baciassi (Maurizio Seymandi-Mauro Casini)

lunedì 22 agosto 2011

Marisa Galvan - Io penso a domani/Se te ne vai (1966)












Al Cantagiro del 1966, oltre al vincitore dei giovani Mariolino Barberis, a Vasso Ovale e a Roberto Rangone, partecipa anche un’altra cantante piemontese, Marisa Galvan, nata nel 1947 ad Alessandria.
La Galvan si mette in luce nel 1963 come voce solista dei Diplomatici, complesso noto nella zona, con al pianoforte Luciano Rosina, e come spesso succede in questi casi le viene proposto di staccarsi dal gruppo: partecipa così nel 1966 al festival di Bellaria, riservato alle voci nuove (e vinto negli anni precedenti da Gianni Morandi, Vanis Rebecchi, Mimì Berté e Gianni Pettenati), e lo vince, ottenendo così un contratto discografico con la Parade, etichetta appena nata e fondata da Vincenzo Micocci con Nico Fidenco, il paroliere Carlo Rossi ed Ennio Morricone.
La Parade la fa partecipare al Cantagiro di quell’anno con “Io penso a domani”, la canzone del post di oggi, che è una cover di un brano dei coniugi Felice e Boudleaux Bryant, con il testo in italiano di Sergio Bardotti.
Il brano sul retro ha il testo scritto da Castellano & Pipolo e la musica di Bruno Nicolai (che dirige l’orchestra in entrambe le canzoni); entrambe le canzoni mettono in evidenza la voce potente della Galvan.
La cantante continua l’attività per qualche anno, esibendosi dal vivo con i Vanguard ed incidendo altri dischi, tra cui "Il migliardunesimo"; inoltre nel 1967 la Galvan recita nel film “Trio” di Gianfranco Mingozzi, che viene presentato con successo al Festival di Cannes.
Si ritira a vita privata alla fine del decennio.

1) Io penso a domani (Sergio Bardotti-Boudleaux Bryant)
2) Se te ne vai (Franco Castellano-Giuseppe Moccia-Bruno Nicolai)

mercoledì 17 agosto 2011

Barbara Lory - Male di luna/Io sono così (1966)












Con questo post apriamo un piccolo excursus dedicato al Cantagiro del 1966, e lo iniziamo con una cantante che partecipa a questa manifestazione tra i giovani, Barbara Lory.
La Lory (vero nome Barbara Vittoria Calori) è una delle tante cantanti che, pur dotate di una buona voce ed avendo avuto una carriera decennale, non hanno avuto molta fortuna, nonostante abbia inciso anche un album e i suoi dischi siano stati pubblicati anche all’estero; non l’ha certo aiutata il cambio di denominazioni con cui ha pubblicato i suoi dischi (oltre a Barbara Lory, anche Barbara soltanto e Barbara dei Funamboli, poiché ha anche cantato in qualche 45 giri del gruppo di Vigevano).
Prossimamente inseriremo altri dischi di questa cantante, ed anche l’album….ma torniamo a questo 45 giri.
“Male di luna”, la canzone che partecipa alla manifestazione, è una canzone melodica piacevole, con uno dei primi testi scritti da Paolo Limiti, qui in collaborazione con Luciano Beretta.
Più lenta e tradizionale la canzone sul retro, “Io sono così”; autore di entrambe le musiche è Sergio Censi.
In tutte e due le canzoni suona l’orchestra del maestro Giulio Libano.

1) Male di luna (Paolo Limiti-Luciano Beretta-Sergio Censi)
2) Io sono così (Primo Del Comune-Sergio Censi)

sabato 13 agosto 2011

Mario Scrivano - Lido di Andora/Sole in città (1965)













Prima di ferragosto continuiamo con le nostre "canzoni turistiche" e, dopo Diano Marina con Giorgio Santiano e Riccione con Franco Franchi, eccoci nuovamente in Liguria, e più precisamente ad Andora, con Mario Scrivano, cantante e compositore pinerolese di cui abbiamo già parlato nel blog.
In “Lido di Andora” c'è, in realtà, nuovamente lo zampino di Giorgio Santiano, artista che evidentemente amava molto la riviera ligure di ponente, e che ha scritto la musica dei due brani in collaborazione con Scrivano, mentre Claudio Nobbio, spesso collaboratore di Santiano, è l'autore dei testi.
La canzone sul retro, “Sole in città”, verrà reincisa da Scrivano nel 1969 per il suo album inciso per la Kansas (e questa versione è presente come bonus nel post di oggi)
Il disco è pubblicato dalla Artis, etichetta piemontese, ed attribuito a Mario Scrivano e ''l'Ekimen'', probabilmente il nome del gruppo di accompagnamento.
Non è riportata la data, ma presumibilmente deve risalire al 1964 o 1965: Scrivano infatti in seguito incide per la Saphir e poi per la Kansas.

