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martedì 22 marzo 2011

Graziella Ciaiolo - La strada che porta in città (1970)












Mario Piovano è stato sicuramente uno degli artefici più importanti della rinascita della canzone in lingua piemontese degli anni ’60, quella che ha prodotto artisti notissimi come Gipo Farassino e Roberto Balocco ed altri meno conosciuti ma altrettanto interessanti come Luisella Guidetti, Domenico Seren Gay e Graziella Ciaiolo, oltre allo stesso Piovano che, a parte la sua produzione come solista, ha collaborato con tutti e tre questi ultimi artisti. Per la Guidetti e la Ciaiolo ha scritto infatti molte canzoni per due loro album (quello della Ciaiolo è l’argomento del post di oggi), mentre con Seren Gay ha scritto canzoni per molti artisti della Kansas (come i Camaleonti e i Cavernicoli), scoprendone e lanciandone alcuni (ad esempio i Rogers).
Passiamo a Graziella Ciaiolo, cantante nata a Cambiano nel 1949: nel retro di copertina del disco è raccontata la sua biografia, che ripercorriamo per sommi capi. Inizia ad esibirsi giovanissima come cantante di operetta in vari spettacoli scolastici; dopo la qualifica di segretaria d'azienda, si dedica a tempo pieno all'attività di cantante, partecipando a vari concorsi, ed imparando a suonare la chitarra e la fisarmonica dedicandosi all’inizio al folk. Si specializza poi in un repertorio di canzoni popolari piemontesi, partecipando nell'agosto 1969 al Festival Nazionale dei Cantastorie di Piacenza, in cui ottiene un buon successo e, in conseguenza di ciò, viene notata dalla Fonit-Cetra, etichetta tra le più attente alla musica popolare, che le propone un contratto discografico. Incide così il primo album, con canzoni scritte, come abbiamo detto, da Mario Piovano per le musiche e da Piero Novelli e Luigi Olivero per i testi.
Gli arrangiamenti e la direzione d’orchestra sono di Romano Farinatti, collaboratore di Gipo Farassino ed Ivano Fossati (e, con lo pseudonimo “Nat Romano”, dell’etichetta DKF di Heppy Ruggiero); in alcuni casi, come “L’amour di Bersalie”, si ispirano al liscio, in altri, come “Cansôn di Brasabosc”, al folk delle valli alpine.
Dopo questo disco la carriera della Ciaiolo continua con canzoni in italiano, come “Vedo lui”, con cui partecipa al Festivalbar nel 1970 o “Lontano vicino”, con cui gareggia al Disco per l’estate del 1972. Dopo altri dischi Graziella si ritira dall’attività nel mondo musicale ed apre un’azienda che produce abbigliamento a Moncalieri, azienda tuttora esistente.

LATO A

01) L'amour di Bersalie (Piero Novelli-Mario Piovano)
02) Cansôn di Brasabosc (Luigi Olivero-Mario Piovano)
03) La nascita di Giandôja (Luigi Olivero-Mario Piovano)
04) L'sogn d'Giacô Trôss (Luigi Olivero-Mario Piovano)
05) L'amour an ti gran (Luigi Olivero-Mario Piovano)
06) Wiener vine valz (Luigi Olivero-Mario Piovano)

LATO B

01) La cômessa (Piero Novelli-Mario Piovano)
02) Mi chiel e l'merlô (Piero Novelli-Mario Piovano)
03) La scômssa (Piero Novelli-Mario Piovano))
04) I cimiteri dla mala sort (Piero Novelli-Mario Piovano)
05) Balada miloz dij mort ed lofoten (Luigi Olivero-Mario Piovano)


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