Devo dire che il post dell’altro giorno, quello sulla raccolta di Sanremo 1967 della Fonit-Cetra, ha riscosso particolarmente successo, e mi sono arrivate molte mail di ringraziamento ed alcuni che chiedevano l’iscrizione al blog proprio a causa di quel disco….ed allora ho pensato di farne un altro sempre su una raccolta di quel tipo, questa volta però della Ri-Fi (che mentre in copertina si intitola "XVII Festival di Sanremo", nelle due etichette invece il titolo è riportato come "Dal XVII Festival di Sanremo"): e così, se in quel disco la canzone vincente “Non pensare a me” era nell’interpretazione di Claudio Villa, qui la troviamo nella versione di Iva Zanicchi. Altre incisioni originali, quindi di artisti dell’etichetta, sono “Proposta” dei bravi Giganti, “E allora dai” di Giorgi Gaber e “Devi avere fiducia in me” di Roberta Amadei.
“Proposta”, pur essendo firmata da Alberto Carisch con lo pseudonimo Albula e da Giordano Bruno Martelli, era stata scritta invece dai Giganti, come del resto quasi tutto il loro repertorio: solo che nessuno del gruppo era iscritto alla Siae…nel caso specifico, la musica era di Mino Di Martino, mentre il testo era stato scritto con la collaborazione di tutto il gruppo.
“E allora dai” in Siae ha anche la firma di Renato Angiolini come collaboratore alla musica; in più occasioni comunque Gaber ha ricordato che alla scrittura del brano aveva collaborato Franco Battiato (anche lui però non ancora iscritto alla Siae).
Tra le canzoni interpretate dai big sono particolarmente interessanti “Cuore matto” cantata da Fausto Leali, “L’immensità”, notissima anche nell’interpretazione di Mina (e, per inciso, una delle canzoni di quel festival ancora oggi proposta da giovani cantanti come Francesco Renga o i Negramaro, segno evidentemente della modernità della scrittura di Don Backy) e le due canzoni del gruppo beat bergamasco dei Mat 65, “Pietre” e “Bisogna saper perdere” (che furono anche pubblicate su 45 giri).
Anche la Ri-Fi dà spazio ad alcuni giovanissimi che con il senno di poi possiamo dire che sono rimasti sconosciuti: ci riferiamo ad esempio a Gianni Imberti (“La rivoluzione”), il misterioso Paolo T. (“Dove credi di andare” e “Io per amore”), Frank Orlando (“Quando dico che ti amo”) e il gruppo “The Classics” (“Per vedere quanto è grande il mondo” e “Io, tu e le rose”).
Una nota: la copertina non riporta la sequenza corretta delle canzoni, che è invece giusta sulle due etichette.
E’ un peccato che questo tipo di raccolte, che quasi sempre contenevano delle chicche interessanti, con il passare degli anni, siano state messe da parte e sostituite da quelle con tutte le versioni originali dei brani.
LATO A
1) Iva Zanicchi - Non pensare a me (Alberto Testa-Eros Sciorilli)
2) The Classics - Per vedere quanto è grande il mondo (Mogol-Carlo Donida)
3) Giorgio Gaber - E allora dai (Giorgio Gaber)
4) Fausto Leali - Cuore matto (Armando Ambrosino-Toto Savio)
5) Roberta Amadei - Devi avere fiducia in me (Francesco Specchia-Renato Martini)
6) Mat 65 - Pietre (Ricky Gianco-Gian Pieretti)
7) Paolo T. - Dove credi di andare (Sergio Endrigo)
LATO B
1) Mina - L’immensità (Mogol-Don Backy-Detto Mariano)
2) Frank Orlando - Quando dico che ti amo (Alberto Testa-Tony Renis)
3) I Giganti - Proposta (Albula-Giordano Bruno Martelli)
4) Paolo T. - Io per amore (Vito Pallavicini-Pino Donaggio)
5) Mat 65 - Bisogna saper perdere (Pino Cassia-Ruggero Cini)
6) The Classics - Io, tu e le rose (Daniele Pace-Mario Panzeri-Luigi Barazzetti-Mario Giacomo Gili)
7) Gianni Imberti - La rivoluzione (Mogol-Piero Soffici)
Da segnalare che nei MAT 65 suonavano i fratelli Arancio, immigrati siciliani (per l'esattezza di Spaccaforno, oggi Ispica - con l'accento sulla prima I - , confine tra le province di Siracusa e Ragusa) in Lombardia.
RispondiEliminaGianni Imberti, invece, era già noto ai (tanti, in verità, in virtù dei dischi in allegato, dapprima flex e poi in vinile) acquirenti dei cruciverba NET in quanto aveva inciso, nel 1964, una particolare versione di "Torno a pregare" (alias "Standing in the shadows"), con un arrangiamento completamente diverso da quello che Luis Bacalov aveva preparato per il povero Luciano Vieri.
RispondiEliminaMolto belle queste raccolte sanremesi, deliziosa usanza dell'epoca. Io stesso ne ho un paio (la famosa Ricordi '66 e la Cgd '69). Spero ne metterai altre, complimenti e avanti così!
RispondiEliminaCiao
Paolo