Ritorneremo a parlare di Lucio Dalla, dopo il post dell'altro giorno, nei prossimi giorni....ed oggi ritorniamo a parlare dei dischi nati sotto la Mole.
Chiunque abbia fatto musica a Torino tra gli anni ’80 e i ’90 ha per forza conosciuto Gigi Restagno: o su qualche palco suonando con altri gruppi tra cui i suoi Blind Alley all’inizio del decennio (e poi gli altri che ha formato), o negli studi di Radio Flash dove era diventato direttore artistico, o ancora in giro per locali….Restagno scomparve prematuramente il 15 gennaio 1997 per un’overdose.
Ricordo che due mesi dopo, a marzo, abbiamo suonato ad un concerto per raccogliere fondi per Antonello Angiulli, chitarrista dei Figli di Guttuso, purtroppo malato e in cura negli Stati Uniti (si raccolsero circa 50 milioni di lire, il Palasport del Parco Ruffini era pieno): c’erano tutti, i Mau Mau i Subsonica, i Fratelli di Soledad, i Dottor Livingstone (non ancora arrivati a Sanremo), gli Statuto, gli Amici di Roland, Mao, ed alla fine tutti insieme abbiamo cantato sul palco “Ma il cielo è sempre più blu”….e mi ricordo che proprio in questo finale qualcuno (forse Max Casacci) disse al microfono che due mesi prima se n’era andato Gigi Restagno.
Nel blog lo ricordiamo con l’unico 45 giri dei Blind Alley, pubblicato nel 1983 dalla Shirak di Johnny Betti, ex Circus 2000: nel gruppo vi erano anche Luca Bertoglio alla chitarra e Marco Ciari alla batteria (Ciari in seguito suonerà in diversi gruppi torinesi, tra cui i Party Kidz e i Fratelli di Soledad), mentre Restagno suonava il basso.
Le sonorità dei due brani risentono un po’ del tempo passato: tuttavia “Whistle march”, rispetto al retro, conserva ancora una sua piacevolezza, specialmente nella parte fischiata con la chitarra in levare.
1) Whistle march (Gigi Restagno)
2) I was dreaming (Gigi Restagno)
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