Ieri sera, con alcuni amici del blog, sono stato all'Auditorium del Lingotto per vedere il concerto "Work in progress" di Lucio Dalla e Francesco De Gregori....e dedicherò due post a due artisti collegati a questo concerto: il primo è il bassista Guido Guglielminetti, nato a Torino il 15 dicembre 1952. Guglielminetti ha suonato, nel corso della sua carriera, in molti dischi fondamentali per la musica leggera italiana degli ultimi anni: da "Il mio canto libero" di Battisti a "E nell'aria...ti amo" e "Tu" di Tozzi, per approdare dapprima al gruppo di Fossati (con un altro torinese, Elio Rivagli, alla batteria) e poi, da "Scacchi e tarocchi" in poi, in quello di De Gregori; è anche autore di canzoni, di cui la più nota è senza dubbio "Un'emozione da poco" per Anna Oxa.
Il bassista torinese nel 1981 ha anche inciso un 45 giri da solista: due anni fa ho intervistato Guido per "Musica leggera"....l'intervista poi, per vari motivi, non è stata pubblicata, ma copio ed incollo quello che Guglielminetti ha raccontato sulla sua realizzazione.
Quel disco lì nasce da un'esperienza anomala...con il successo di Tozzi, io e lui eravamo considerati un po' i gemellini, eravamo sempre insieme, ci conoscevamo da anni....e poi con il successo come autore di “Un'emozione da poco”, successe questo: io bazzicavo spesso alla CGD, e un bel giorno quello che per me è un genio assoluto, e che allora era il direttore delle edizioni musicali, Franco Daldello, mi disse questa frase che io mi ricorderò per tutta la vita: “Ma tu, che sei così amico di Umberto, perchè non scrivi un pezzo come Ti amo”?
Io rimasi completamente allibito, perchè non sapevo se dovevo mettermi a ridere o cosa...ma lui era serio, serissimo, non mi ricordo se gli risposi lì per lì...nel frattempo, come ti ho detto, era uscito “Un'emozione da poco”, un grande successo, e questi qua della CGD mi fecero credere che avevano un qualche interesse artistico nei miei confronti e mi proposero un contratto.
In realtà lo scopo, che però ho capito ad anni di distanza, era quello di fare in modo che io non firmassi con la RCA, con cui avevo i contatti tramite Ivano Fossati, in quel momento io ero un autore di successo: onde evitare che io firmassi con l'RCA, loro mi proposero il contratto....”Scrivi un po' di pezzi, facciamo un 45 giri....”, e così firmai un contratto di tre anni più due di opzione, e loro mi allettarono con un anticipo, attenzione, un anticipo non un ingaggio.
Ed io lì presi il doppio bidone, perchè mi diedero l'anticipo sulle royalties facendomi firmare delle cessioni di credito (che, tra l'altro, adesso sono illegali....), per cui io negli anni successivi restituii alla CGD tutta la somma che mi avevano anticipato, tramite trattenute sui miei diritti Siae.
Comunque mi fecero fare questo 45 giri, in cui non credeva nessuno, o meglio, io un po' ci credevo se no non l'avrei fatto... feci questa cosa e nessuno si preoccupo di dirmi “Guarda che così è una cagata, arrangialo così”, oppure “scrivi altri pezzi”....e mi fecero fare questa cosa che tra l'altro ebbe una lavorazione difficile.
Infatti in sala mi dovevano aiutare Umberto alle chitarre ed Euro alla batteria, per cui iniziammo le registrazioni in uno studio a Torino dei due brani, quindi mettemmo la batteria, il basso, Umberto sovraincise diverse chitarre, ed era venuta una cosa anche carina sennonchè, durante la lavorazione, Umberto litigò con Alfredo Cerruti il quale non voleva pagargli quello che lui aveva chiesto per fare questo lavoro.
Allora Umberto si incazzò, mi chiese scusa, e cancellò tutte le tracce delle chitarre e della batteria, ed io rimasi con il nastro con la mia voce ed il basso....allora ricominciai tutto da capo, ed alla fine venne fuori un lavoro deludente, mediocre già alla base e realizzato anche male...e quindi ecco perchè preferisco dimenticare questo disco.....almeno per quanto possibile, perchè non è un bel ricordo.
Ma la cosa divertente fu che quando andammo negli Stati Uniti per la tournée con Tozzi, Zanaboni e Cristiani, suonando in un locale di cui non ricordo il nome ma che era pieno di quegli Italiani d'America da film, che allora c'erano e credo che ci siano ancora, con il soffitto del locale che era un cielo stellato assolutamente kitsch, alla fine venne un signore con la moglie, calabrese o siciliano, che si capiva meglio quando parlava in inglese che in italiano....e venne da me a farsi firmare proprio quel 45 giri: era arrivato, non so come, negli Stati Uniti e venne a farselo firmare: questa è l'unica soddisfazione che ho ricavato da questo disco.
Devo dire che, ascoltando le due canzoni, non mi sento di condividere l'autocritica di Guido: le due canzoni non sono poi così male, chissà cosa ne pensano gli amici del blog!
1) Grida piano (Guido Guglielminetti)
2) Anna ha un buon motore (Guido Guglielminetti)
Meglio il secondo brano, anche se deve un po' troppo ai Police.
RispondiEliminaLuca
Non posso che concordare con l'impressione di Guglielminetti (sebbene all'epoca si ascoltasse musica di qualità ancora più modesta), nonostante Anna ha un buon motore regga ancora l'impatto del tempo.
RispondiElimina... sai che non ho capito di che 45 giri si parla, mi dici il titolo? grazie.
RispondiEliminaPer l'anonimo: non ho capito la domanda....! Il 45 giri di cui si parla è quello che dà il titolo al post, cioè l'unico inciso da Guglielminetti; i titoli delle due canzoni, come scritto sopra, sono "Grida piano" ed "Anna ha un buon motore".
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