L’EP che presentiamo oggi racchiude quattro canzoni interpretate dal cantante torinese Carlo Pierangeli, con il Trio Aurora (composto in quel periodo da Pina Padovano, Claudia Dell’Aglio e Santina Della Ferrera) ed il complesso di Gianni Armand, ed è stato pubblicato nell’aprile del 1958 (ma la matrice è datata 28 gennaio 1958).
Un articolo sul festival della canzone piemonese (1957) |
Alcune notizie sugli autori: Claudio Provera, musicista e paroliere nato nel 1902 a Rivoli, impiegato al Comune di Torino, sin dagli anni venti si esibiva in varie tampe cittadine (dal caffè Giacosa, in piazza Statuto angolo corso principe Oddone, al bar Nino di via Sacchi) accompagnando con il pianoforte vari cantanti lirici, e si era messo in luce nell'agosto 1946 vincendo la “Festa della canzone piemontese” di Caporetto, concorso canoro legato all'elezione di miss Torino, ed aveva continuato la carriera, oltre che come autore di canzoni, anche come commediografo dialettale, ottenendo un certo successo nel 1956 con “Toni cosa 't l'ass fait!” e nel 1959 con “Mat...ma fin-a na mira”.
Provera morì a Torino il 5 luglio 1991.
Un articolo del 1934 su "I clown" |
Caviglia, dopo essersi laureato in medicina ed aver intrapreso la professione di dentista, continuò poi a scrivere canzoni per i tre decenni successivi, fino alla morte il 26 ottobre 1971.
Tra il 1933 e il 1935 era stato protagonista di un processo per plagio riguardante la canzone “Solo col mio povero cuore”: lui e l'autore del testo Enrico Maria Chiappo erano stati denunciati da Paul Beck (Paolo Beccaria) e Cavur (Ovidio Bergondo) in quanto aveva adoperato la stessa musica che aveva in precedenza usato per un'altra canzone, “I clown”, il cui testo era stato scritto da questi ultimi due; alla fine però Caviglia e Chiappo vennero assolti (come si può leggere dagli interessanti resoconti dei quotidiani dell'epoca), ed anzi Beccaria e Caviglia collaboreranno insieme, scrivendo canzoni come “La banda 'd me pais”.
Un articolo del 1935 sul processo |
Completa il disco la canzone di apertura, “Valdostana”, un samba la cui musica è scritta da Ada Liliana Pescarolo, musicista torinese nata il 3 luglio 1922 e scomparsa due anni fa, il 3 settembre 2009, che negli ultimi anni è stata una delle insegnanti di musica all’Università della Terza Età; non so chi sia invece il paroliere che si nasconde dietro lo pseudonimo “Sofocle”.
Oggi abbiamo dato ampio spazio agli autori, ma su Carlo Pierangeli avremo comunque occasione di ritornare in altri post, così come sul Trio Aurora o su Gianni Armand.
LATO A
1) Valdostana (Sofocle-Ada Pescarolo)
2) Per 'na stra del borgh Vanchija (Claudio Provera)
LATO B
1) Adieu de'l berlandin (Riccardo Poncini-Norberto Caviglia)
2) La canzone del Valentino (Norberto Caviglia)
Un bel "dietro le quinte", di quelli che piacciono a me, caro Vito. Complimenti!
RispondiElimina"Sofocle" potrebbe essere benissimo uno pseudonimo della Pescarolo. Comunque uno strepitoso documento Vito, e non solo musicale, di un'epoca che fu (purtroppo).
RispondiEliminaPs: comunque il titolo dell'EP è Gianni Armand e il Suo Complesso, come specificato ovunque :) .
Sì è vero, il titolo è quello...hai ragione, ma per vari motivi ho preferito evidenziare il cantante, Carlo Pierangeli: quando è mancato "La Stampa" non ha nemmeno dato la notizia, che si è saputa solo dal necrologio fatto dai suoi amici e parenti. Non se lo meritava perchè, pur essendo un personaggio minore, ha avuto una carriera lunga nel tempo, ed era senza dubbio un cantante preparato, che era specializzato proprio nelle canzoni in dialetto piemontese...e poi il massimo quotidiano piemontese non è stato in grado di fare una mezza colonna?? Almeno lo ricordiamo qui nel blog.
RispondiEliminaConcordo, allora.
RispondiEliminaHo avuto la fortuna di conoscere Carlo Pierangeli, una persona squisita, oltre al suo valore professionale. Ho appena acquistato i due CD di canzoni piemontesi pubblicati con La Stampa di venerdì scorso ed oggi ed in tutto mi pare ci siano 8 sue canzoni. Non sapevo che la La Stampa a suo tempo non gli avesse regalato nemmeno una riga. Peccato.
RispondiEliminaSì, l'iniziativa di questi giorni de "La Stampa" è meritoria, e possiamo vederla come una sorta di "risarcimento" del quotidiano ad un cantante torinese che dovrebbe essere ricordato come meritava. Purtroppo ha anche sofferto molto nell'ultimo periodo della sua vita, per la malattia.
EliminaHo avuto la fortuna di conoscerlo e di volergli bene . Era una persona buona e tenerissima oltre ad avere una voce molto bella . Riposa in pace caro Carlo , spero che il signore ti abbia riservato un angolo speciale in Paradiso come Tu meritavi .Una preghiera Per TE.
EliminaCiao Franco, su Carlo Pierangeli ritorneremo presto....seguici e vedrai
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