Se il Club Tenco avesse, tra i suoi obiettivi, anche quello di riscoprire e rilanciare artisti che sono stati ingiustamente dimenticati, pur avendo invece qualcosa di interessante da proporre (a volte anche più di “colleghi cantautori, eletta schiera” che continuano ad incidere più per motivi contrattuali che per reale ispirazione), ebbene Gianni Siviero avrebbe tutte le carte in regola per essere invitato a cantare qualche suo brano degli anni ’70, con qualche inedito.
Magari nella stessa sera insieme a Giorgio Laneve, Renzo Zenobi, Ernesto Bassignano, Luigi Grechi e Mauro Pelosi (….tanto per citarne alcuni), e magari al posto di tanti altri nomi che salgono negli ultimi anni sul palco del Club Tenco probabilmente per cercare di attirare i ggiovani “alternativi, autoridotti e fuori dall’ottica del sistema”.
Ma non divaghiamo…..e raccontiamo qualcosa di Gianni Siviero, cantautore torinese (è nato sotto la Mole nel 1938, anche se poi ha vissuto a Milano) che incise tre album negli anni ’70: due per la Divergo di Mario De Luigi ed uno, il primo, per la Produttori Associati…..ed è proprio di questo che parliamo oggi.
L’album, se risente in certe sonorità, di quello che era il gusto del periodo, pur avendo qualche difetto (ad esempio, a mio parere, la voce di Siviero che in certi brani non è del tutto convincente e che forse è stata registrata velocemente) mette comunque in evidenza le doti di scrittura del cantautore, che in alcuni dischi successivi dimostrerà una maturità compositiva ulteriore (mi riferisco in particolare a “Del carcere”, il suo secondo album del 1975).
Tra le canzoni, sono da ricordare “Due rose”, una triste storia d’amore, “Il fabbricone”, sulla vita di un operaio (che musicalmente si discosta dagli altri brani), “Il momento giusto”, sul tema della morte, “Non ha importanza”, una canzone d’amore a ritmo di valzer, e “Periferia”.
La produzione è attribuita a Jerry H. Reichman, che firma anche la presentazione del disco, ma la mia impressione è che si tratti di uno pseudonimo; gli arrangiamenti sono curati da Nicola Piovani, che arricchisce con l’orchestra d’archi le melodie, mentre i testi e le musiche sono tutte di Siviero.
LATO A
1) Non hai capito
2) Il momento giusto
3) Il fabbricone
4) Non ha importanza
5) Il rientro
LATO B
1) Due rose
2) Sconosciuti
3) Migratrice
4) Fantasia
5) Periferia
Leggo ora il post. Francamente trovo questa “divagazione” contro il Tenco, con annessi e connessi, fuori luogo, e per molti versi astratta e infondata.
RispondiEliminaEvidentemente c’è parecchia misconoscenza sul Club Tenco e sulle sue iniziative. Anzitutto, “Club Tenco e “Premio Tenco” non sono la stessa cosa: benché inscindibili, il primo organizza e promuove il secondo, ovvero la Rassegna della Canzone d’Autore. Non esiste pertanto un “palco del Club Tenco” (semmai è quello del Teatro Ariston), e soprattutto l’attività del Club non si esaurisce affatto nella tre giorni della Rassegna o nella proposta di soli artisti italiani. Cantautori del passato remoto che non si sono più visti sul palco, magari perché non facevano più quel mestiere, tante volte sono stati ricordati in mostre o negli incontri pomeridiani.
Nessuno qui giustifica o prende per oro colato tutto quanto detto/deciso dal Direttivo, basta però pensare al significato profondo e reale del Tenco -cioè un evento culturale: facile poi lamentarsi che in Italia non si fa cultura- per guardavi con rispetto, e con giusto senso di critica costruttiva. In oltre trent’anni il Tenco non ha mai inteso essere un Gotha del cantautorato nostrano, men che meno un controfestival o antifestival. Anzi, si è sempre coerentemente mosso entro una prospettiva libera da logiche di mercato e di convenienza, al di là di chi vi si è esibito e si esibisce. Chi suona al Tenco (famoso o no, capace o no, gradito o no, con o senza disco nuovo: sono aspetti importanti, ma è un altro paio di maniche) viene proposto al pubblico, non imposto come avviene in troppi altri contesti, dunque il Tenco, non essendo una fiera, né uno show televisivo, dà sempre la possibilità di valutare veramente un artista senza far subire passivamente dei prodotti, e questo non va dimenticato.
(segue)
(continua da commento precedente)
RispondiEliminaCome non va dimenticato che, ammesso e non concesso che oggi c’è un degrado nella produzione musicale italiana, il Tenco non ha alcuna responsabilità nemmeno indiretta in materia. Chi sarebbero i giovani raccattati negli ultimi anni perché fanno tendenza? Capossela? Voltarelli? Bollani? Lega? Block? Andrea Satta? E i cantautori legati a motivi contrattuali? Manfredi? Onagro? Franco Boggero? Carlo Fava? Moni Ovadia? Gipo Farassino? Perché non Patti Smith, Marianne Faithfull, Milton Nascimento? E perché non Guccini stesso, per restare nella citazione?
Non è un segreto che (anche) il Tenco soffre di pesanti tagli finanziari operati da chi di dovere, comune di Sanremo in testa; nel 2010 l’hanno spuntata, quest’anno sono ancora più a rischio. Non credo proprio che Enrico de Angelis e gli altri si mettano a pensare ora a una serata/edizione-amarcord con i “cantautori dimenticati dei bei tempi che furono”, che forse non darebbe neanche il successo sperato. Se invece, corna facendo, la Rassegna salta per i suddetti motivi, dovremmo esserne contenti, così s’imparano?
