Il disco di oggi è il primo album di Gipo Farassino, anche se in realtà si tratta di una raccolta di canzoni già pubblicate su 45 giri e da lui incisi sia come Giuseppe Farassino che con il nom de plume “Giuanin d’Porta Pila"; vi sono infine due canzoni cantate da Riz Samaritano e da lui scritte (il suo vero nome, come è noto, è Lorenzo Schellino) su musica di Vanni Moretto (anche se in realtà all’ascolto anche in questi due brani sono evidenti i riferimenti alla tradizione, sia nei testi che nelle musiche)
“Porta Pila” è il nome in dialetto piemontese di Porta Palazzo, nota soprattutto per il celebre mercato; il nome deriva da una delle porte di ingresso ad Augusta Taurinorum, la Porta Palatina, che potete vedere nella copertina del disco.
Delle quattro porte sono conservate solo due, appunto la Porta Palatina e la Porta Decumana, che è stata inserita nella struttura di Palazzo Madama (è il lato che guarda verso via Po):
Ma dopo questo excursus passiamo al disco: racchiude quasi tutti brani tradizionali, tranne le due canzoni di Riz Samaritano già ricordate.
“Marieme voei marieme” è una canzone il cui testo si ritrova in vari altri dialetti del nord Italia: racconta perché sposare una donna sia “una gran disperassiôn”, facendo un elenco dei tipi di donna e dei vari motivi (ad esempio una donna grassa perché ti sfonda la pajassa, cioè il letto: Avej na fomna grassa, a l'è na gran disperassion: a m'sfonda la pajassa, a m'sfonda la pajassa., una donna bionda perché i preti le fan la ronda, e così via). Quando abbiamo presentato due settimane fa il disco “16 cansôn piemônteise”, se vi ricordate, vi era un’altra versione di questo brano, cantato da Carlo Pierangeli, come del resto per “Spunta ‘l sol”, che Pierangeli cantava con Marta Tomelli.
Anche “La balila” si ritrova in altri dialetti: ho in mente le incisioni in milanesi dei Gufi, di Gaber e di Jannacci, mentre è invece piemontese al 100% “La monferrina”.
Farassino recita, con lo pseudonimo, in “L' parcô d' me pais”, di cui avevamo già presentato il 45 giri: si tratta della predica di un parroco di paese, che riprenderà in seguito in altri dischi.
Infine una nota su “I pouri pelegrin”: la musica infatti è celeberrima ed è servita come ispirazione a molti altri artisti, dai “Gufi” per “I teddy boys” a Fausto Amodei per “Se non li conoscete”.
LATO A
1) Giuseppe Farassino - Marieme voei marieme (tradizionale)
2) Giuseppe Farassino - Lassela pa pi scapè (tradizionale)
3) Giuseppe Farassino - Tume e tumin(tradizionale)
4) Giuanin d' Porta Pila - Spunta ‘l sol (tradizionale)
5) Giuseppe Farassino - I rubinet (tradizionale)
6) Riz Samaritano – Chila (Lorenzo Schellino-Vanni Moretto)
7) Giuanin d' Porta Pila - L' parcô d' me pais (tradizionale)
LATO B
1) Giuseppe Farassino - La balilla (tradizionale)
2) Giuseppe Farassino - I pouri pelegrin (tradizionale)
3) Giuseppe Farassino - La monferrina (tradizionale)
4) Giuseppe Farassino - La congiuntura (tradizionale)
5) Giuanin d' Porta Pila - Quand jera giôvô (tradizionale)
6) Riz Samaritano - A la duminica (Lorenzo Schellino-Vanni Moretto)
7) Giuanin d' Porta Pila - Me amis Giacö (tradizionale)
Complimenti ! E' difficile trovare in rete un lavoro così ben fatto e documentato su Gipo !
RispondiEliminacesare
Potete inserite il testo de La Predica?
RispondiEliminaGrazie!!!!!!!!!!!!!!!!