1) Lido di Andora (Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Giorgio Santiano)
2) Sole in città (Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Giorgio Santiano)
3) Bonus track: Sole in città - versione 1969 (Claudio Nobbio-Mario Scrivano-Giorgio Santiano)

domenica 7 agosto 2011

Al Bano – Pensando a te (1969)


Il terzo album di Al Bano, pubblicato nel 1969, prende il titolo dalla canzone con cui il cantautore pugliese vinse l’edizione di “Un disco per l’estate” di quell’anno: è anche una delle due canzoni pubblicate su 45 giri al momento dell’uscita; l’altra è “Quando il sole chiude gli occhi”, incisa da Al Bano nel 1966 nel suo primo 45 giri per La Voce del Padrone (dopo il debutto con la Fantasy), mentre (un altro brano, “Mille cherubini in coro”, verrà inserito come lato B di “Bianco Natale” qualche mese dopo.
Il testo di “Pensando a te” è di Vito Pallavicini, autore anche di altre canzoni dell’album: in una di esse, “Solitudine”, usa (chissà poi perché) il suo pseudonimo “Calimero”.
Tutte le canzoni sono arrangiate da Detto Mariano, che dirige l’orchestra (oltre a scrivere insieme ad Al Bano la musica di “Cuore tenero”), tranne “Quando il sole chiude gli occhi”, incisa con l’orchestra di Alberto Baldan (poiché si tratta di una canzone di tre anni prima, come abbiamo detto, che Al Bano presentò al Festival delle Rose in coppia con l’autore della musica, Pino Donaggio), e “Mille cherubini in coro” (che è tratta da una musica di Franz Schubert, che però non viene citato tra gli autori nell’etichetta), in cui dirige l’orchestra il maestro Berto Pisano.
Vi è inoltre una sua interpretazione di “Acqua di mare”, la canzone con cui la sua futura moglie Romina Power aveva vinto il Festivalbar nella sezione giovani (denominata “Disco Verde”).
Interessante è la canzone che chiude il lato A, “Sogno di un bimbo”, scritta da Nino Pirito, che per qualche tempo du anche cantautore in proprio con il nome d’arte “Nino Tristano”, prima di dedicarsi all’attività di giornalista.
Il disco contiene anche due cover di celebri canzoni napoletane come “O sole mio” e “Anema e core”

LATO A

1) Pensando a te (Vito Pallavicini-Albano Carrisi)
2) Solitudine (Vito Pallavicini-Albano Carrisi)
3) Anema e core (Domenico Titomanlio-Salve D’Esposito)
4) Cuore tenero (Vito Pallavicini-Albano Carrisi-Detto Mariano)
5) Nel silenzio (Vito Pallavicini-Albano Carrisi)
6) Sogno di un bimbo (Nino Pirito-Albano Carrisi)

LATO B

1) Acqua di mare (Vito Pallavicini-Albano Carrisi)
2) O sole mio (Giovanni Capurro-Eduardo Di Capua)
3) Mille cherubini in coro (Alois Melichar-Ernst Marischka-Edoardo Senatra)
4) Buona fortuna (Vito Pallavicini-Albano Carrisi)
5) Quando il sole chiude gli occhi (Vito Pallavicini-Pino Donaggio)
6) Lettera per te (Vito Pallavicini-Albano Carrisi)

giovedì 4 agosto 2011

I Ragazzi del Sole - Atto di forza n° 10/So che tu non credi (1967)