Sarebbe pure da capire quanto gli artisti menzionati avrebbero realmente bisogno della vetrina al Tenco, tra chi da anni, come detto, non lavora più nell’ambito della canzone (Laneve, o lo stesso Siviero che finché ci lavorava, era stato a tre Rassegne di seguito), chi continua a esibirsi con buon successo (Grechi), chi ha comunque un sito web ben organizzato e seguito (Pelosi, o Bassignano, fino a ieri attivissimo con “Ho perso il trend” -forse lo è tuttora anche se il programma ha chiuso). Il post, che solo nella seconda metà tratta finalmente il suo oggetto (l’indicazione “Vol. 1” è solo in copertina?), poteva essere più esaustivo, ricordando che esiste un ottimo www.giannisiviero.it, dove fra l’altro è ascoltabile TUTTA la sua produzione, compreso “Son sempre io la donna” di Dania (quasi un quarto album del nostro), e faceva riscoprire davvero un artista (teoricamente) dimenticato, invece di accodarsi per sport al coro del “Si stava meglio quando si stava peggio”. E cercando anche di ripetersi un po’ meno, dato che la citazione di Vecchioni era già comparsa sul blog (post su Laneve, con annesso quiz, e altra stilettata anti-Tenco) e quella gucciniana addirittura si ritrova nel post seguente (Gargiulo); motivo di più per risparmiarsi una inutile, obsoleta, pretestuosa polemica.
Ringrazio l'anonimo per il lungo intervento, che si collega a 10 righe pubblicate nel post e che chiarisce molto bene gli obiettivi e le finalità del Club Tenco e del Premio Tenco, come solo uno dentro a queste cose può fare. Solo qualche precisazione:
RispondiElimina- quando si scrive "magari al posto di tanti altri nomi che salgono negli ultimi anni sul palco del Club Tenco probabilmente per cercare di attirare i ggiovani “alternativi, autoridotti e fuori dall’ottica del sistema” ci si riferisce a tutti quelli che (ovviamente a parere di chi scrive) nulla hanno a che fare con la canzone d'autore...un nome? Morgan. Un altro? Uno a scelta tra le posse che, una quindicina di anni fa, vi hanno partecipato.
- i "“colleghi cantautori, eletta schiera” che continuano ad incidere più per motivi contrattuali che per reale ispirazione" sono tutti quelli che continuano a fare dischi perchè hanno ormai anni e anni di carriera, ma propongono dischi che, rapportati ai capolavori del passato, dal punto di vista dei contenuti non hanno ormai più nulla da dire: a questo proposito consiglio all'anonimo di ascoltarsi prima "Come è profondo il mare" e poi, subito dopo, "Luna matana". Oppure prima "Discanto" e poi "L'arcangelo". E poi magari anche il bel "De liberata mente" o il molto bello "Manuale del cantautore" (a loro mi riferivo....).
- "Se invece, corna facendo, la Rassegna salta per i suddetti motivi, dovremmo esserne contenti, così s’imparano?" Questo si chiama leggere cose che non sono scritte da nessuna parte. Chi scrive segue, da spettatore (ahimé solo televisivo, ero troppo piccolo...), il Tenco dal 1977, l'anno di Lauzi e di "Io canterò politico", stavo alzando fino ad ore assurde per guardarmelo...
- "l’indicazione “Vol. 1” è solo in copertina?)" Sì
- "Il post...poteva essere più esaustivo". Consiglio all'anonimo di leggere a destra: "Questo blog non rappresenta una testata giornalistica". Si tratta di un blog: ci sono i post e poi gli interventi dei lettori, nessun post è esaustivo, né quello di Siviero (su cui ritorneremo per altri dischi) né gli altri. E NON è un blog sulla canzone d'autore.
- Infine sulle ripetizioni: non sono le prime, e non saranno le ultime
Mamma mia, ragazzi, lasciate stare il Club Tenco: fa le sue cose che possono trovarci o meno d'accordo, ma le fa, e mi sembra già molto, vista l'aria che tira.
RispondiEliminaIo sono Gianni Siviero, ho fatto le mie scelte in piena autonomia, continuo a scrivere di tutto, ma sono io che non sono andato a chiedere a nessuno di lasciarmi esibire su un palco, nessuno mi ha impedito di farlo.
E io ho smesso di esibirmi non per una qualche esclusione operata dal Club, ma per la scelta dell'allora PCI di pretendere da noi "militanti" che ci si esibisse gratis mentre scritturava artisti famosi e per nulla "impegnati" a suon di bigliettoni, semplicemente perchè facevano cassetta ai Festival e alle Feste.
Tutto lì: ho smesso perchè mi sono reso conto che era finita un'epoca, e che io appartenevo a quell'epoca. Stop. Nel mio sito (fatto gratis dall'amico Renato Barbato) c'è molta roba e anche il mio indirizzo e-mail; se qualcuno vuole togliersi delle curiosità sun un cantautore settantatreenne in disarmo, scriva.
Il Negozio di Euterpe mi sembra una voce molto più corretta e che esprime delle opinioni, come è diritto di tutti, o dovrebbe essere.
E poi, sempre per citare: "sono solo canzonette".
Se ci guardiamo attorno ci sono cose ben più serie su cui polemizzare.
Ciao a tutti, giannisiviero
Ringrazio Gianni Siviero per l'intervento; presto presenteremo altri suoi dischi (45 e 33 giri).
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