Continuiamo la discografia dei Ragazzi del Sole: e dopo il primo album, di cui abbiamo parlato tempo fa, ecco il loro disco di maggior successo, “Atto di forza n° 10”.
Il gruppo è passato dalla Jolly alla Ariston di Alfredo Rossi, ma il cantante Franco ha deciso di lasciare il complesso per alcuni dissidi con gli altri componenti: resta anche lui alla Ariston e, adottando lo pseudonimo di Pierfranco Colonna, si dedica alla carriera solista.
I Ragazzi del Sole lo sostituiscono dapprima con Mario Di Bari, che non incide nulla e dopo poco tempo passa ai Cocks, e poi con Paolo Melfi, ex cantante dei Caimani, che debutta in queste due canzoni.
“Atto di forza n° 10” è uno dei più riusciti brani beat italiani, ed oltretutto non si tratta di una cover ma di una canzone composta dagli stessi componenti del complesso: non essendo però iscritti alla Siae la canzone viene depositata dai fratelli Alberto e Massimo Salerno, figli del paroliere Nisa.
Interessante è anche il testo, che racconta uno scontro tra due bande giovanili in ben altro modo rispetto alla “Uno dei mods” di Ricky Shayne.
Sul retro vi è una cover di “Something you got”, successo di Wilson Pickett, scritto da Chris Kenner; l’autore del testo italiano (o meglio, chi lo firma) è Mario Coppola, paroliere e musicista che lavorava per la Ariston.
In realtà così ha raccontato Paolo Melfi a Ursus (nell’intervista pubblicata su “Manifesto Beat”, a pag. 153): “Cercando qualcosa tra i pezzi nuovi che uscivano all’estero si poteva fare il solito testo in italiano, come nel caso di “So che tu non credi”, di cui io scrissi le parole ma senza riceverne un soldo perché non ero iscritto alla Siae. Infatti sul disco sta scritto Coppola, che era un autore dell’Ariston messo dietro a una scrivania, che mi disse: “Dai a me questo testo che ti iscrivo io”. Adesso deve essere scomparso, poveretto, un bravo cristo ma un po’ così sai…”.
Nella stessa intervista, a pag. 145, Paolo Melfi spiega che pur essendo il lato B venne promossa “So che tu non credi” e non “Atto di forza n° 10”, per motivi di censura: “ “So che tu non credi” si rivelò il pezzo di maggior successo, dato che “Atto di forza n° 10” venne bocciata alla radio perché i censori dicevano che incitava alla violenza…allora erano molto fiscali, se facevi una nota calante di un semitono eri già fuori. Per questo, visto che il pezzo non poteva essere reclamizzato, hanno poi fatto diventare “So che tu non credi” la vera facciata A…il disco comunque è andato piuttosto bene, specialmente nel meridione, anche se poi nelle case discografiche a volte ti fanno vedere quello che vogliono loro…io comunque avevo sentito parlare di 180.000 copie o giù di lì”.

1) Atto di forza n° 10 (Alberto Salerno-Massimo Salerno)
2) So che tu non credi (Mario Coppola-Chris Kenner)

lunedì 1 agosto 2011

Franco Franchi - Riccione cha cha cha/Ho perduto il mio amor (1960)












Poiché so che molti di voi in agosto saranno in vacanza, in questo mese i post si diraderanno un po', per riprendere poi in settembre con la consueta cadenza....continuiamo quindi, come avevamo anticipato due giorni fa, con le canzoni turistiche, spostandoci dalla riviera ligure a quella romagnola, e precisamente a Riccione, raffigurata anche in copertina del disco oggetto del post di oggi.
Si tratta di due canzoni interpretate da Franco Franchi, che  non è l’attore siciliano, ma l’omonimo cantante e autore genovese (in realtà però l’attore si chiamava all’anagrafe Franco Benenato), in seguito anche autore televisivo (…qualcuno di voi si ricorda “La Filibusta”?).
Su Franco Franchi so che il Vampiro sta preparando un post, quindi non mi dilungo più di tanto.
Il disco non è datato, ma dal tipo di sonorità e dai ritmi presumo che sia del 1960-1961: “Riccione cha cha cha” è ovviamente un cha cha cha che parla di una ragazza allegra che gira per la spiaggia di Riccione, mentre “Ho perduto il mio amor” è una canzone d’amore anch’essa ambientata a Riccione; nei due brani suona il complesso di Marcello Minerbi, non ancora Marcellos Ferial, e Luigi Bettoni.
Come scritto sul retro di copertina, le due canzoni sono state scritte da un maestro di musica di Riccione, Federico Pullé; sull’etichetta per “Riccione cha cha cha” vi è anche la firma di un tale N. Fabbri, che non risulta iscritto alla Siae (e nemmeno i due brani risultano del resto depositati).
L’etichetta è una sconosciutissima California, e la distribuzione di un ancor più sconosciuto Centro Musicale Adriatico.

1) Riccione cha cha cha (N. Fabbri-Federico Pullé)
2) Ho perduto il mio amor (Federico Pullé)